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Roberta Panetta
The White Lotus 3 recensione: la satira sociale sbarca in Thailandia
“Dove osano le cicogne”, diretto da Fausto Brizzi, affronta con audacia il delicato tema della maternità surrogata, inserendolo nel contesto della commedia all’italiana. Il film segue le vicende di Angelo (Angelo Pintus), un maestro elementare amato dai suoi alunni per la sua simpatia, e di sua moglie Marta (Marta Zoboli), una coppia desiderosa di avere un figlio ma impossibilitata a concepirlo naturalmente. Dopo vari tentativi falliti, decidono di recarsi in Spagna, dove incontrano Luce (Beatrice Arnera), una giovane tifosa del Barcellona che accetta di portare in grembo il loro bambino attraverso la gestazione per altri. Al ritorno in Italia, dove la maternità surrogata è illegale, i tre devono affrontare una serie di situazioni comiche e complicate per nascondere la verità e realizzare il loro sogno di diventare genitori.
La sceneggiatura di “Dove osano le cicogne”, scritta da Brizzi insieme a Herbert Simone Paragnani e Gianluca Belardi, riesce a trattare un argomento controverso con leggerezza, senza cadere nella banalità. Il film mette in luce le contraddizioni della società italiana contemporanea, evidenziando come le leggi spesso non riflettano i reali bisogni e desideri delle persone. La scelta di ambientare parte della storia in Spagna sottolinea le differenze culturali e legislative tra i due paesi, offrendo spunti di riflessione sul tema della genitorialità e dei diritti civili.
Angelo Pintus, al suo debutto cinematografico, dimostra una notevole versatilità, passando con disinvoltura dai toni comici a quelli più emotivi. La sua interpretazione di Angelo è autentica e coinvolgente, riuscendo a trasmettere sia la frustrazione di un uomo desideroso di diventare padre, sia la determinazione nel superare gli ostacoli legali e morali che si frappongono al suo obiettivo. Marta Zoboli, nel ruolo di Marta, offre una performance equilibrata, rappresentando una donna forte e comprensiva, pronta a sfidare le convenzioni per realizzare il suo desiderio di maternità.
Beatrice Arnera, nei panni di Luce, aggiunge una ventata di freschezza al film, interpretando una giovane donna spagnola con un carattere vivace e una personalità intrigante. La chimica tra i tre protagonisti è palpabile e contribuisce a creare situazioni comiche efficaci, senza mai perdere di vista la delicatezza del tema trattato. Il cast di supporto, composto da comici brillanti come Andrea Perroni, arricchisce ulteriormente la narrazione di “Dove osano le cicogne” , offrendo momenti di leggerezza che bilanciano le riflessioni più profonde.
In conclusione
Dove osano le cicogne è una commedia che riesce nell’intento di affrontare un tema complesso e divisivo come quello della maternità surrogata, utilizzando l’ironia per stimolare una riflessione profonda sulle dinamiche familiari e sulle leggi che regolano la genitorialità. La regia di Fausto Brizzi, unita alle solide performance del cast, in particolare di Angelo Pintus, offre al pubblico un film che diverte e fa pensare, inserendosi nel filone delle commedie italiane capaci di trattare argomenti seri con leggerezza e intelligenza, come accadde già per l’indimenticabile Scusate se esisto con Paola Cortellesi.
In definitiva, “Dove osano le cicogne” rappresenta un contributo significativo al panorama cinematografico italiano, dimostrando che è possibile coniugare intrattenimento e riflessione sociale in maniera efficace e coinvolgente.