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Fate: The Winx Saga: la recensione della magica serie Netflix
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La serie racconta le avventure di cinque fate che frequentano Alfea, il collegio di magia di Oltre Mondo. Le protagoniste dovranno imparare a gestire i propri poteri magici mentre affrontano l?amore, le rivalit? e i mostri che minacciano la loro esistenza.
Negli ultimi anni, il panorama dei prodotti fantasy si ? particolarmente ampliato, rendendo vasta la scelta per i telespettatori. Un’etichetta dedicata principalmente al giovane pubblico, e da cui Netflix ha saputo attingere per regalare ai suoi abbonati titoli molti differenti per storie e per ambientazioni. Se leggendo questa introduzione avete pensato a Le terrificanti avventure di Sabrina o The Witcher, allora siete nel posto giusto.
Fate: The Winx Saga non ? molto distante.?Seguendo la scia del successo dei rifacimenti in chiave live-action, Brian Young, gi? sceneggiatore di The Vampire Diaries, racconta oggi questo viaggio di formazione di cinque fate che frequentano Alfea, un collegio magico posizionato nell’Oltre Mondo dove apprendono a gestire i loro poteri, alternando la componente magica agli amori e le rivalit? che si vivono durante l’adolescenza.
A differenza della serie animata dai colori vivaci, il nuovo spettacolo ha un approccio visivo pi? radicato, marcatamente dark e decisamente in linea con i successi seriali del nostro tempo.?Ha una trama sorprendentemente sfumata che si tuffa nelle ramificazioni dei conflitti generazionali, ma ha un costo: sacrifica alcuni personaggi e quel familiare senso di amicizia e sostegno reciproco che, invece, colorava la serie tv d’animazione italiana.?
Abigail Cowen ? Bloom | Fate: The Winx Saga – Credits: Netflix
I personaggi di Fate: The Winx Saga sono pi? maturi e spigolosi delle loro controparti animate. Nello stesso modo in cui Le terrificanti avventure di Sabrina ha trasformato la simpatica protagonista della sit-com in una strega testarda e ribelle, la nuova serie Netflix disegna alle eroine fatate bordi decisi. L’affascinante Principessa Stella?(Hannah van der Westhuysen) ha a che fare con una madre pretenziosa e autoritaria, la fiducia di Aisha?(Precious Mustapha) si trasforma in sfacciataggine quasi abrasiva e l’atteggiamento coraggioso di Bloom (Abigail Cowen) la spinge a decisioni incredibilmente spericolate. ? ci? che richiede una trama pi? drammatica, un’evoluzione in contrasto con i personaggi del cartone animato ma che risulta moderna e appassionante.
Controversa la questione che riguarda il personaggio di Terra (Eliot Salt), dichiaratamente ispirato alla fata Flora. Terra aggiunge un po’ di diversit? corporea al cast sposando il body positivity, nell’intento di far conquistare alla serie l’aggettivo “inclusiva”. Gran parte della sua storia, per?, ruota attorno al suo essere goffa, il che avrebbe avuto molto pi? senso se si fossero concentrati sulla sua insicurezza e sul supporto che avrebbe meritato dalle sue compagne. Un concetto che speriamo possa trovare ampio spazio in un’ipotetica e nuova stagione della serie.
Ad affascinare pi? delle altre ?, invece, il personaggio di Musa (Elisha Applebaum), la fata della mente che sa leggere le emozioni e vive d’empatia.?Il suo stile cool e le cuffie esclusive possono dare l’impressione che sia scostante, spesso chiusa al mondo e persa nella sua musica. Ma come fata della mente, Musa ? un’empatica che sente ogni sensazione intorno a lei – pensieri, ricordi, sogni. Sue le scene pi? emozionanti di questa prima stagione.?
Senza troppi giri di parole e sin dalle prime battute, Fate: The Winx Saga vive di citazioni magiche: facile immaginare che Bloom possa appartenere a Serpeverde nello stesso modo in cui Aisha e la sua saccenza appartengono a Grifondoro. Riferimenti geniali e utili per il target di riferimento, che in una scuola di magia, con una storia ormai collaudata, si ritrova quasi a casa.
Fate: The Winx Saga crea una trama avvincente e ricca di sfumature. La ricostruzione del suo mondo ? eccitante e intrigante, cos? come lo sono le location scelte e gli effetti speciali. L’intrigo, ordito da una volont? ambiziosa e spregiudicata, prende vita dalla primissima scena: antiche creature oscure conosciute come i Bruciati sono riemerse – decenni dopo che presumibilmente si erano estinte -, tema che si intreccia con un interessante scontro generazionale, in cui i personaggi pi? anziani devono fare i conti con gravi errori del passato.
Mentre la trama pi? oscura eleva il cartone animato a una storia per un pubblico young adult, i personaggi cupi e aspri sminuiscono una delle tematiche pi? impotanti: l’amicizia. Quell’atteggiamento generalmente antagonista tra le ragazze segna il contrasto pi? profondo con lo spettacolo originale.?Al termine della prima stagione, infatti, le giovani fate dichiarano di essere buone amiche, ma questa affermazione non sembra del tutto guadagnata poich? lievemente macchiata dall’indole scontrosa che regna sovrana. Tuttavia, il male che affrontano – non solo un malvagio signore supremo, ma un trauma sociale che nessuno sa ora come gestire – crea una storia ricca di spunti in cui i personaggi potrebbero crescere, se lo spettacolo dovesse continuare.
Al netto di qualche contrazione funzionale alla durata del racconto, Fate: The Winx Saga ? una piacevole sorpresa non soltanto per il pubblico per cui ? stata pensata, ma anche – e soprattutto – per spettatori pi? adulti che ignorano o hanno ignorato le avventure di Winx Club. Se non ? un successo questo…