2019
Io sono Mia: la recensione del film su Mia Martini
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Io sono Mia: la recensione del film su Mia Martini

Tags: io sono mia, mia martini, nexo digital, serena rossi
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Io sono Mia: la recensione del film su Mia Martini

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Io sono Mia, il film su Mia Martini, sar? al cinema dal 14 al 16 gennaio (grazie a Nexo Digital) e approder? su Rai 1 a febbraio, dopo Sanremo

Un anno dopo la realizzazione e il successo di Fabrizio De Andr? ? Principe Libero, torna al cinema un biopic intenso e coinvolgente, dedicato al talento di una delle donne che ha contribuito in maniera assoluta alla storia della musica italiana: Mia Martini.

Io sono Mia, in realt?, ? pi? un tributo che biopic inteso in senso stretto: ? una dedica, un modo di far riscattare quell?artista che ? sempre stata messa da parte dall?ignoranza e dall?insensibilit? delle persone che le stavano intorno e non solo.
La storia di Mia, per tutti Mim?, si sviluppa nell?arco di 48 ore, le ore che precedono il suo debutto a Sanremo in quello che sembra ormai un lontanissimo 1989: eppure, per lei, quell?anno fu fondamentale, fu l?anno del ritorno al successo e al sentirsi di nuovo apprezzata per come era. L?anno in cui, forse, ci si rese davvero conto che l?artista Mim? era davvero grandiosa e che la persona, Mia Martini, lo era altrettanto, al netto delle sue insicurezze e paranoie.

Il film inizia con una sequenza importante che contestualizza subito il personaggio, immediatamente identificabile. L?incontro con una giornalista sar? il motore che consente di poter raccontare il vissuto di Mia, dai suoi esordi fino alle ansie generate dalla sua presenza a quel Sanremo che le ha dato la rivincita sul mondo, sul quel mondo che voleva dimenticarla a tutti i costi.
Io sono Mia ? un omaggio, un tributo alla sua carriera, alla donna che era e alla sua musica: un modo per riscattarla, ma anche per chiederle scusa, soprattutto da quella parte della barricata che l?ha rifiuta per una mera diceria divulgata da chicchessia.

GUARDA L’INTERVISTA A SERENA ROSSI:

Il film si snoda attraverso i suoi successi, come Piccolo Uomo e Minuetto, raccontando la sua sete di libert?, il disfarsi delle restrizioni, il suo carattere deciso e ribelle, la ricerca di quell?amore paterno poi abilitato: tutto questo, narrato attraverso la lente della sua grande umanit?.
Dalla Mia adolescente che cantava davanti ad uno specchio con la spazzola per capelli, alla Mim? delicata ma decisa, fragile e ribelle che ha attraversato tutti gli anni ?70 e ?80 di acqua sotto i ponti ne ? passata: forse ? vero, ha regnato di pi? il disequilibrio, fatto di acque torbide e buie, ma i momenti di serenit? sono quelli pi? intensi. Essere delicati, pacati e aggraziati non significa non avere un certo tipo di carattere: totale antitesi rispetto alla pi? fracassona ed estroversa Loredana, Mia era forse la pi? scatenata e coinvolta dalla musica, la passione che voleva diventasse il suo lavoro.

Pi? che puntare sul rapporto turbolento tra Mia e sua sorella Loredana, sui momenti davvero bui dell?artista calabrese e sul rapporto con i suoi amici e sostenitori (tranne uno spazio dedicato alla fittizia storia d?amore di Mia con il fotografo Andrea, chiara metafora dell?amore nato e consumato tra la cantante e Ivano Fossati, che non ha voluto essere menzionato nel film), Io sono Mia racconta la sua gavetta, i suoi successi, la discesa agli inferi (che rimane per? pi? superficiale, non si tende alla drammaticit?) e la sua risalita con quel Sanremo di fine anni ?80.

Il film, diretto da Riccardo Donna, ? realizzato in maniera minuziosa, ogni cosa, ogni dettaglio, curato quasi con eccesso di dovizia: tutto ? stato ricostruito per dare al pubblico la contestualizzazione pi? vicina possibile alla verosimiglianza. Le musiche sono state concepite da zero, utilizzando strumenti dell?epoca, trucco e parrucco hanno a monte uno studio preciso, e la sceneggiatura si ? avvalsa della consulenza delle persone che pi? sono state vicine a Mia, tra cui le sorelle Bert?.

Eppure, se non ci fosse Serena Rossi, Io sono Mia sarebbe un altro film, non avrebbe l?anima da lei espressa con tanta dovizia, con tanto impegno: un?interpretazione vera, non un?emulazione o una copiatura alla meglio. Serena Rossi ha fatto sua ogni movenza, ogni sfaccettatura, ogni movimento labiale dell?artista che il mondo della musica ha apprezzato per cos? poco tempo.
La morte di Mia, avvenuta il 12 maggio 1995, ha portato via prematuramente una persona con un carattere complicato, ma con un cuore grande cos?, che, chiss?, quanto altro avrebbe potuto regalarci sino ad oggi. Io sono Mia ? un modo sia per rivivere momenti che hanno fatto parte anche della propria vita e per far aprire una porta su un mondo della musica sconosciuto alle giovani generazioni, che inconsapevolmente, si sono gi? un po? avvicinati grazie a Loredana e al suo recente successo.

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