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Halloween Ends
Martina Barone

Halloween Ends, recensione: la resa dei conti tra Laurie Strode e Michael Myers 

Tags: halloween, Halloween Ends, Michale Myers
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Halloween Ends, recensione: la resa dei conti tra Laurie Strode e Michael Myers 

Tags: halloween, Halloween Ends, Michale Myers

La fine di un’era, di una parte di storia horror cinematografica: arriva in sala il conclusivo Halloween Ends

Il prologo di Halloween Ends è uno dei più belli della saga. Il punto di vista del ribaltamento della situazione, ciò che avviene solitamente soprattutto con il sopraggiungere della chiusura di un ciclo portato avanti tanto a lungo, è immediato fin dalla scena iniziale dell’ultimo capitolo della trilogia moderna portata avanti da David Gordon Green. Il male si è sparso come un seme nella cittadina di Haddonfield e la pellicola ne raccoglie le conseguenze che si sono infettate e contagiate come una malattia per tutti i cittadini. Chi più, chi meno, ognuno è caduto vittima della maledizione che dal 1978 continua a strisciare silente per le stradine della periferia americana, lacerata dalle ferite infilzate da Michael Myers e che hanno continuato a pulsare anche negli anni della sua assenza.

Halloween Ends è infatti un passo in avanti temporale per il film che porta gli eventi quattro anni dopo gli accadimenti di Halloween Kills, ponendo una distanza che manifesta quella presunta accettazione del dolore e della paura da parte di Laurie Strode, e per mostrare al pubblico come pur non palesandosi apertamente, i danni del serial killer continuano malamente a riecheggiare. Quelli di una rabbia che nel secondo film della trilogia partita nel 2018 aveva visto scendere per le vie gli abitanti di Haddonfield e rivoltarsi contro la figura mostruosa, seguendo un po’ i moti di una politica statunitense che accarezzava l’ira e il populismo, mostrando come l’odio possa essere un motore assai forte per smuovere con violenza le masse.

Halloween Ends: tutto parte e finisce con i babysitter

Con Halloween Ends i singoli tornano invece centrali, seppur la prospettiva sull’infezione muta che si aggira per i luoghi attraversati da Michael Myers continua a strisciare, mettendo in quanto chiave dell’opera un giovane ragazzo (niente meno che un ex babysitter), il quale rende l’idea di cosa è stata Laurie Strode nello scontro con il suo incubo e cosa, di inverso, sarebbe potuta diventare. Se da sempre i propri doppi sono la versione peggiore e più distante da noi, col suo film di chiusura la saga mette sul piano le diverse sfumature che può assumere la sofferenza, la vessazione, e come la protagonista sia stata toccata a sua volta da quel male che l’ha afflitta dal finire degli anni Settanta, ma che ha trasformato in carburante per lottare proprio contro ciò che c’è di malvagio.

Se il personaggio del giovane Corey (Rohan Campbell) abbraccia la soluzione della perversità, della compensazione delle proprie mancanze dovute da un allontanamento e uno stigma sociale, Laurie si carica di senso anche in Halloween Ends e diventa tutto ciò che serve per saper combattere contro ciò che di terribile esiste al mondo. È la perseveranza che sarebbe potuta scadere nella follia incontrollata. È aver covato un’agonia interiore a cui la donna negli anni si è disperatamente attaccata, la quale avrebbe potuto seguire le orme del suo antagonista, ma ha saputo non cedere alla lussuria del male tentando il percorso più difficile: quello dell’accettazione delle bruttezze di questo mondo, cercando di contrastarle non facendosi abbattere.

Due facce: il bene e il male

halloween ends
Credits: Universal Pictures

Nell’espressione massima della conflittualità, dove Michael e Laurie sono portati inevitabilmente a scontrarsi e a far cogliere le distanze tra loro, ma anche le somiglianze che li hanno attratti con ossessione nel corso dei decenni, per le icone cinematografiche è arrivato il momento della resa dei conti in cui David Gordon Green dà spazio a tutta la loro natura. Alla forza surreale del boogie man cinematografico, alla tenacia della final girl diventata una donna, al fatto che il male può essere effettivamente qualcosa più grande di noi, impossibile da saper controllare. Ma anche che nella vita bisogna agire secondo delle scelte, e rimanere contaminati dall’immorale conduce ineluttabilmente a una misera esistenza.

Alternando con frequenza i toni, permettendo una successione di riflessioni che vanno dall’eredità del male, al suo sviluppo, fino ai motivi e alle maniere con cui lascia la propria firma, Halloween Ends è una conclusione sentimentale che cerca elementi emozionali, per interrompersi poi nel più brutale dei modi. È il voler condurre lo spettatore per un racconto che si concentri sul patrimonio donato da Michael Myers e le sue ripercussioni. È una maschera lasciata su di un mobile, in un salotto, che rimarrà fissa nell’immaginario del cinema. Che soddisfi o meno, si è giunti alla fine. Pieni ancora di tante domande, su cui sarà piacevole interrogarsi anche dopo il finale.

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