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Chrissy Judy: recensione del film d'apertura del Lovers Film Festival
Tags: chrissy judy, film lgbtq, Lovers Film Festival, Recensione
L’esordio alla regia di Todd Flaherty è allegro e promettente: Chrissy Judy, presentato alla 38esima edizione del Lovers Film Festival, è una commedia in bianco e nero alla scoperta del mondo drag e sul ritrovare sè stessi.
Judy (Todd Flaherty) e Chrissy (Wyatt Fenner), omosessuali e amici di sempre, lavorano in coppia come drag queen a New York. Chrissy però decide di trasferirsi a Filadelfia con il suo ragazzo, abbandonando il mondo dello spettacolo. Judy non è felice della notizia e inizia un rimbalzo da un uomo all’altro, mentre cerca di convincere l’amico a tornare a New York: il suo inibito nasconde il suo sentirsi inadeguato anche nella famiglia che si era scelto.
Scritto, diretto e interpretato da Todd Flaherty, Chrissy Judy è una bella, divertente commedia che dà molto da pensare sulla community LGBTQ+ e in particolare sulla cultura drag: queste diventano la famiglia che ti scegli, che ti accoglie e ti capisce. Ma fino a quando? In famiglia comunque si è diversi, e spesso le ambizioni e i desideri della vita non coincidono con quelle degli altri. Chrissy, all’alba dei 30 anni, vuole stabilità, desidera costruire un rapporto con il suo compagno al contrario di Judy che è uno spirito libero, che sogna di fare la drag queen per tutta la vita e non accetta i cambiamenti repentini che gli stanno accadendo. Judy è un Peter Pan omosessuale, non vuole crescere e diventare adulto, avere responsabilità e obblighi, tanto da ritenere “eteronormativo” l’avere un partner stabile.
In un mondo dove tutti giudicano e sono giudicati, la storia di Judy permette di svelare la drag culture e l’insoddisfazione personale: il personaggio di Judy è dipendente da quello di Chrissy, e l’abbandono del socio è un drastico cambiamento nell’ambiente lavorativo, tanto da portarlo a riscrivere il numero e creare un nuovo personaggio, un nuovo lui. La maschera drag notturna diventa maschera di tutti i giorni, che man mano scivola dal volto del protagonista rivelando nuove prospettive e ambizioni.
Chrissy Judy è una commedia, a tratti commovente, che ricorda i film comici degli anni ‘40 e ‘50, meglio ancora una vacanza al mare durante quegli anni, visto sia il filtro del bianco e nero e alcuni ambienti, ma anche il linguaggio dei personaggi sembra uscire da un altro tempo: schietto e preciso, tagliente e ironico. Il tono bianco e nero, permette anche di svelare il blocco di Judy: nel film gli viene detto che il suo personaggio di spettacolo è bloccato in un’epoca a cui lui non appartiene, per questo non riesce ad avere successo, deve abbandonare i clichè e creare qualcosa di nuovo e personale.
La commedia d’esordio di Flaherty si completa di una colonna sonora vivace e spiritosa, che tiene il ritmo della scoperta di sé stessi e della storia d’amicizia tra Chrissy e Judy, tra feste, baldorie, delusioni e rabbia.