Film, Recensioni, Streaming
0
Cristiana Puntoriero
Grosso guaio all’Esquilino: recensione del film su Prime Video con Lillo Petrolo
Tags: film, prime video, Recensione
Dal 6 aprile arriva su Prime Video il nuovo film con Lillo Petrolo Grosso guaio all’Esquilino. Una commedia ispirata a Karate Kid che smonta il bullismo e afferma l’importanza di trovare i giusti maestri.
La trama di Grosso guaio all’Esquilino:
Roma. Davide (Riccardo Antonaci) è un tredicenne timido e un po’ nerd con una grande passione per i minerali. Vive con sua madre Asia (Carolina Crescentini) nel cuore del quartiere Esquilino, dove passa le giornate, insieme al suo amico Yang (Mario Luciani), a sfuggire dal bulletto della scuola, Nadir (
Ismaelchrist Carlotti), e a sognare di conquistare il cuore di Yasmin (Ludovica Nasti). Grazie all’arrivo nella sua vita di Martino (Lillo Petrolo), un attore ormai in declino che gli insegnerà, a suo modo, l’arte del Kung fu, ritroverà la fiducia in se stesso e stringerà con lui una profonda amicizia.
Se c’è un comico italiano che su Prime Video sta praticamente spopolando da un paio di anni a questa parte, quello è sicuramente Lillo. Dal suo exploit con LOL – Stagione 1 alla sua personalissima serie tv Sono Lillo uscita qualche mese fa, l’altra metà del duo attoriale/radiofonico Lillo & Greg è presente in catalogo con altre commedie corali e show live, rendendolo volto popolarissimo e amatissimo della piattaforma di Amazon. Il suo ultimo lavoro Grosso guaio all’Esquilino lo vede protagonista in un ruolo non molto distante dai suoi precedenti, ma che combina assieme alcune delle cose che Petrolo sa fare meglio: l’aspirante supereroe impacciato, l’amico paterno dal cuore d’oro e il trascinatore irresistibile, infantile ma decisamente autoironico.
Diretto dagli Younuts!, duo di videomaker all’anagrafe Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, entrambi romani nati nell’86, già registi di Sotto il sole di Riccione, ….altrimenti ci arrabbiamo, Con chi viaggi? sempre con Lillo e soprattutto di una quantità enorme di videoclip musicali per artisti quali Coez, Salmo e Maneskin (guardare su Wikipedia per credere), questa comedy dall’aria fumettistica ambientata in una Piazza Vittorio anni ottanta, colorata e verde come forse non è mai stata, disegna un racconto di formazione dal target (non solo) adolescenziale e lo impasta al prototipo allievo-maestro di arti marziali con chiaro riferimento a Karate Kid, senza per questo risultarne una copia conforme o un misero tentativo di emulazione all’amatriciana.
Dalla saga cult di John G. Avildsen infatti, la sceneggiatura di Filippo Barbagallo, Simonetta Greco e Alessandro Logli prende in prestito l’immaginario cinematografico dell’avviamento al karate come pratica fisica e spirituale da cui trarre le basi per diventare uomo e difendersi dai bulli, e costruisce sul personaggio di Lillo la figura romano-cinica dell’ex attore fallito e scroccone il quale, ovviamente, farà più danni che altro ma si affiderà ad una vecchia e saggia conoscenza (Giorgio Colangeli) per istruire l’insicuro Davide allo scontro finale col suo aguzzino.
Italianizzandolo al contesto multiculturale del quartiere Esquilino, crocevia di cucine, lingue e fisionomie asiatiche e africane, raccontate fortunatamente senza retorica, il rimando a Karate Kid qui non è buttato per nulla in caciara ̶ per usare un’espressione ‘dialetticamente’ calzante ‒ , ma sfruttata invece per prendere diverse strade narrativo/tematiche (coming-of-age; doppia storia sentimentale; sport praticato e subito; cinema citazionista e nostalgico) le quali confluiscono poi tutte in quello finale, ovvero la consapevolezza a qualsiasi età di provare naturalmente paura.
Quello degli Younuts! è un film immediato e divertente ma non vacuo, non sempre funzionale ma di cui si percepisce un concreto affetto bonario verso il suo pubblico teen di chi si sente lo sfigato del gruppo, e in cui Lillo, nonostante faccia Lillo, emerge per le sue doti comunicative incarnate sul suo irresistibile modo di trasmettere altro all’infuori della risata: non prendersi troppo sul serio e credere nelle generazioni future.