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Alessio Zuccari
Citadel, la recensione dei primi due episodi della serie
Tags: amazon prime video, citadel, priyanka chopra jonas, richard madden
Dopo essere stati tra i perni del primo, notevole corso del Marvel Cinematic Universe, i Fratelli Russo continuano a sognare in grande. Ora sono in pellegrinaggio sotto l’egida delle piattaforme streaming: AppleTV+ con Cherry, poi Netflix con The Gray Man, infine Prime Video con Citadel, la nuova serie spionistica globale per la quale fanno da produttori esecutivi e di cui abbiamo visto i primi due episodi. La crea per Amazon lo showrunner David Weil (che per il colosso aveva già ideato Hunter ed Invasion), ma la mano dei Russo è ben evidente.
Fosse solo per l’ampio respiro che sta dietro l’ambizione di questa nuova serie: creare un’impalcatura espansa, una sorta, anche qui, di universo narrativo spalmato su più opere seriali che abbracciano diversi contesti e diverse storie pronte a convergere al centro dell’arazzo. Arriveranno in seguito gli spin-off già ordinati e prodotti in India e in Italia (qui da noi tra i protagonisti c’è Matilda De Angelis, volto sempre più internazionale), ma a fare da primo filamento è Citadel, opera in sei atti che ci introduce a un nuovo e inquietante ordine mondiale.
Mentre in un futuro prossimo gli equilibri geopolitici paiono essere sull’orlo del collasso tra attentati nel cuore delle grandi metropoli di tutto il mondo e l’aggressivo imperialismo di alcuni Paesi sopra gli altri, delle forze occulte muovono le fila di quello che sarà l’avvenire. Da una parte c’è l’agenzia di spionaggio chiamata Citadel, svincolata dagli interessi dei singoli Stati e autopromossa dai suoi stessi membri, che opera a livello internazionale professando il credo del “fare la cosa giusta”. Di questa fanno parte l’affascinante Mason Kane (Richard Madden) e la sensuale Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas), partner sul lavoro e non solo, il meglio del meglio di un’agenzia che conta anche sul supporto della geniale nonché affilata figura di Bernard Olick (Stanely Tucci).
Dall’altro lato c’è invece Manticore, sorta di massoneria tra le cui fila si siedono le più ricche e influenti famiglie del pianeta e che pare non farsi scrupoli ad attentare, uccidere e far collassare economie al fine di professare i propri interessi. Le cose, però, forse stanno in una maniera più complessa e sfumata rispetto a come questi due schieramenti si pongono uno di fronte all’altro. Forse c’è tempo per discutere anche le implicazioni e lo scopo di chi si pone al di sopra degli eventi per influenzare il corso della storia, seppur a fin di bene – ecco un altro tratto che i Russo conoscono bene: la questione del vigilantismo.
Mason e Nadia, per alcune ragioni, si ritrovano a dover affrontare questi dilemmi e a interfacciarsi l’uno con l’altro nella riscoperta anche del loro trascorso sentimentale ed emotivo, mentre tutto attorno il mondo si avvicina ad ampie falcate ad un punto di non ritorno. Due episodi sono probabilmente pochi per dare un giudizio sul potenziale esplosivo e muscolare della serie (fonti interne confermano che il budget di Citadel si attesti attorno ai 300 milioni di dollari, la seconda più costosa di sempre per Amazon), anche perché è chiaro come questi fungano più che altro da viatico informativo a un mondo che nel suo sottobosco pare nascondere molte ombre e molti volti.
Queste puntate sono un assaggio che ha il sapore di una dichiarazione d’intenti che non bada per il sottile. Si mette subito in evidenza cosa la serie voglia fare con il suo piglio di internazionalità a grana grossa quando mette in bocca ai suoi protagonisti quattro, cinque, sei lingue diverse e saltella per il globo dalle Alpi agli Stati Uniti, passando pure per Zurigo. Oppure quando lancia nella mischia i suoi protagonisti pronti a menare le mane e tuffarsi in inseguimenti pur di venire a capo di una situazione che ancora devono mettere realmente a fuoco.
Prepararsi per i fuochi d’artificio
Ma è già chiaro come l’opera presti grande attenzione a porre al proprio centro il potenziale divistico dei suoi due protagonisti, coccolati da una macchina da presa che ne percorre la bellezza dei corpi e dei volti, in un primo momento risparmiati dalle ferite e dalle contusioni salvo poi essere buttati in un tritacarne dove se le danno di santa ragione. Eppure i momenti deputati all’azione e alla frenesia sembrano essere debitori di una configurazione dell’action non tra le più originali, probabilmente un po’ troppo morbida sia negli scontri all’arma bianca che in quelli a fuoco.
A emergere è il gusto a tratti videoludico di questi episodi, dove in particolare il personaggio di Mason, a seguito di alcune peripezie che vi lasceremo scoprire da voi, pare porsi come avatar dello spettatore. Lo si segue nel suo dover re-imparare ad essere una spia e ad affrontare una curva di apprendimento sotto i nostri occhi a suon di calci, pugni e sparatorie. Tuttavia Citadel pare godere di un ritmo discreto, al netto della sua fisiologica necessità di carburazione. Il contesto semina domande a cui rispondere sono chiamati Mason e Nadia, centro catalizzatore di un intrigo che preannuncia futuri fuochi d’artificio.