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Roberta Panetta
The White Lotus 3 recensione: la satira sociale sbarca in Thailandia
Banksy nasce come street artist tra le vie di Bristol, quando la street art ancora non esisteva, per lo meno in Europa. Fu 3d, poi leader e voce dei Massive Attack, a portare la street art e la sua cultura a Bristol dopo un viaggio in America. Da l? i giovani della citt? trovarono un modo per gridare la loro rabbia in un contesto storico fatto di Tatcher e di povert?. Tra questi giovani c?era anche Banksy. Lo seguiamo nella sua evoluzione, dai graffiti e tag agli stencil che lo hanno reso famoso. Conosciamo le sue influenze, come Jean Michel Basquiat e Keith Haring, ma anche Blek le rat, street artist francese da cui trae l?idea dei ratti.
Banksy nasce come artista nella scena underground di Bristol e le sue prime opere graffitare risalgono al 1990. La volont? dell’autor fin dal principio ? di far s? che l?underground esca dall?under, il sotto, il nascosto, per invadere tutte le citt? fino a musei e gallerie. ? anche il motivo per cui Banksy utilizza i topi indaffarati cos? spesso, una sorta di metafora della cultura underground di cui lui fa parte che, tramite atti vandalici che i topolini sembrano stiano per realizzare, si prende il suo pezzo di mondo.
Quella di Banksy ? un?arte politicizzata, con veri e propri epigrammi sovversivi che divengono un mantra e un nuovo punto di vista per chiunque li legga. Perch? ? proprio questa la capacit? di Banksy, di girare completamente la realt? in cui viviamo, facendocela cos? comprendere al meglio e? aguzzando e ridestando il nostro occhio critico. Le sue opere man mano che il tempo passa, divengono delle vere e proprie icone della nostra epoca.
Con Banksy – L’arte della ribellione ? la prima volta che vediamo sullo schermo la storia completa dell?artista, di certo gi? raccontata in altri docufilm e saggi, ma mai narrata nella sua totalit?. Il grande pregio di quest’opera ? la capacit? di offrirci il contesto in cui l?artista lavora, permettendoci cos? di comprendere al meglio le sue scelte e la sua evoluzione. Cos? facendo lo spettatore comprendendo la sua storia comprende al meglio il suo estro, andando cos? a mettere insieme i puzzle dei suoi atti e performance e anche la scelta di determinate citt? e zone del mondo a cui donare i suoi lavori. Perch? la street art ? proprio questa: donare a chiunque arte al di fuori dalle gallerie e dal mercato. Ma purtroppo (o per fortuna) anche Banksy venne considerato merce di scambio, portando i galleristi perfino a staccare pezzi di muri delle citt? pur di accaparrarsi un pezzo dell?artista pi? richiesto. Ci? avviene senza nessuno tipo di ?permesso?, e togliendo le opere dal loro contesto (in cui funzionavano e per cui erano state create) e soprattutto alla fruizione pubblica. Per questo Banksy nel suo atto finale del 2018 decide di distruggere una delle sue opere a un?asta di Sotheby?s, senza per? riuscire ad uscire dal mercato, ma anzi triplicando il valore dell?opera stessa, dal momento che ora era diventata parte di una performance dell?artista.
Una storia interessantissima che ci parla di come l?arte intorno a noi stia cambiando, cos? come il modo di concepirla e venderla. Un?artista che non svela la sua identit?, ma che ci permette di capire al meglio l?identit? della nostra societ? e del mondo in cui viviamo. Un?arte politica, che non fa parte di un elite, ma che ? capibile da tutti ed ? per questo cos? amata.