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Cristiana Puntoriero
Aspettando Il Grande Giorno: cronostoria di Aldo, Giovanni e Giacomo in sei film da (ri)vedere
Tags: aldo giovanni e giacomo, film in uscita
Ogni mattina in Italia, come sorge il sole, un fan di Aldo, Giovanni e Giacomo si sveglia e sa che dovrà correre al cinema o su Netflix o si perderà molte risate. Una cronostoria dei successi del trio, in attesa de Il Grande Giorno.
Aldo, Giovanni e Giacomo è il trio comico italiano che assoda più di tutti un fatto dato troppo spesso per scontato: più siamo diversi e più siamo uniti. Perché con tre personalità distinte e altrettanti stili di vita dissimili, in un continuo puzecchiarsi a vicenda, i tre milanesi più amati dal pubblico dimostrano come la longevità di un gruppo si regga su incastri e non su replicamenti, su mosaici e non su assimilazioni; trovando cioè nelle diverse inclinazioni e idiosincrasie di ognuno lo stesso sguardo rivolto alla vita sempre così leggero, stupefatto, non per questo senza una punta di sarcasmo e di malinconia.
Ora, a due anni dall’inaspettato successo di Odio l’Estate, tornano in sala con Il Grande Giorno, una commedia familiare diretta ancora da Massimo Venier che riunisce il trio nel giorno delle nozze dei rispettivi figli di Giovanni e Giacomo, con un ospite inaspettatamente imbarazzante (Aldo) che creerà qualche problema alla riuscita dell’evento.
Nell’attesa del film, abbiamo voluto richiamare alla mente sei delle fatiche cinematografiche più memorabili della loro carriera; film a cui ancora vogliamo un gran bene anche a distanza di anni, sempre lì a ricordarci quanto invecchiare con tre amici sia una delle più grandi fortune che la vita possa regalare. Eccoli di seguito, in ordine cronologico.
C’è chi potrebbe facilmente anticiparne le battute o spoilerare, a quei pochi che ancora non l’hanno visto, le scene divenute più celebri oramai parte integrante dell’immaginario comico del nostro paese. Il primo film con e diretto da Aldo, Giovanni e Giacomo assieme a Massimo Venier segue il viaggio in macchina del trio da Milano fino a Gallipoli, città in cui Giacomino sta per sposare (“si, ma niente di serio“) una petulante Luciana Littizzetto, ultima figlia da accasare del temibile suocero Carlo Croccolo. Oltre alla sceneggiatura on the road, Tre uomini e una gamba trova una formula perfetta per non sganciare da subito il legame dei tre con il teatro e con i successi di tournée che li hanno, di fatto, lanciati (I corti, Tel chi el telùn): alcuni sketch, infatti, vengono inseriti a sorpresa nella narrazione, dall’incipit dei mafiosi al Conte Dracula e i padani, fino al neorealismo di Ajeje Brazorf e il suo biglietto amaro. Poesia.
Ispirato a grandi linee ad una storia realmente accaduta, Così è la vita è il film dal sapore più dolceamaro della filmografia del trio. Si ride certo, e anche tanto, ma la robusta componente fatale che si abbatte ad un certo punto della storia riporta la bussola comica verso un sentimento a metà fra il nostalgico e il funereo, ridirezionando la leggerezza della prima parte verso una riflessione più sincera sul tempo e la felicità personale. Il viaggio in macchina stavolta è costruito ad arte dal destino: in poche ore un galeotto, un poliziotto e un inventore di giocattoli si ritrovano a condividere una fuga dalle autorità che finirà in un’imprevista tragedia. Ma anche nell’aldilà, ci ricordano, c’è per tutti un’occasione di riscatto.
Ce lo domandiamo sempre troppo poco se siamo felici e, soprattutto, se lo sono gli altri. Incasso al botteghino più alto del trio, il film del 2000 riconcilia la fratellanza spezzata fra Giacomo e Giovanni in un flashback indietro di tre anni quando con Aldo andavano a vivere insieme per metter su per la prima volta la loro versione de Il Cyrano di Bergerac. Colpa di Marina Massironi e di un bacio che qui è l’apostrofo rosa fra le parole Franco e Forte, Chiedimi se sono felice è il gioiellino del trio che non ci stanca mai, un inno all’amicizia oltre all’amore capace di sopravvivere a tradimenti apparentemente imperdonabili. Ma a volte basta una piccola, grande bugia per sistemare le cose.
Prendere in giro la serietà dei gangster movie non è mai stato così spassoso nel quarto film del trio, diretto ancora da Massimo Venier. Al “Quattrodita”, Johnny “il Bello” e Jack “Non tutte le ciambelle riescono col buco” sono tre malavitosi tenuti sotto scacco da un Boss con la passione per il pollo fritto, per il quale devono inscenare un finto salvataggio casuale e risparmiarsi così una pallottola in faccia. Solo che Al soffre di una rara sindrome di perdita di memoria e progettare il tutto non sarà impresa facile. Tra amori non corrisposti, libri di Caravaggio non graditi e vecchiette uccise per sbaglio, il film smonta la gravità e l’appeal cinematografico sui mafiosi italo-americani tipo Al Capone per parodiare con solo il genere, ma i loro stessi personaggi criminali che vediamo all’inizio di Tre uomini e una gamba.
Se la collega di Mai dire Gol in Chiedimi se sono felice appariva in un cameo come Dalia, flirt momentaneo dell’adultero Aldo, in Tu la conosci Claudia? Paola Cortellesi diventa l’oggetto di desiderio di un equivoco sentimentale che incrocerà la vita di tre milanesi allo sbando Il fraintendimento diventa l’espediente comico per una storia di un matrimonio (forse) in crisi esistenziale e di un improbabile giostra della casualità che governa gran parte delle nostre esistenze. Unico titolo in cui il trio non firma il soggetto ma solo la sceneggiatura, qui Aldo, Giovanni e Giacomo vanno sul sicuro mettendo assieme i pezzi della loro comicità amabile e mai volgare, e dove sono sempre le donne, nel film anche Silvana Fallisi e Sandra Ceccarelli, a dimostrare maggior maturità e coraggio rispetto agli uomini.
Odio l’estate (2020)
Tre famiglie diversissime fra loro scoprono, troppo tardi, di aver affittato lo stesso villino in Puglia, tentando così di andare d’accordo e godersi la vacanza. Citare sé stessi senza sembrare egoriferiti e privi di idee è la sfida (vinta) che ha accompagna Odio l’estate, penultimo film del trio uscito poco prima del lockdown del 2020 e terzo miglior incasso dell’anno. Una vera e propria rinascita cinematografica dopo il flop certificato di Fuga da Reuma Park e che segna una delle storie più malinconiche e commoventi di Aldo, Giovanni e Giacomo. Il film più maturo, perché qui la risata è sempre rigata da qualche lacrima. Proprio come sanno fare loro.