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First Kill, recensione: è da vedere la serie più chiacchierata di Netflix?
Tags: First Kill, netflix, serie
C?? una sana dose di trash che sentiamo il bisogno di soddisfare. Prodotti che pur nel loro essere incredibilmente cheap sanno restituirci quella frizzantezza di cui saltuariamente si necessit? e che ? essenziale riuscire a soddisfare, non importa cosa il panorama culturale ci chieda. ? giusto saper trovare valvole di sfogo da rinominare come guilty pleasure, non per questo dovendo discolparci se a volte anche noi abbiamo il gusto dell?orrido, semplicemente riconoscendo che c?? dell?intrattenimento anche in qualcosa che sappiamo essere brutto e di cui riusciamo a godere ogni tanto nel corso dei nostri passatempi da spettatori.
C?? per? una regola in questa consapevolezza dei prodotti discutibili che ci ritroviamo a divorare: anche nella leggerezza non si deve scadere nell?eccesso. Non si deve abusare della buona fede di spettatori decisi a concedere il proprio tempo anche in vista di un prodotto di cui si sa gi? in precedenza che non raggiunger? le soglie della sufficienza, ma che deve almeno rispettare il principio di saper tenere pimpante il pubblico durante la visione, divertendolo allegramente. Quello che non riesce a fare First Kill, i cui presupposti per un prodotto teen dall?alta dose di difetti eppure l?irresistibile voglia di vederlo non vengono soddisfatti per un pubblico che si ritrover? presto a constatare solamente la fattura indecente della serie, basata sull?omonimo racconto contenuto nell?antologia Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite scritta da V. E. Schwab.
Se l?epiteto ?cacciatrice? potrebbe trarvi in inganno, diffidate da qualsiasi rimando la vostra testa possa fare con un prodotto cult come Buffy l?ammazzavampiri di Joss Whedon. Pur contenendo al proprio interno un personaggio, e la sua intera famiglia, intenti nella caccia e distruzione dei mostri a quanto pare tornati a Savannah, nulla First Kill ha a che vedere con le gesta della nostra eroina interpretata da Sarah Michelle Gellar e diventata una vera e propria icona per la serialit? mondiale. E forse non ne ha nemmeno l?intenzione. Non ? su quel filo della narrazione che il prodotto si sviluppa, ma che non sembra ricercare nemmeno una piccola spinta che possa allontanarla dall?idea di essere una serie mediocre dallo sviluppo e dalle svolte mediocri. Mediocri come i suoi protagonisti e come una storia d?amore difficile da assecondare.
Se l?intuizione di partenza resta la cosa pi? intrigante di un intero progetto composto da otto puntate, l?amore tra una vampira e una cacciatrice in First Kill non aggiunge quel pepe che almeno ci si aspetterebbe – pur sottolineando l?attenzione di una crew al femminile – e che si perde nelle banalit? riscontrabili in qualsiasi altro racconto teen, magari anche meglio pensato e realizzato. E forse la colpa non ? nemmeno delle sue due protagoniste, non ? di quelle interpreti Sarah Catherine Hook e Imani Lewis che ce la mettono tutta per non far naufragare il sentimento dei loro personaggi nel mare dell?insensatezza, pur l? dove si parla comunque di fantasy e di vampiri.
Dopo un paio di puntate semplici, ma promettenti, dove l?apparato tecnico ancora non eccedeva con sbavature visive e in cui la narrazione doveva settarsi descrivendo le due famiglie protagoniste e ponendo le pedine per una partita tra prede e predatori, col suo proseguimento First Kill esagera nello sbaragliamento degli elementi proposti gettandoli nel caos. Dimenticando le consequenzialit? tra cause ed effetti, sforzando troppo l?incredulit? dello spettatore, lo show rende la relazione tra le protagoniste impossibile da credere. E non in quanto immersa in un universo immaginario, ma perch? evolutasi secondo regole tutte proprie le quali non assecondano la percezione dello spettatore, scioccato dal tracollo progressivo della serie e anche dispiaciuto di non aver trovato quella sana dose di grottesco da poter amare.
Indispettito dalla continua luce rossa proveniente dal cielo ogni volta che la vampira Juliette percepisce un rivolo di sangue e appesantito dagli standard comunque discutibili del clan di Calliope – nonch? da dinamiche farraginose tra le due famiglie -, con First Kill il pubblico pu? anche fare un tentativo, ma non deve sentirsi in colpa nel lasciare a met? la serie. Facendolo in pi? con un desiderio rimasto insoddisfatto, ossia quello di nutrirsi dalla propria fonte personale e imprescindibile di velleit?. Una macchia indelebile che pu? accendere veramente la furia degli spettatori. Altro che vampiri, ? di loro che si dovrebbe avere paura.