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Alessio Zuccari
Agatha All Along: recensione dei primi quattro episodi della serie Marvel
Tags: Agatha All Along, Aubrey Plaza, disney+, Jac Schaeffer, kathryn hahn, marvel
Sono passati già quattro anni da quando WandaVision ha inaugurato il nuovo corso seriale dei Marvel Studios. Un lasso di tempo in cui è successo di tutto all’interno del grande flusso narrativo del Marvel Cinematic Universe, a cui appartengono questi show creati appositamente per accasarsi in streaming su Disney+. Ripensamenti in corso d’opera, flop, teste saltate, un generale senso di disaffezione e una marcia ingranata spesso a metà con serie a cui è stato affidato il compito di intercettare, ognuna, pubblici e interessi specifici.
Tra racconti più o meno secondari (ecco: la faccenda del peso specifico della serialità nell’economia narrativa del MCU è una questione rimasta irrisolta) e personaggi più o meno dimenticabili, ecco allora pure il turno di Agatha Harkness. Protagonista che torna direttamente proprio da WandaVision con un suo spin-off dedicato, Agatha All Along. Lo crea ancora Jac Schaeffer, già al timone dello show incentrato su Wanda Maximoff, e nei panni della strega c’è sempre Kathryn Hahn, messa sotto incantesimo da Wanda tre anni addietro e adesso rimasto distorto a seguito degli eventi di Doctor Strange e il Multiverso della follia.
Per farci un’idea, abbiamo avuto modo di vedere solo quattro dei novi episodi totali previsti, ognuno preceduto dalla nuova etichetta Marvel Television, che a partire da Agatha All Along segnalerà i live-action dei Marvel Studios pensati per lo streaming – a inizio 2024 fu introdotto con Echo anche Marvel Spotlight, per segnalare prodotti dedicati a personaggi più “specifici”; non è molto chiaro se e come le due si integreranno.
Si diceva dunque di Agatha, imprigionata nel costrutto di fantasia impostole all’interno della cittadina di Westview. Qui ‘interpreta’ il ruolo di una detective della polizia locale, che, nella ripresa delle modalità con cui ragionava la prima parte di WandaVision imitando le sit-com americane, si fa calco di un poliziesco che scimmiotta Mare of Easttown con Kate Winslet. Con in apertura del primo episodio addirittura di un proprio titolo, Agnes of Eastview, e un finto cast che porta il nome dei personaggi che ne fanno parte.
Ma che le cose non vadano davvero come debbano andare Agatha inizia a intuirlo nel momento in cui la realtà attorno a lei è fragile e si sgretola letteralmente, ma soprattutto quando entrano in scena la magnetica Rio Vidal di Aubrey Plaza e il goffo Teen di Joe Locke. La prima è una strega che con Agatha ha un trascorso (forse anche di cuore) e il secondo un giovane aspirante stregone (forse che le ricorda un affetto perduto), ed entrambi la costringono a risvegliarsi dall’illusione di cui è vittima.
A partire dal secondo episodio Agatha All Along imbocca allora un sentiero con una protagonista di nuovo consapevole di chi è e di chi cosa vuole: percorrere la Strada delle Streghe per riacquisire i poteri perduti. Agatha racimola una congrega di streghe reiette (Jennifer Kale, Patti LuPone, Ali Ahn, Debra JoRupp) e la serie le costringe in una sequela di prove (su un sentiero che non ha mattoni gialli ma pare uscito da Il mago di Oz) da affrontare in diversi contesti e situazioni. Si perde insomma immediatamente il pretesto dell’imitazione dei generi televisivi, ma il lavoro di Schaeffer è come se ne mantenga la volontà mutuandola però all’interno di una giustificazione narrativa che si rifà a incantamenti, maledizioni e magie ad occhi aperti che interrogano ambientazioni strambe e soluzioni bislacche. Agatha All Along insegue così un tono tra l’horror gotico (poco) e l’ironia (poca), cercando il terreno d’incontro in una tutto sommato generica commedia fantasy su calco del florido filone ‘streghesco’.
C’è da riconoscere che Hahn si spende davvero al massimo con un umorismo da antieroina giocato benissimo sulla prossemica e sulla mimica, formando con Plaza una coppia dal grande potenziale – le due si riuniscono in uno show dopo la serie comedy Parks and Recreation, dove, fun fact, il personaggio di Plaza amava il torbido e fantasticava di continuo di diventare strega. È però troppo presto per esprimersi su che direzione voglia realmente prendere Agatha All Along. Per il momento è chiaro che non sia protesa a sbilanciarsi sulla sua componente orrorifica, mitigata com’è da una vena leggera che fino a questo momento non pare sappia affondare davvero il colpo. Che sia il turno di un ennesimo colpo al cerchio e uno alla botte?
I primi due episodi di Agatha All Along saranno in streaming dal 19 settembre su Disney+, gli altri sette arriveranno poi settimanalmente.