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Alessio Zuccari
Festival di Venezia 2023: ecco quali sono i nostri titoli più attesi
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La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è alle porte con la sua 80esima edizione. Cifra tonda per l’evento di cinema più antico al mondo, con una selezione di titoli davvero eccezionale che attende al Lido, dove invece stavolta non ci saranno i grandi divi hollywoodiani, alle prese con lo sciopero di categoria indetto negli scorsi mesi dalla Screen Actors Guild. A compensare questo ridimensionamento del lato più glamour del festival, sotto l’ultima direzione artistica di Alberto Barbera, ci sono però tantissimi film che, sulla carta, promettono una qualità artistica quasi senza precedenti. Manca oramai poco – si parte il prossimo 30 agosto per chiudere poi il 9 settembre – e My Red Carpet sarà presente anche quest’anno, offrendovi ampia copertura della Mostra. Per il momento, ecco una lista di alcune delle opere più attese che avremo modo di vedere e commentare per voi.
Quello di Yorgos Lanthimos si preannuncia essere tra i film più bizzarri in Concorso al festival. Il regista greco e la sua peculiare firma sono un marchio di garanzia per Povere creature!, un’opera che si presenta con tratti fiabeschi e barocchi, popolata da creature grottesche e tutte da decifrare. Al centro del racconto c’è Bella (Emma Stone), riportata in vita dallo strambo dottore Godwin Baxter (Willem Dafoe). Desiderosa di vivere libera e nella mondanità, scappa dalla custodia del suo protettore e intraprende un viaggio con lo scaltro avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo).
Dopo aver presentato Spencer sempre alla Mostra di due anni fa, Pablo Larraín torna in Concorso con El Conde. Un film dalle premesse geniali: il regista ripensa infatti il dittatore cileno Augusto Pinochet come un vampiro di 250 anni pronto a tornare nel mondo dei vivi. Netflix distribuirà questa commedia dark che nonostante la sua peculiarità si inserisce nel solco della filmografia di Larraín, da sempre impegnato a rileggere la sanguinosa storia del suo Paese d’origine e a fare il paio con la nostra preoccupante contemporaneità.
Bradley Cooper ci ha preso gusto e si presenta al festival di Venezia con Maestro, in Concorso. Il noto attore torna infatti dietro la macchina da presa dopo il sorprendente exploit di A Star Is Born, mettendosi in prima persona anche nei panni di Leonard Bernstein, tra i più celebri compositori e direttori d’orchestra di sempre. Il film sarà il ritratto soave della complessa relazione tra Bernstein e la moglie Felicia Montealgre (Carey Mulligan), con la quale ha trascorso assieme oltre tre decenni di vita.
Dopo la formativa scuola de L’amica geniale, Saverio Costanzo torna al cinema con Finalmente l’alba, in Concorso nella selezione della Mostra. Un’opera che assume i contorni di un viaggio sospeso tra sogno e realtà, dove la giovane Mimosa (Rebecca Antonaci), comparsa di Cinecittà negli anni Cinquanta, accetta l’invito di un gruppo di attori americani a trascorrere una serata in loro compagnia. Un’esperienza che, all’arrivo dell’alba, l’avrà segnata e cambiata per sempre. Nel cast molte star internazionali come Lily James, Joe Keery, Willem Dafoe e Rachel Sennott.
Se prima c’era l’Elvis di Baz Luhrmann, ora è il turno del Priscilla di Sofia Coppola. La regista già Leone d’oro con Somewhere nel 2010, torna in Concorso con l’adattamento biografico di Elvis and Me (uscito nel 1985), incentrato sul personale punto di vista di Priscilla Presley (Cailee Spaney) nei confronti del matrimonio avuto con la rockstar (qui Jacob Elordi) tra il 1967 e 1973. Un negativo della frenesia del film di Luhrmann, dove alla dolenza sfrenata del Re del rock è contrapposto il tratto delicato di una relazione tesa tra l’amore e la disillusione.
Gli anni Cinquanta stanno volgendo al termine ed Enzo Ferrari è in crisi. L’azienda costruita assieme a sua moglie Laura mostra segni di cedimento, così come un matrimonio segnato profondamente dalla perdita dell’unico figlio Dino. Michael Mann torna finalmente alla regia con Ferrari, selezionato in Concorso, interrompendo un digiuno quasi decennale che si prolungava dai tempi di Blackhat. Sceglie la storia di un simbolo della cultura italiana e ne affida le chiavi del successo ad Adam Driver e Penelope Cruz, protagonisti di quella che si prospetta come un’intensa odissea personale.
Dopo il magniloquente Mank, continua il sodalizio di David Fincher con Netflix, che distribuirà il suo nuovo The Killer, in Concorso al festival. A scrivere il film è Andrew Kevin Walker, altro sodalizio che Fincher recupera dai tempi di Seven, e che quindi già fa sperare per il meglio per questa storia di un’intima ossessione. Quale? Quella di un killer su commissione (Michael Fassbender) tormentato da un errore commesso e al quale porre rimedio con una caccia all’uomo su scala globale.
Dopo il non molto apprezzato adattamento di Pinocchio, Matteo Garrone torna alla regia e cambia marcia. Io capitano, in Concorso, modifica del tutto punto di vista e sceglie di porsi all’altezza di Seydou e Moussa, due giovanissimi migranti che lasciano Dakar per intraprendere il periglioso viaggio alla volta dell’Europa. Un controcampo delle tante, troppe e strazianti tragedie che si consumano a largo delle nostre coste e di cui siamo testimoni e complici passivi, che qui riecheggia a partire dalle parole e testimonianze di chi ce l’ha fatta.
L’età è solo un numero? Per Woody Allen parebbe proprio di sì, che alla soglia dei novanta si reinventa fuori dagli Stati Uniti (dove è travolto dalle polemiche) e sbarca a Parigi per realizzare il suo primo film interamente in lingua francese, Coup de chance, presentato Fuori Concorso. Al centro della storia i due rampanti Fanny e Jean, belli, realizzati dal punto di vista professionale e presissimi l’uno dall’altro. Quando Fanny si imbatte in Alain, ex compagno dai tempi del liceo, è però travolta da un sentimento che le fa perdere la bussola. Tra gli interpreti Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud.
Wes Anderson non è più quello di prima? Gli ultimi The French Dispatch e Asteroid City hanno fatto grattare il capo a molti, ma il regista statunitense di certo non rallenta e arriva alla Mostra con il cortometraggio The Wonderful Story of Henry Sugar, proposto dalla selezione in Fuori Concorso. Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel e Ben Kingsley sono protagonisti dell’adattamento di una storia di Roald Dahl, dove un uomo ricco viene a conoscenza dell’esistenza di un guru capace di vedere senza utilizzare gli occhi e decide quindi di voler padroneggiare questa tecnica per barare al gioco.