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Fresh: recensione dell'horror con Sebastian Stan e Daisy Edgar-Jones
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Fresh: recensione dell'horror con Sebastian Stan e Daisy Edgar-Jones

Tags: disney plus, fresh, sebastian stan
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Fresh: recensione dell'horror con Sebastian Stan e Daisy Edgar-Jones

Tags: disney plus, fresh, sebastian stan

Sinossi ufficiale di Fresh:?

Noa (Daisy Edgar-Jones) incontra il seducente Steve (Sebastian Stan) in un negozio di alimentari e, data la sua insoddisfazione con le app di incontri, corre il rischio lasciandogli il suo numero. Dopo il loro primo appuntamento, Noa ? affascinata e accetta l?invito di Steve per un weekend romantico, ma scoprir? che il suo nuovo amante nasconde degli insoliti appetiti.

Recensione di Fresh:

L?horror ha spesso avuto a che fare con la carne. Quella penetrata dai coltelli nello slasher, quella cambiata, mutata e putrefatta dalle trasformazioni fisiche de La mosca, quello moderno che nell?accoppiamento tra una donna e una macchina ha visto l?ibridazione di un nuovo essere non-umano fatto di sangue e di metallo in Titane. Il tocco, il gusto, le variazioni del corpo hanno messo da sempre al centro le persone che sullo schermo hanno avuto a che fare con lo smembramento delle loro parti. Sia nella forma registica del termine vedendo isolati occhi, mani, braccia, naso, orecchie, caviglie incorniciati nei dettagli di un?inquadratura o in un senso pi? letterale e macabro alimentato dal genere dell?orrore.

Fresh, che dal suo titolo attesta la floridezza e la succosit? della propria opera, ? il revenge movie che della carne fa la sua merce di scambio tanto in una rete esclusiva di indecenti persone quanto in un film che la mette continuamente in risalto nell?ossessiva e funzionale ripresa della bocca dei personaggi e di tutto ci? che ingurgitano. Il cibo mangiato, ingoiato, assaporato ? il riflesso della brama di un desiderio che non ha a che fare solamente con la perversione o la depravazione, bens? con dinamiche di potere che la sceneggiatrice Lauryn Kahn determina nella scrittura della sua storia affidata alle mani della debuttante dietro la macchina da presa Mimi Cave.

Tutti i cibi del supermercato

? un supermercato quello in cui si incontrano i personaggi di Daisy Edgar-Jones e il suo carnefice Sebastian Stan, nel reparto dell?ortofrutta che pi? distante non pu? essere dal consumo di carne e derivati e in cui l?approccio dell?uomo avviene nel pi? tenero e affascinante dei modi. Come se lei stessa fosse un alimento da dover selezionare, dall?aspetto appetitoso e dalla lunga conservazione che ci si augura di poter avere tra gli ingredienti nella propria cucina. Un mondo in cui un uomo come quello rappresentato da Stan ha l?opportunit? di poter scegliere il pezzo della pietanza pi? prelibato dal men? e che nel personaggio di Edgar-Jones rivede un piatto gourmet da fargli venire l?acquolina.

Nella metafora pi? grande di una societ? che crede di poter prendere da un qualsiasi scaffale il corpo e l?esistenza di una donna, meglio se nel fiore degli anni cos? da non essere n? acerba n? troppo matura, Fresh ? lo sguardo di un imprenditore come quello di Sebastian Stan che rapisce e vende pezzi di ragazze dando ai suoi compratori non solo la loro carne, ma la loro storia. L?idea del possesso assoluto che passa attraverso non pi? – o almeno non solo – la penetrazione, che viene sostituita dalla fagocitazione primaria, orale e perversa, avvenuta in maniera meschina. Il mangiare l?altro non come forma di fame cannibalesca, ma di appropriazione dell?esistenza di un?altra persona su cui decretare il proprio dominio.

Fresh: un horror generazionale per oggi, ieri e domani

Esplicitando con regia e messinscena il discorso sul controllo che nella sua semplicit? sa comunque entrare sotto la pelle dello spettatore, quella sacrificata e stagionata delle ragazze all?interno del film, alla pellicola di Mimi Cave non manca l?inquietudine suscitata dalla tematica della propria parabola e nemmeno la rabbia necessaria con cui raccontarla. ? per? il ridursi all?osso della questione, estetica e narrativa, che trattiene Fresh rendendo la pellicola fin troppo asciutta, scolastica in alcuni suoi frangenti, non perdendo per questo di valore o intaccando la ?freschezza? del suo contenuto, proponendo una formula didascalica, ma in grado di saper saziare.

Nel frangente di un cinema mainstream che incorpora le questioni femminili e le disuguaglianze facendone un intrattenimento sempre pi? pop, anche Fresh ? incanalabile in un panorama che sollecita le sinapsi di un pubblico volutamente giovane che possa fruire e godere della declinazione del revenge movie nel proprio orizzonte di interesse. Un horror generazionale pur potendolo specchiare in qualsiasi tempo e qualsiasi decade. La sopraffazione dell?uomo che crede di poter avere il potere su ogni cosa, finch? non ? una donna a fargli venire un?indigestione.

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