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Cheerleader per sempre: recensione della commedia Netflix con Rebel Wilson
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Cheerleader per sempre: recensione della commedia Netflix con Rebel Wilson

Tags: comedy, netflix, Recensione
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Cheerleader per sempre: recensione della commedia Netflix con Rebel Wilson

Tags: comedy, netflix, Recensione

Sinossi ufficiale di Cheerleader per sempre:

Dopo un coma durato vent’anni per un’acrobazia da cheerleader finita male, una trentasettenne si risveglia decisa a realizzare un sogno: diventare reginetta del ballo.

Recensione di Cheerleader per sempre:

Riecco la fine degli anni Novanta in un film del 2022. Anzi, riecco i primissimi anni del nuovo millennio in una commedia che cita con l?effetto ?ti ricordi?? gli anni d?oro della celebrity/pop culture. Quella degli MTV Europe Music Awards e delle coreografie sexy nei video di Britney Spears, dei VHS affittati da Blockbuster e dei torchon dei capelli chiusi con delle mini-clip glitterate, dei crop-top quando ancora si chiamavano solo top e i jeans chiari a vita bassa, dell?ascesa dell?R?N?B e dell?Hip Hop, della copertina dell’album Ray of Light di Madonna e del rock-pop di Sk8er Boi di Avril Lavigne.

Cheerleader per sempre, la nuova commedia con Rebel Wilson arrivata da poco su Netflix, quegli anni d?oro ora rimpianti con una certa nostalgia da chi li ha vissuti, ora ripudiati dalle nuove generazioni che li ritengono responsabili di ogni male del Millennio, rivivono forse mai cos? ironicamente (e fino a un certo punto intelligentemente) in un coming-of-age assurdo e fuori tempo massimo, iniziato da un risveglio traumatico nell?incubo di alcune derive estreme della woke culture e capace di sferrare qualche graffio sulla schiena della nostra strana contemporaneit?.

come eravamo

Dopo una caduta che le ha provocato un lungo coma, venti anni per la precisione dal 2002 al 2022, la cheerleader ex loser Stephanie apre gli occhi a trentasette anni compiuti ma con il cervello rimasto da adolescente, costretta a barcamenarsi con difficolt? in un?America hi-tech con gli smartphone sempre in mano e le parole offensive alle minoranze che non si possono pi? dire, piegata agli hashtags e ai tutorial di make-up, all?ambientalismo e con Lady Gaga che ha preso il posto di Madonna.

Decisa a diplomarsi nel suo incompiuto Senior Year ed essere eletta reginetta come programmava allora, la protagonista torna per un mese nel suo vecchio liceo: lo stesso edificio ma frequentato da studenti ai quali, a quanto pare, non importa pi? nulla del ballo studentesco, perch? ritenuto problematico su clich? e ruoli di genere ormai superati e con la ragazza pi? popolare della scuola impegnata socialmente in body positivity, inclusivit? e il giusto aging.

Un incubo col quale Stephanie tenta di trovare un compromesso, lo stesso che prova a stringere il film dalla seconda parte in poi, quando, avviandosi verso un finale accogliente e moralizzante in pieno stile Netflix, smorza quel suo irriverente senso dell?umorismo citazionista che era riuscito invece a conquistare gli spettatori trentenni e quarantenni di oggi nella prima met?, costruita visivamente come le celebri teen-comedy di quegli anni come Ragazze nel pallone (Bring It On) e Mean Girls.

Bei tempi (?). Cheerleader per sempre mette a confronto due epoche e i limiti del politically correct

Sfruttando il salto temporale come escamotage narrativo alla messa a confronto dei due periodi, Cheerleader per sempre, capitanato dalla comicit? trascinante di Rebel Wilson per nulla impaurita al rilancio vecchia maniera di parolacce, diti medi e allusioni sessuali, si e ci chiede se il tanto millantato mondo delle diversity e del politically correct sia stato finalmente raggiunto, oppure se sia tutta la pavida illusione di meccanismi sociali immutabili come il micro habitat del liceo, incartato in s? stesso nelle solite dinamiche di popolarit? vs. anonimato, successo e insuccesso; in definitiva: ricchi e belli contro umili e non conformi.

Certo, forse come ci lascia intendere il film, gli adolescenti del duemila ventidue qualche libert? in pi? di poter essere s? stessi se la sono guadagnata, e al contrario, quella leggerezza di non essere per forza impegnati, consapevoli, informati e mitigati oggi ci ha resi un tantino noiosi. Ecco allora che Cheerleader per sempre, nonostante un minutaggio a tratti dilungato ma avanzando con una colonna sonora perfetta e rimandi confezionati con una dose di credibilit? non solo decorativa, guarda indietro nel tempo mostrandoci le pecche e del presente, sfruttando un immaginario iconico d’inizio secolo che ricordiamo con una certa nostalgia.

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SNEAKERENTOLA, LA RECENSIONE | I SOGNI SON?PASSIONI NEL NOSTRO CUORE

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