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Federica Marcucci
Becoming Karl Lagerfeld: la recensione della serie
Tags: Becoming Karl Lagerfeld
Cosa c’era dietro un genio tanto enigmatico come Karl Lagerfeld?
Becoming Karl Lagerfeld, nuova serie in sei episodi disponibile da oggi in streaming su Disney+, alza l’asticella rispetto ad altri prodotti seriali recenti – come The New Look e Cristóbal Balenciaga, costruendo un biopic che mette al centro sia l’estro creativo dello stilista sia le sue capacità imprenditoriali. Il risultato è un racconto sfaccettato che restituisce l’immagine di un uomo complesso che si accingeva a diventare un mito.
Nel 1972, Karl Lagerfeld (Daniel Brühl) ha 38 anni e non porta ancora il suo iconico taglio di capelli. È uno stilista di prêt-à-porter, sconosciuto al grande pubblico. Quando incontra e si innamora del sensuale Jacques de Bascher (Théodore Pellerin), un giovane dandy ambizioso e problematico, il più misterioso degli stilisti osa sfidare il suo amico (e rivale) Yves Saint Laurent (Arnaud Valois), genio dell’haute couture sostenuto dal discusso uomo d’affari Pierre Bergé (Alex Lutz).
Occhiali scuri, camicia immacolata e codino perfetto. L’immagine del Kaiser della moda è praticamente scolpita nell’immaginario collettivo e nella cultura pop; eppure Karl Lagerfeld non è sempre stato il Kaiser e, Becoming Karl Lagerfeld, si propone proprio di raccontare la genesi del mito incentrando la narrazione nell’arco di un decennio decisivo portandoci nella Parigi degli anni Settanta dove uno stilista prova a farsi spazio nel mondo del fashion con una visione nuova e rivoluzionaria: quella di rendere la moda accessibile a tutti.
Come amava dire lui stesso “la moda è una forma per definire lo spirito e l’essenza di un’epoca”. Una visione molto precisa che ha permesso a Lagerfeld di (ri)definire il concetto stesso di moda grazie a un approccio maniacale, quasi ossessivo nei confronti del proprio lavoro e di un mondo in cui la bellezza dei tessuti e la precisione dei tagli nasconde spesso pieghe oscure con cui fare i conti: sia sul fronte personale che professionale. Ne emerge il ritratto di un sistema complesso in cui un uomo si fa largo abbandonando i panni di se stesso e diventando qualcun altro, sposando la propria missione (o ossessione) e non riuscendo mai a fare davvero i conti con il proprio io.
Sono proprio le contraddizioni – umane ma anche proprie di un business come quello della moda, il grande tema di Becoming Karl Lagerfeld che riesce a tratteggiare il grande stilista individuandone tanto i punti di luce quanto quelli di oscurità: raccontandone il genio creativo, le intuizione da imprenditore così come quell’incapacità a lasciarsi andare davvero in ambito privato.
Una figura tratteggiata con passione e sentimento da Daniel Brühl che, in sei episodi da guardare tutti d’un fiato, non solo veste i panni dello stilista ma lo cerca nelle movenze e nel modo di parlare, facendo sue umanità e contraddizioni di un uomo che aveva scelto di fare della sua vita un’opera d’arte, nascondendo alla maggior parte del mondo il suo vero io.