Top News, Film in uscita, Recensioni

0
Alessio Zuccari
FolleMente: recensione della nuova commedia di Paolo Genovese
Tags: edoardo leo, follemente, paolo genovese, Pilar Fogliati
Cos’è FolleMente? La nuova commedia con cui Paolo Genovese prova a tirare fuori un nuovo successo dal cilindro ‘Perfetti sconosciuti’. La formula dopotutto prende da lì. Un film interamente in interni, un appartamento e due spazi ‘mentali’ di cui diremo tra poco; dieci volti noti del cinema e della serialità italiani, equamente ripartiti tra uomini e donne; scenografie nello stile moderno-bohémienne che esiste solo al cinema e infine ad amalgamare una fotografia che c’è ma fa finta di non esserci.
Sulle carte un basso budget, sulle proiezioni d’incasso un buon box office. Produzione a minima spesa e massima resa. Il pubblico? Quello in controcampo alle comicità ‘veraci’ di Siani o ‘scorrette’ di Duro, un po’ più borghese, un po’ più cerebrale. In senso letterale: FolleMente è in tutto e per tutto Inside Out per un pubblico di over quarantacinquenni.
C’è davvero poco da girarci intorno, perché la trovata della sceneggiatura scritta da Genovese, Isabella Aguilar, Paolo Costella, Lucia Calamaro e Flaminia Gressi quella è. Piero (Edoardo Leo) va a casa di Lara (Pilar Fogliati) per un primo appuntamento. Ma non ci sono solo loro due. Entrambi hanno in testa, rappresentata come una sorta di stanza dei ricordi e del carattere, delle voci che esprimono diversi lati della loro personalità: riflessiva, romantica, erotica, sfrenata. Per Piero sono Marco Giallini, Claudio Santamaria, Rocco Papaleo e Maurizio Lastrico, per Lara invece Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta e Vittoria Puccini.
E queste voci bisticciano e discutono su chi e quando debba intervenire, a chi tocchi prendere il controllo per fare la cosa giusta, per dire la battuta simpatica o sussurrare una frasetta ammiccante. FolleMente sta dunque tutto nel campo del rapporto uomo-donna. E nel campo del rapporto uomo-donna pesca però come motore comico solo nell’inestinguibile stereotipo della differenza di comportamenti di genere. Per intenderci, oscilla tra l’idea rafferma della donna che dice sempre il contrario di quello che pensa (nel 2025, ma veramente?), all’uomo, più grande, separato e con figlia, con in testa il calcio e tutta una sequela di frivolezze che lo distolgono dal ricordarsi pure che cosa indossi la persona che gli si para davanti.
Ed è qui sopra, nel momento in cui Piero e Lara si riconoscono nel gioco di questa differenza, che FolleMente costruisce l’intesa e la nascita della scintilla. Con un piglio che sembra non voler offrire a quel suo pubblico di cui si diceva prima altro se non quello per cui quel pubblico è già predisposto a farsi solleticare. Esemplari in questo senso sono anche i rimpalli sulle questioni di sesso, dove il film ripiega sull’ironia a colpo sicuro dell’uomo che arriva subito al dunque e della donna che invece per trarre piacere deve fare i giochi d’equilibrismo. Un umorismo efficace sul brevissimo corso, che suscita il riso più per riflesso pavloviano che per spinta di scrittura, carente sotto il profilo dell’aggressività creativa.
Certo, a dar guizzo a un copione telecomandato c’è almeno il parterre di interpreti (Pandolfi e Fanelli due voci interiori che ascolteremmo ancora e ancora), che danno forza ai loro personaggi-archetipi e di rimando ai personaggi di Piero e Lara. Perché altresì l’appuntamento sarebbe di una profonda noia, un po’ per pallore di come sono questi due, un po’ perché di fondo succede davvero poco. Lei e lui per di più scelgono di non dirsi nulla, decretano che non c’è bisogno di andare a fondo delle cose, di avere una conversazione reale, ma che anzi basta “planarci sopra”.
Principio che nella ricerca dell’avventura di una sera andrebbe anche bene, e ci mancherebbe solo. Ma a stridere è l’insistenza con cui FolleMente voglia invece costruire comunque il sentimento a tutti i costi, sospinto da queste voci interiori che si arrabattano sul capire se quello che hanno di fronte è un partner potenzialmente ideale, che si scervellano sul come captare gesti e intuirne motivazioni. Che bisogno c’è, perché allora partire da una premessa tanta errata? Non si concilia insomma lo scisma di una commedia appesa tra romanticheria e proto-erotismo, anacronistica sul come si dovrebbe parlare e gestire la sentimentalità oggi, che è un po’ più di qualche istinto e qualche odore.
FolleMente è al cinema dal 20 febbraio con 01 Distribution.