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Bridgerton 3 recensione
Roberta Panetta

Bridgerton 3 Recensione: è il turno di Penelope e Colin!

Tags: bridgerton 3, bridgerton 3 recensione, netflix
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Roberta Panetta

Bridgerton 3 Recensione: è il turno di Penelope e Colin!

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Bridgerton 3
Photo Credits: Netflix

Cari lettori, parleremo oggi della collaborazione più proficua nel mondo della serialità, quella tra Shondaland (casa di produzione fondata da Shonda Rhimes) e il colosso dello streaming Netflix.

L’unione fa la forza, e questo è risaputo. Creata da Chris Van Dusen, storico collaboratore della Rhimes e già autore di show di successo come Scandal, Grey’s Anatomy o Private Practice, Bridgerton aveva tutte le carte in regola per diventare uno show dei record. E così è stato. Dal suo lancio, avvenuto il 25 dicembre del 2020, quindi in pieno lockdown, la serie ha monopolizzato i dibattiti sui social, tra critiche positive e nuovi fan che attendono, impazienti, questa terza stagione.

Considerata oggi il diamante del catalogo Netflix, Bridgerton è tra le serie più viste di sempre, con grandi numeri che derivano proprio dall’apparente frivolezza, dalla semplicità con cui vengono raccontati temi ben più profondi e dalla ricostruzione di un’epoca che tanto appassiona il suo target di riferimento.

Ma cos’ha di diverso questo period drama rispetto a tutti gli adattamenti simili? Basato sui romanzi bestseller della scrittrice Julia Quinn, Bridgerton è una serie romantica e scandalosa che vuole celebrare l’eternità di amicizie durature, la ricerca di un amore che conquisti tutto e, più di ogni cosa, vuole (re)immaginare una società multietnica dove non esiste razzismo. Queste tematiche scorrono in maniera verticale durante le puntate dello show, mentre il racconto di formazione dei protagonisti prende vita orizzontalmente, segnando una trasformazione che passa da un percorso di consapevolezza sessuale nella stagione uno (Daphne Bridgerton) all’educazione sentimentale nei capitoli dedicati al più grande dei fratelli (Anthony Bridgerton).

Shonda Rhimes qui mostra una società dove la diversity non viene minimamente messa in discussione perché in cima alla gerarchia c’è una donna nera, quindi non più una minoranza, incarnata dalla Regina Carlotta (Golda Rosheuvel).

È questo il più grande cambiamento rispetto ai romanzi: la serie Netflix crea un microcosmo attorno alla famiglia protagonista includendo i reali, altri pari del regno e una serie di figure secondarie ma capaci comunque di arricchire l’universo narrativo di casa Bridgerton. Mentre in ogni libro il focus resta il personaggio principale, con la storia d’amore che lo caratterizza e il più classico lieto fine, la serie elabora un vero e proprio tessuto sociale. L’aspetto romance cede poi il passo al giallo nella caccia all’identità di Lady Whistledown – che conosciamo già – da parte di una delle sorelle Bridgerton, Eloise, e si colora di molte altre sfumature man mano che sbircia nel privato dei vari personaggi.

Bridgerton 3
Photo Credits: Liam Daniel/Netflix © 2024

Scritta da Jess Brownell, questa terza stagione sfrutta il mondo sensuale, lussuoso e competitivo della società londinese dell’epoca della Reggenza già descritto nelle prima due stagioni dello show, concentrandosi sulla storia di Penelope Featherington (Nicola Coughlan) che dopo aver sentito le parole denigratorie di Colin Bridgerton (Luke Newton) nei suoi confronti ha finalmente accantonato la cotta di lunga data per lui. La ragazza ha tuttavia deciso che è arrivato il momento di trovare un marito che le garantisca sufficiente indipendenza per continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, lontano dalla madre e dalle sorelle. Ma la mancanza di autostima fa sì che i suoi tentativi di sposarsi falliscano clamorosamente.
Nel frattempo Colin è tornato dai suoi viaggi estivi con un nuovo look da pirata e un atteggiamento sorprendentemente spavaldo che non gli si addice. Avvilito nel constatare che Penelope, l’unica persona che lo ha sempre apprezzato così com’era, gli sta dando il benservito, si agita per riconquistare l’amicizia della giovane, improvvisandosi mentore per aiutarla a trovare un (buon) marito. Ma quando le sue lezioni iniziano a sortire un effetto anche troppo positivo, Colin è costretto a chiedersi se i suoi sentimenti per la ragazza siano davvero solo amichevoli. Cavalcando il classico trope letterario friends-to-lovers, Bridgerton 3 è priva di pregiudizi morali e ricca di romanticismo e speranza.

Si parla di una relazione tra un uomo e una donna, i proverbiali opposti che si attraggono (e che ancora non lo sanno), per descrivere i dilemmi interiori e i patemi di due creature lontane caratterialmente ma egualmente perse. Lei, dalla mente arguta e inizialmente con zero mire matrimoniali è, come ogni outsider, presa di mira con grande facilità. Lui, apparentemente algido, è tenero e fragile.

Nicola Coughlan e Luke Newton fanno a gara a superarsi in bravura, ognuna alzando l’asticella recitativa a mano a mano che nei loro personaggi aumenta il livello di vulnerabilità. Ognuno costringe l’altro a ritrovare se stesso, a riscoprirsi, a scegliere di vivere una vita che li aveva stancati. Il loro è un perenne confronto rivelatore, mantenuto in vita dai dialoghi brillanti e incisivi, divertenti e profondi con cui la showrunner Jess Brownell, eccellente nel comporre una sceneggiatura divertente e acuta, dissemina la serie.

bridgerton 3 netflix
Photo Credits: Netflix

A Shondaland non bastava solo il successo e l’abbondante ritocco alla storia così la conosciamo. No! L’historical fantasy di casa Netflix, in questa terza stagione, accarezza con maestria e garbo anche la mitologia. Fonte di ispirazione e di importanti insegnamenti, che vengono tramandati da secoli in lingue e culture di tutto il mondo, La favola di Amore e Psiche è uno dei miti latini più conosciuti di sempre, capace ancora oggi di suscitare stupore e commozione in chi lo legge. Ed è da questa storia che inizia a svilupparsi la trasformazione del rapporto tra Penelope e Colin.

D’altronde, il racconto di Amore e Psiche ci insegna che la vita non è sempre facile e che gli ostacoli potrebbero essere tanti, ma che solo così si giungerà a un amore vero, destinato a durare per sempre. Amore e Psiche rappresenterebbero rispettivamente la razionalità e l’istinto, l’io e l’es, configurandosi come la rappresentazione di due parti presenti costantemente dentro ognuno di noi. Danzando con estremo romanticismo tra balli, nobili letture e sguardi pieni di desiderio, Bridgerton 3 cerca un equilibrio fra le due parti appena descritte, bramando l’armonia tra amore e anima. L’amore è fusione tra passione (e carnale desiderio) e razionalità (nonché intesa mentale). L’una può esistere senza l’altra? Colin (Psiche) e Penelope (Amore) si troveranno, nonostante le difficoltà?

Il quarto episodio della prima parte di questa stagione termina con il più classico dei colpo di scena, riuscendo così a incuriosire lo spettatore ignaro. Anche questa volta, il candore verginale delle debuttanti dell’Ottocento a cui siamo abituati, e non solo grazie a Jane Austen, lascia il posto ad un erotismo del tutto sconosciuto per i racconti dell’epoca e sull’epoca. Il piacere femminile non è più un tabù né la sensibilità maschile: qui il proibito diventa non solo lecito, ma benvenuto e con una colonna sonora pop che include Sia, Taylor Swift e Pitbull.

LA TERZA STAGIONE DI BRIDGERTON – PARTE 1, DAL 16 MAGGIO SU NETFLIX.

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