2020
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Enola Holmes: la recensione del film Netflix con Millie Bobby Brown
Tags: enola holmes, film netflix, henry cavill, millie bobby brown, sam claflin, sorella sherlock holmes
La sorella disobbediente di Sherlock Holmes va a Londra per decifrare il codice pi? misterioso: crescere e scoprirsi parte di una societ?. Quello di Enola Holmes ? un destino scritto gi? nel suo nome. Un nome che letto al contrario contiene l?aggettivo che sembra per l?appunto predestinarla: alone, (sola).
La solitudine di Enola ? fato, inevitabilit?, marchio indelebile di una personalit? a s?, che nel suo divenire di confinamento dal prevedibile sente l?irrefrenabilit? di un impetuoso potere rivoluzionario e potenzialmente sovversivo. Cresciuta con una madre (Helena Bonham Carter) dall?animo avanguardista, reazionaria e femminista l?eroina adolescente, sorella di Mycroft (Sam Claflin) e dal suo pi? celebre fratello Sherlock (Henry Cavill), si forma nella casa materna immersa nella natura e nella conoscenza. I libri, la pittura, la scienza, l?arte del combattimento diventano le armi culturali e pedagogiche donate dalla madre per renderla donna di domani; gli occhi che dirigeranno il suo sguardo su una Londra in cambiamento, pronta (forse) ad ampliare il suffragio universale con il primo Reform Act del 1832.
Diretto da Harry Bradbeer e scritto da Jack Thorne, adattando l?omonimo romanzo di Nancy Springer, il film Netflix sulla sorella minore di Sherlock ? un mosaico avventuriero e pop su una giovane donna che, dopo l?inspiegabile abbandono della madre, e il conseguente ritorno a casa dei fratelli-pater familias – che hanno per lei in mente un futuro socialmente pi? accettabile al suo fare sregolato – decide di prendere in mano il suo futuro e andare alla ricerca della madre. Grazie alla scaltrezza, all?incredibile capacit? di reinventarsi e alla tenacia tutta al femminile, Enola si catapulter? in una Londra vittoriana sbandata e ingrigita, dove instaurer? un?amicizia di condivisione giovanile ed empatia tra outcast con il giovane Lord Tewksbury, anch?esso in fuga da una famiglia con troppi segreti e legami politici. Il regista delle iper premiate serie tv Fleabag e Killing Eve, racconta con originalit? ed esagitata esuberanza stilistica una storia di formazione in crescendo, contornando alla storyline principale della ricerca materna, l?utilizzo di molteplici surplus visivi integrati nel montaggio come animazioni, disegni, pagine di libri, scene in ralenti.
L?eroina mystery interpreta da Millie Bobby Brown, qui magnetica e carismatica nel portare avanti il racconto, viene tratteggiata con tono ironico, poi pi? introspettivo ed infine di nuovo spassoso, alternando momenti ritmicamente coinvolgenti con quelli pi? personali ed emozionali. ? Enola Holmes che racconta in prima persona la sua storia. Guarda in macchina spezzando pi? volte la quarta parete e sospendendo cos? doppiamente l?incredulit? narrativa, necessaria al racconto cinematografico ma qui a beneficio di un rapporto pi? immediato e diretto con chi guarda; sottolineando, ancora di pi? – s? possibile -, l?essere totalmente artefice del proprio destino. Enola Holmes con quell?aria da romanzo giallo a tinte crime sorpassa l?immagine femminile del film in costume tutta crinoline e arte preraffaellita, mettendo in campo temi attuali e nello stesso tempo universalmente riconosciuti quali l?identit? femminile e i valori del femminismo, la partecipazione sociale e politica, i lacci familiari e il bisogno di autodeterminazione, la presa di coscienza di s? come parte di una comunit?.
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