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Martina Barone
Ant-Man and the Wasp: Quantumania | Recensione del primo film Marvel della Fase 5
Tags: ant-man, ant-man and the wasp quantumania, marvel
Scott Lang (Paul Rudd) si ritroverà in una nuova avventura nel mondo quantico, stavolta accompagnato dal resto della sua famiglia, non sapendo che ad attenderli ci sarà un nemico che aspetta solo di venire liberato.
Nel cast di Ant-Man and the Wasp: Quantumania: Paul Rudd, Evageline Lilly, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Kathryn Newton
Siamo all’inizio della Fase 5 e la Marvel realizza un film alquanto debole. Non nell’insieme della sua fattura, nella costruzione narrativa o nella scelta del suo personaggio principale.
Semplicemente nell’ottica di quello che è un nuovo principio in questo affresco stratificato chiamato Marvel Cinematic Universe, che introduce anche il suo nuovo super villain dal super piano malvagio, conosciuto già nella serialità con la prima stagione di Loki e pronto a renderlo noto anche nell’ambito cinematografico.
È Ant-Man: Quantumania il film che si assume il compito di (ri)cominciare da capo un racconto che è ormai tutto un flusso in cui sono inseriti vecchi e inediti personaggi e che Kevin Feige ha insignito della responsabilità di dare una scossa a una Fase 4 che, pur concludendosi con l’emotività di Black Panther: Wakanda Forever, non è riuscita a toccare i lustri delle sue opere e dei suoi incastri precedenti.
L’accentuare una problematica che riguarda il poco entusiasmo con cui la Marvel si sta approcciando ai suoi prodotti dopo la chiusura della propria Infinity Saga, la quale non ha più contato un’opera che racimolasse un successo unanime di critica e di pubblico per ciò che concerne le pellicole successive all’epopea di Endgame.
Un merito che va però riconosciuto all’onnipresente Feige è quello di aver voluto come trascinatore in questa quinta parentesi marveliana quell’Ant-Man rimasto tra i pochi personaggi della vecchia guardia e forse mai considerato all’altezza di eroi quali Iron Man o Captain America.
Una responsabilità che Scott Lang si assume con tutti i crismi del caso venendo affidato per la terza volta alla regia di Peyton Reed, aficionados del supereroe-formica e alla terza regia dopo le pellicole del 2015 e del 2018, che anche con Quantumania mantiene quel mix tra azione, famiglia e ironia.
Se in molte delle pellicole Marvel è possibile riscontrare un umorismo non necessario e molte volte che si abbina poco al contorno della storia, in Ant-Man l’elemento comico è da sempre stato una delle componenti personali del supereroe e delle sue storie, che viene perciò riproposto anche in tale contesto, pur volendo puntare ancor più su un’epicità che fatica però ad arrivare. È comunque un senso d’avventura quello che pervade la pellicola e che avvicina enormemente Ant-Man and the Wasp: Quantumania a un possibile film della saga di Star Wars.
Come se ne fosse uno spin-off non ufficiale o una storia divergente che appartiene però al medesimo universo. Una delle conseguenze dell’entrata dei personaggi in un mondo quantico caratterizzato da creature insolite e dai tratti alieni, in cui la stessa cantina dell’antologia di George Lucas sembra essere ripresa fedelmente, mentre all’Harrison Ford de Il Risveglio della Forza viene contrapposto a un sempre attempato, seppur dinamico e affascinante Michael Douglas.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è perciò un’espansione delle teorie studiate dai protagonisti nel corso degli anni e che li inserisce bruscamente in questo cosmo infinitamente piccolo e infinitamente indipendente rispetto al suolo terreste, che permette alla parte visiva di potersi divertire a ideare contorni irreali in cui è la fantasia a dominare.
Un design la cui libertà è associabile a quella pensata e assemblata da un’opera Disney come Strange World, la quale adoperava la medesima autonomia in termini di leggi fisiche e aspetto dei suoi paesaggi, riscontrabile anche negli esseri che i personaggi incontrano nel loro cammino.
A questo contorno colorato in cui le regole vengono piegate e rimodellate, Ant-Man and the Wasp: Quantumania abbina una narrazione gradevole che continua ad aggiungere tasselli fondamentali al quadro più grande del futuro Marvel, ma non abbastanza gasante e memorabile come dovrebbe risultare l’introduzione di un nuovo infausto nemico.
Un film in linea con l’album familiare e dall’animo spiritoso di Ant-Man e che riconferma la scrittura di un ottimo protagonista non sempre valorizzato adeguatamente, in cui è indubbio che Paul Rudd continui a sollazzarsi con piacere, permettendo a se stesso e al pubblico di svagarsi. Ma Quantumania è anche una pellicola che poco rimane impressa e a cui manca quell’aspirazione leggendaria che da troppe pellicole è assente nella Marvel, a cui le opere della serie continuano ad ambire senza per ora mai toccarla.
Un film che è dunque piacevole, ma non esaltante. Vivace, ma poco di impatto. Che intrattiene e coinvolge, spingendosi in rocambolesche sequenze action, presentando la versione adolescente di Cassie, figlia del protagonista interpretata da Kathryn Newton, e assegnando molte aspettative al suo personaggio.
Un ingresso in una Fase 5 che avrebbe dovuto farci almeno pregustare un ritorno alle titaniche gesta dei superiori Marvel, facendocele invece solo fiutare. Dovendo attendere ancora per tornare ai fasti promessi di un tempo, confidando nella malvagità e nel piano tra spazio e tempo del conquistatore Kang.