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Alessio Zuccari
Cattivissimo me 4: la recensione del nuovo film della saga con Gru
Tags: cattivissimo me 4, Chris Renaud, gru, Patrick Delage
Cattivissimi loro! Il cattivissimo Gru ha infatti dismesso in tutto e per tutto le vesti del cattivissimo, se ma lo è davvero stato. In Cattivissimo me 4 divide il suo tempo tra il fare il papà e il continuare a offrire il proprio genio alla Lega Anti Cattivi. Da qui parte il nuovo capitolo di un franchise che da quasi quindici anni è per la Illumination, e per Universal Pictures, una gallina dalle uova d’ora. In regia torna Chris Renaud dopo la pausa del terzo capitolo, uscito nel 2017, affiancato per l’occasione dall’esordiente Patrick Delage e con ancora in sceneggiatura Ken Daurio e poi Mike White.
Ma si diceva: fare il papà e combattere i cattivi. Questo il tema cardine della sesta istallazione della saga – che conta al suo interno anche i due spin-off dedicati ai Minions –, appuntamento che mostra un po’ di stanchezza nel riproporre una formula comunque rodata e ben collaudata nel tempo.
Oltre alle tre figlie adottive, adesso Gru (in Italia doppiato da Max Giusti) ha anche l’affetto di un piccolo Gru Jr., avuto con la compagna e collega Lucy (Carolina Benvenga). O meglio, tenta disperatamente di averne l’affetto. Per qualche ragione Gru Jr. ha infatti occhi grandi solo per la madre, mentre nei confronti dell’altro genitore nutre più che altro antipatia, tra linguacce e sguardi torvi. Ma quando il malefico e piuttosto disgustoso nella sua scarafaggio-forma Maxime Le Mal (Stefano Accorsi), super cattivo ed ex compagno di scuola di Gru, scappa dalla prigione in cui proprio il protagonista aveva contribuito a farlo rinchiudere, la famiglia è costretta ad andare a vivere sotto copertura e con nuove identità.
Un piano diabolico tira l’altro, e così nel momento in cui Maxime prende di mira proprio Gru Jr. come obiettivo della sua vendetta, padre e figlio si ritrovano nel mezzo di avventure che ne consolideranno via via il rapporto. Strambi tentativi di vita quotidiana, improbabili furti assieme alla giovane vicina di casa e aspirante villain Poppy, complotti e sotterfugi (con il resto della famiglia un po’ in secondo piano), Cattivissimo me 4 si gioca insomma le solite carte, fatte di umorismo slapstick e di gag sempre tutte di corpo.
Soprattutto nei momenti in cui in scena ci sono proprio loro, i Minions, vere star del brand che qui si prestano addirittura al superomismo quando in laboratorio ad alcuni di loro è somministrato un siero che li trasforma in Megaminions con tanto di megapoteri. C’è chi vola, chi è superforte, chi spara raggi laser dagli occhi, chi è elastico e chi resistente, in un riuscito e tontolone scimmiottamento dei grandi classici dei fumetti.
Come al solito fanno le loro cose e vivono le loro avventure parallele, salvo poi ricongiungersi con una trama principale che eppure appare più opaca e meno sprintosa che in passato, figlia di un ragionamento sul paterno che presta anche il fianco a qualche grattacapo di troppo. Sembra quasi suggerire: il rapporto con un figlio biologico è quindi più stretto e di valore di quello che si ha con un figlio adottivo?
Il film di Renaud e Delage resta comunque in linea con la solidissima base di tono e umore del franchise, in grado di sostenerlo nei momenti meno brillanti di questa disperata rincorsa a chi è capace di impressionare di più il prossimo a suon di malefatte, e chi invece scopre che anche nella semplice vita di tutti i giorni c’è gioia e festa. In ogni caso, siamo sicuri che questa lunga storia di cattivissimi dal cuore tenero non sia affatto finita qui.
Cattivissimo me 4 è al cinema con Universal Pictures in anteprima dal 7 agosto e poi in tutte le sale dal 21 agosto.