Diretto da Mimi Cave, il thriller vede nel cast anche Matthew Macfadyen, Jude Hill e Gael García Bernal.

Che cosa si cela dietro la patina di esistenza apparentemente perfetta? Nancy (Nicole Kidman) ha un marito amorevole e un figlio che adora, una casa perfetta in una cittadina da vecchia cartolina postale e una routine in cui rifugiarsi, in cui il lavoro a scuola e gli impegni da casalinga la fanno sentire proprio come desidera. Eppure a un certo punto qualcosa si rompe. Le continue assenze del marito (Matthew Macfayden) per impegni di lavoro fanno sorgere il sospetto di un tradimento nonché la scintilla con il taciturno collega Dave (Gael García Bernal). Ma le ombre che sovrastano la vita di Nancy sono molto più cupe di quanto lei non possa immaginare.

Diretto dalla regista Mimi Cave, Holland è disponibile su Prime Video dal 27 marzo.

I segreti della provincia americana

Il trope narrativo che vede la remota provincia americana, reale o presunta, come un luogo idealmente perfetto ma in realtà sporcato da vizi e peccati affascina da sempre cinema e serie tv che hanno spesso esplorato il tema per riflettere su una perfezione apparente che tuttavia cela segreti più o meno sanguinolenti. Impossibile quindi non pensare a Blue Velvet e Twin Peaks, ma anche a Desperate Housewives e a La moglie perfetta, interpretato dalla stessa Kidman, guardando i coloratissimi tulipani di Holland mentre ci apprestiamo a sbirciare nella vita di Nancy; in questo senso la regista Mimi Cave costruisce un thriller dai chiari riferimenti cinematografici che punta a costruire una climax perturbante facendo leva su repentini cambi di tono e trovate registiche interessanti come ad esempio la sequenza onirica con protagonista.

Nicole Kidman cuore pulsante del film

Un aspetto interessante soprattutto sul fronte visivo: tutti i dettagli, a partire dai costumi, alle scenografie sono curati così da restituire la visione di un idillio in procinto di andare in frantumi. Inoltre l’ambientazione primi anni 2000, in netto contrasto con immagini che sembrano evocare la provincia americana degli anni Cinquanta, contribuisce a costruire un certo senso di straniamento. Tuttavia lato scrittura queste peculiarità di registro influiscono sul ritmo del film che, soprattutto nella parte centrale, rischia di perdere un po’ di mordente: un peccato dal momento che l’intero film è costruito attorno a un grande colpo di scena che, in ogni caso, funziona e che resta il cuore pulsante del film anche grazie al traino di Matthew Macfadyen nel ruolo del marito e, soprattutto, di Nicole Kidman alle prese con un personaggio che riesce ad abbracciare le proprie fragilità per poter finalmente svelare i segreti del mondo che la circonda. Presente nel progetto anche come produttrice, la Kidman è la forza trainante del film. Un po’ sottotono Gael García Bernal nei panni del collega della protagonista Nancy, un comprimario funzionale ma che non riesce a emergere come dovrebbe. In generale Holland è un thriller intrigante che, pur prendendo spunto dall’estetica di certi film e pur riproponendo determinati topos, riesce a dire la sua mettendo al centro una protagonista alla ricerca della verità, ma soprattutto, di se stessa.