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Assassinio sul Nilo: recensione del film con Gal Gadot e Emma Mackey
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Assassinio sul Nilo: recensione del film con Gal Gadot e Emma Mackey

Tags: assassinio sul nilo, gal gadot, kenneth branagh
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Assassinio sul Nilo: recensione del film con Gal Gadot e Emma Mackey

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Sinossi di Assassinio sul Nilo:

Hercule Poirot si ritrover? a viaggiare con un gruppo di facoltose persone, tutte intente a festeggiare il matrimonio tra l’ereditiera Linnet Ridgeway Doyle e il marito Simon. Sembra per? che un assassino voglia fare del male ad alcuni dei passeggeri.

Recensione di Assassinio sul Nilo:

? forse uno dei film pi? rimandati a causa della pandemia. L?uscita iniziale era prevista per novembre 2019, spostata al dicembre dello stesso anno e finita due anni dopo per arrivare direttamente in sala. Nel mezzo, per?, lo scandalo. Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh ? il seguito all star del precedente Assassinio sull?Oriente Express uscito nel 2017 e che ha fatto partire quello che l?autore nordirlandese desidera far diventare un nuovo filone dei racconti cinematografici della scrittrice. Una ripresa dei gialli di Agatha Christie che ha entusiasmato l?amatore di Shakespeare al punto tale da desiderare di portare avanti ancora per diverso tempo la figura di Hercule Poirot, ma il quale dovr? probabilmente ricalcolare i suoi piani alla luce di un virus che ha piegato l?industria della settima arte e un film la cui opinione pubblica potrebbe essere sfalsata a causa del coinvolgimento di una ?persona non grata?.

? Armie Hammer l?interprete rimosso dalla promozione di Assassinio sul Nilo dopo le accuse di presunto ?cannibalismo?, ma ancor di pi? per le evidenti problematiche personali che lo hanno portato a seguire un percorso di riabilitazione che ha allontanato (momentaneamente?) l?uomo dai riflettori. Una notizia che non poteva che ripercuotersi sulle sorti di un film di alto richiamo come quello di Branagh, la cui diluita distribuzione ha voluto probabilmente cercare di far acquietare il pi? possibile le acque cercando di trovare il momento propizio per poter uscire nelle sale.

La semplicit? di regia, la forza di un racconto

Giunto al cinema, Assassinio sul Nilo dimostra di non aver rimaneggiato il proprio contenuto che vede il personaggio di Hammer tra le pedine fondamentali della storia inventata dalla romanziera inglese. L?opera si ? potuta cos? presentare al suo pubblico completa e pronta alla fruizione, non esente da quei difetti che gi? aveva mostrato Assassinio sull?Oriente Express, ma alla fine adatta per soddisfare una visione distratta e disimpegnata.

L?opera di Kenneth Branagh restituisce un effetto ?plasticoso? del libro di Christie, per una pellicola girata tra l?Egitto e gli Longcross Studios della Gran Bretagna, ma a cui mette ingentemente mano una post-produzione che ritocca e modifica il panorama del film, rendendolo artefatto e altamente finzionale. Un blockbuster, ma raffinato. Privo di scene d?azione o momenti di adrenalina, ma comunque palesemente ?finto? soprattutto nell?utilizzo di effetti che scollegano completamente i personaggi e il racconto dalla realt?, reinserendo il tutto in una dimensione hollywoodiana.

Come c?era da aspettarselo, l?inevitabile cuore della pellicola pulsa per il serpeggiante sentimento di amore e passione che manifesta il delitto all?interno del libro e che Kenneth Branagh riporta facendo per? inevitabile affidamento sulla potenza delle parole di Agatha Christie non potendo inventare chiss? quant?altro. Certamente la sensazione di lussuria, attaccamento, desiderio e bramosit? si percepisce dando di questo merito al regista, che riesce a veicolarla attraverso gli sguardi e i tocchi scambiati tra i personaggi. Ma ? altres? una costruzione che vive, come accadeva con la prima pellicola, di una semplicit? che viene mascherata per essere molto altro, nascondendo sotto il suo strato superficiale ben poco che non sia da attribuire solamente alla penna della sua ideatrice originaria.

Assassinio sul Nilo: tra cast di richiamo e un’indagine da seguire

A primeggiare su un cast di nomi altisonanti ? la giovane Emma Mackey, che spogliata del forte accento della periferia britannica e fiammeggiante nei suoi abiti rosso vivo si erge a personalit? centralizzante di tutta l?opera, molto pi? di una discreta Gal Gadot che fortunatamente non finisce per strafare, ma le cui smorfie e linee di espressione sono sempre pericolosamente dietro l?angolo.

Il resto del cast, forse meno brillante di quello sull?Oriente Express, ma pur sempre di risonanza, fa da accompagnamento a un tappeto narrativo in cui ? solamente il voler indovinare il colpevole a contare, apprezzando discretamente le interpretazioni e lasciando scorrere sul letto del fiume il racconto. Un?indagine da condurre e un uomo troppo astuto per non tuffarcisi a capofitto, a cui lo spettatore si interessa pi? quando si tratta di seguirlo per fiutare gli indizi dell?assassino, che per risolvere i suoi problemi sentimentali.

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