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Cristiana Puntoriero
Hunters – Seconda stagione: recensione della serie Tv su Prime Video con Al Pacino
Tags: hunters al pacino, prime video, Recensione, serie tv
Al Pacino e il suo strampalato gruppo di cacciatori di gerarchi nazisti torna a distanza di tre anni su Prime Video nella seconda stagione di Hunters.
Sinossi ufficiale di Hunters 2:
Dopo che un incidente ha causato il deragliamento delle loro imprese in Europa, gli Hunters devono riunirsi per dare la caccia al più famigerato nazista della storia, Adolf Hitler, che si nasconde in Sud America. Nel frattempo, uno sguardo al passato rivela che Meyer Offerman (Al Pacino) incontra una pericolosa minaccia che potrebbe svelare il suo segreto e rivelare la sua vera identità, con riverberi esplosivi per i nostri Hunters.
Dal 13 gennaio Prime Video rende disponibili tutti i sei episodi della seconda e ultima stagione di Hunters, la serie tv diretta da Phil Abraham andata in onda nel 2020 e accolta, a parte qualche rara voce entusiasta, con pacato clamore. La lunga attesa di ben tre anni per l’arrivo di un altro capitolo, d’altronde, aveva già dovuto suggerirci quanto la chance di un rinnovo sia arrivata a seguito delle difficoltà del periodo di stop pandemico e, con esso, qualche tangibile incertezza ai piani alti della produzione nel riproporre e chiudere un’ operazione che aveva convinto in pochi, e che prosegue nel farlo facendoci storcere un po’ il naso per il suo guazzabuglio di idee che ci lasciano ahinoi perplessi.
La seconda stagione prende le mosse dal parziale finale della precedente, per la precisione quando, due anni dopo lo scioglimento della task force, nel 1979 la squadra dei cacciatori di nazisti si rimette in piedi per braccare nientemeno che Adolf Hitler in persona, scappato in Sud America come tanti altri generali del Terzo Reich, i quali ne stanno cospirando un Quarto proprio nel nuovo continente. A questa trama, viene affiancata quella del capogruppo e veterano Meyer Offerman (Al Pacino), figurativamente tornato in vita tramite lunghi e frequenti flashback che ci portando indietro nella sua intricata lotta personale negli States per mascherare la sua vera identità.
Il peso della Memoria schiaccia Hunters 2
Due intrecci, dunque, che viaggiano paralleli inesorabilmente connessi l’un l’altro, ma che appesantiscono di molto la fruizione di un discorso già rischioso di per sé: raccontare le conseguenze dell’Olocausto e del (non) post processo di Norimberga con un tono sprezzante, l’estetica tarantiniana pulp e le modalità di uno spy thriller. Insomma, la sfida di Hunters già dai suoi primordi era quella di provare a bilanciare la solennità, la serietà, il peso del pezzo di Storia più doloroso del Novecento e cucirgli addosso l’appeal leggero e divertito degli anni Settanta e di un gruppo di ebrei pronto a organizzarsi e vendicarsi come un clan di gangster fra personaggi sopra le righe e grandi travestimenti.
L’avvicinamento così inedito a un argomento di tale portata aveva pertanto frapposto sia critica che pubblico, divisi fra chi lo aveva valutato di buon occhio e chi invece lo aveva trovato piuttosto stridente. Opposizione di gusti accettabile e che si ripropone di netto in questa seconda stagione, più matura nell’inquadrare il concetto di vendetta e di violenza necessaria (anzi, unica arma a volte) ad estrapolare il male, ma che evidenzia quanto i limiti della prima siano ancora intatti e anzi accentuati. Nonostante l’aggiunta di nuovi volti (dalla spietata new hunter Jennifer Jason Leigh e Emily Rudd nei panni di Clara, fidanzata di uno dei protagonisti, Logan Lerman), la serie non aggiunge spessore e scavo psicologico ai suoi precedenti personaggi (Jerrika Hinton, Lena Olin, Josh Radnor, Tiffany Boone, Carol Kane, Louis Ozawa, Kate Mulvany e Greg Austin), talvolta ridotti a figure puramente funzionali ai fini commemorativi ma risolti in maniera strampalata e poco emozionale del racconto.
Hunters 2 putroppo non sembra una delle opzioni migliori proposte dalla piattaforma di Prime Video, un’impresa che fatica moltissimo ad entrare in connessione col pubblico, neanche con un nome altisonante come quello di Pacino che speriamo di vedere in qualcosa di più convincente.