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Martina Barone

Grazie ragazzi: recensione del film con Antonio Albanese

Tags: Antonio Albanese, Grazie Ragazzi, Riccardo Milani
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Grazie ragazzi: recensione del film con Antonio Albanese

Tags: Antonio Albanese, Grazie Ragazzi, Riccardo Milani

Il regista Riccardo Milani dirige Antonio Albanese e un cast di nomi risonanti per la commedia Grazie ragazzi tra attese, teatro e galera

La trama di Grazie ragazzi

Di fronte alla mancanza di offerte di lavoro, Antonio, attore appassionato ma spesso disoccupato, accetta un lavoro offertogli da un vecchio amico e collega, assai più smaliziato di lui, come insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un istituto penitenziario. All’inizio titubante, scopre del talento nell’ improbabile compagnia di detenuti e questo riaccende in lui la passione e la voglia di fare teatro, al punto da convincere la severa direttrice del carcere a valicare le mura della prigione e mettere in scena la famosa commedia di Samuel Beckett “Aspettando Godot” su un vero palcoscenico teatrale.

Giorno dopo giorno i detenuti si arrendono alla risolutezza di Antonio e si lasciano andare scoprendo il potere liberatorio dell’arte e la sua capacità di dare uno scopo e una speranza oltre l’attesa. Così quando arriva il definitivo via libera, inizia un tour trionfale.

Nel cast di Grazie ragazzi: Antonio Albanese, Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Antonio Lattanzi, Giorgio Montanini, Sonia Bergamasco, Fabrizio Bentivoglio

Recensione di Grazie ragazzi

Riccardo Milani è senz’altro uno dei registi popolari più influenti e capaci del nostro panorama italiano attuale. È il regista della serie di film di Come un gatto in tangenziale il cui primo lavoro ha esordito nel 2017, diventando campione di incassi tanto da veder commissionato un sequel facendo tornare insieme sullo schermo i performer Paola Cortellesi e Antonio Albanese. E ne è inoltre autore dello script assieme all’attrice protagonista stessa e agli sceneggiatori Giulia Calenda e Furio Andreotti, con cui ha riportato i suoi personaggi ancora una volta a Coccia di Morto nel 2021, riaccendendo e costatando nuovamente l’affezione provata dal pubblico. 

Un maestrante che sa scegliere i propri progetti, nonché i volti più adatti a richiamare l’audience per riempire quelle sale nostrane spesso rimaste vuote, che sanno però colmarsi quando c’è la promessa di una buona commedia. Come accaduto anche con il suo più recente Corro da te, che unisce Miriam Leone e Pierfrancesco Favino, per una storia d’amore sulla normalità della disabilità.

Stavolta, però, Milani si fa affiancare da Michele Astori con cui rimaneggia un soggetto partito da un’opera francese, Un Triomphe, il quale a propria volta va basandosi su di una storia vera degli anni Ottanta che ha coinvolto dei detenuti in Svezia tra tempo trascorso in carcere e teatro. 

Grazie ragazzi: aspettando il teatro

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Credits: Vision Distribution

Grazie ragazzi è un’opera che alterna infatti l’attesa che può dilatarsi per coloro che scontano la propria pena in cella e la maniera di riempirlo come accade con quel palcoscenico su cui saliranno per la prima volta, mostrando il loro talento. Un dono inaspettato, la capacità di recitare non perché intenti a mentire a se stessi o al pubblico, ma in quanto mettendo la loro verità sotto i riflettori nella propria versione di Aspettando Godot.

Testo scelto inevitabilmente dal loro insegnante, l’Antonio che prende il nome dal suo interprete Albanese, il quale vede nei propri attori dilettanti una seconda occasione, di cui riesce a illuminarsi di riflesso. Lui, che di teatro ha cercato di vivere per ritrovarsi poi in sala di doppiaggio a prestare i propri grugniti al cinema porno, si farà direttore e regista di una sgangherata compagnia, che dalla pièce di Samuel Beckett ne ha potuto trarre davvero qualcosa.

Quell’assurdità della vita, trasposta nel teatro, che li vede idoli sul palco e reclusi in galera. Capaci di suscitare emozioni di fronte a un pubblico e costretti a venir spogliati di quella fama appena rimesso piede in carcere.

Grazie ragazzi e la possibilità delle seconde occasioni

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Credits: Vision Distribution

Raccontando di questo divenire del tempo così tangibile per i protagonisti e di quei treni da poter prendere una seconda volta, come Riccardo Milani ci mostra visivamente più di una volta, dalla sequenza iniziale fino al porre il suo Antonio vicino a un crocevia di aerei e binari, Grazie ragazzi riflette sull’umanità dei suoi personaggi, ma senza affogarci dentro.

Desidera il bene per i protagonisti, che vengano apprezzati, presi sul serio, ma è pur sempre la leggerezza la nota che l’autore ricerca. Di cui vuole permeare l’intera sua commedia, mostrando quella malinconia che serve proprio a esaltare ancora di più la possibilità della risata, e sapendolo fare grazie alla buona orchestrazione che ha saputo accordare tra sé e i suoi interpreti.

Un cast bravo, affiatato, che si cimenta con dedizione alle prove del proprio spettacolo e all’interiorità dei personaggi, che devono poi saper mostrare di fronte alla macchina da presa. Un circolo guidato da Antonio Albanese, in cui ognuno, però, è in grado di dare qualcosa. Mostrando l’impegno necessario che ci vuole per poter cambiare se stessi e la percezione che si ha del mondo, anche quando dura solo per un momento. Solamente il tempo di accendere le luci sul palcoscenico. 

Grazie ragazzi: una commedia gradevole, che ha problemi col finale

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Credits: Vision Distribution

Di una linearità che insieme canonizza, ma anche funziona per gli intenti della pellicola, con uno spirito che è vigoroso seppur non sempre netto nei tratti della scrittura, la fortuna di Grazie ragazzi è nella tenuità delle sue atmosfere, che si appesantisce a causa della mancanza di incisività in chiusura.

Un’opera che vorrebbe dire talmente tanto e che finisce per trascinare la sua ultima parte, inerente al percorso dei personaggi eppure inutilmente allungata. 

Una nota di demerito per un film che, comunque, ha i suoi motivi per farsi apprezzare, ma che proprio come il suo protagonista Antonio tira un po’ forse troppo la corda, rischiando di farsi sfuggire il pubblico. Una commedia ad ogni modo per tutti e che proprio a tutti è rivolta. Il proseguimento del cinema generalista di Riccardo Milani, così inteso proprio dal regista medesimo, nell’accezione più positiva e inclusiva possibile. 

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