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I Migliori Giorni: recensione del film di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno

Tags: edoardo leo, I Migliori Giorni, massimiliano bruno
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I Migliori Giorni: recensione del film di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno

Tags: edoardo leo, I Migliori Giorni, massimiliano bruno

Dal 1 gennaio arriva al cinema un film dal numeroso cast, ma con poca sostanza: I Migliori Giorni diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno

La trama ufficiale di I Migliori Giorni

A Natale tutti più buoni? A Capodanno tanti buoni propositi? A San Valentino amore amore amore e l’8 marzo viva le donne? Quattro episodi, ognuno incentrato su una festività, per un film corale che sonda l’animo umano nell’affrontare le feste.

Una deputata invita alla cena della Vigilia di Natale il segretario del suo partito sperando in un futuro sostegno, ma la presenza dei suoi due fratelli, eterni rivali, mette a rischio serata e carriera. Un ricco imprenditore tenta di rifarsi l’immagine passando il Capodanno alla mensa dei poveri, ma lì incontra il suo ex autista, ingiustamente licenziato e deciso a vendicarsi. 

Un San Valentino fin troppo affollato fra lui, lei, l’altra e la lei dell’altra per una coppia che, dopo 25 anni, lo festeggia ancora. Infine, l’8 marzo, una famosa conduttrice tv è costretta a chiedere scusa per la messa in onda di un servizio sulla “donna ideale” contestato sui social. Se questi sono i migliori giorni, figuriamoci i peggiori… Fra ironia e amarezza, una commedia che farà ridere e riflettere sull’umanità e anche rivalutare le nostre feste!

Nel cast: Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Claudia Gerini, Stefano Fresi, Paolo Calabresi, Max Tortora, Valentina Lodovini, Greta Scarano, Anna Foglietta

Recensione di I Migliori Giorni

I Migliori Giorni, ma anche i peggiori esempi di cinema italiano che si possono trovare già in questo preludio del 2023. Massimiliano Bruno e Edoardo Leo decidono di comune accordo di condividere il medesimo spazio in un film a episodi, suddividendosi alcune delle festività più amate/odiate della tradizione nostrana, aspettando poi di tornare dopo qualche mese in sala con ulteriori storie legate, invece, a festeggiamenti differenti. Per cominciare abbiamo perciò la Vigilia di Natale, Capodanno, San Valentino e la Festa della donna, mentre ci aspettano ad aprile il 1 maggio, Ferragosto, Halloween e di nuovo Natale

Sebbene la formula a episodi è di per sé una tradizione nel nostro panorama, di cui non si può però che notare l’anima comunque datata, è il contenuto di ogni racconto a far tornare indietro lo spettatore più che l’assetto strutturale della pellicola. È la sostanza a destabilizzare per quell’aria stantia di una scrittura che ce la mette tutta a eguagliare stili innovativi provenienti da influenze internazionali, per geolocalizzarle all’interno della Penisola.

Che viene poi descritta dai suoi autori non con quel pizzico di cinismo e cattiveria che da sempre hanno caratterizzato l’umorismo italiano, bensì come una visione distante dai tempi moderni e da ciò che si meriterebbe davvero lo spettatore. 

Ma partiamo da ogni storia per vedere come la sua stesura sia solamente un compendio di luoghi comuni mal utilizzati dai suoi sceneggiatori. I quali non riescono a ribaltarne le contraddizioni così da sfruttarle a proprio favore, ma cadendoci rovinosamente dentro. Portando alla luce non i difetti di una società spesso esacerbata, ma quelli di un’industria nostrana che invece di andare avanti continua a razzolare malamente all’indietro. 

I Migliori Giorni: la Vigilia di Natale

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Credits: Vision Distribution

L’incubo di un periodo come quello del Natale è composto tanto dalla ricerca forsennata dei regali, quanto dal momento in cui ci si siede tutti insieme in famiglia per parlare, mostrando come spesso le coincidenze di sangue non corrispondono ad affinità intellettuali, evidenziando proprio le molteplici diversità. 

Nel corso della pandemia da Covid-19 le discussioni attorno alla tavola non hanno più riguardato soltanto le questioni politiche o lo status sentimentale dei vari componenti seduti per mangiare la lasagna o il pandoro, bensì hanno virato spesso sulla discussione riguardo ai vaccini e alla gestione di una crisi mondiale. Edoardo Leo, regista e allo script dell’episodio, fa perciò un compendio di tutte le banalità che fin dagli albori hanno appiattito la riflessione sociale e culturale di un Paese che ha visto dividere le tavolate tra favorevoli e no-vax, scegliendo di rendere quella della vaccinazione una delle colonne portanti del suo episodio e stancando prima ancora di cominciare. 

Sorvolando sulla sensazione spesso di trovarsi di fronte a una pubblicità progresso o a un’informativa del ministero, il contenuto del racconto è solo il susseguirsi delle battaglie sterili che hanno visto dividere l’Italia senza trarre nessun risultato, incarnate nello scontro tra il suo personaggio e quello del fratello/oppositore interpretato da Massimiliano Bruno. La sceneggiatura non è riscritta, elaborata, è semplicemente presa dalla realtà e, come spesso si sono dimostrati similari i dibatti sull’argomento, è improduttiva al punto da non farsi specchio della contemporaneità, ma solo approssimazione di una discussione più ampia e complessa. 

In più, complice forse la memoria corta degli italiani o anche solo il fatto che il Natale 2022 con annesse festività è stato un momento per liberarsi dalle brutture vissute recentemente, l’episodio iniziale di I Migliori Giorni si colloca decisamente fuori tempo provocando un senso anche di irritazione in un pubblico che spera di essere andato avanti. Non certo chiudendo gli occhi e proseguendo come se il Covid-19 non fosse ancora una condizione esistente e su cui stare in allerta, ma nemmeno dovendo standardizzare una narrazione al punto da renderla vacua e vana. 

I Migliori Giorni: Capodanno

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Credits: Vision Distribution

È il turno di Massimiliano Bruno, che con l’episodio di Capodanno tenta un lavoro di scrittura che sembra intenzionato a spostare l’asticella su ciò che solitamente si è abituati a vedere nella convenzionalità del quadro italiano, provando a costruire un semi-thriller incentrato sulle differenti classi sociali e quanto il potere possa assumere la forma dell’egoismo. Purtroppo per tratteggiare tali differenze ci si è dovuti rifare alla solita figura dell’imprenditore che tradisce la moglie e se ne frega della propria famiglia, con tanto di figlia drogata e crisi coniugale, nonché un alto tasso di menefreghismo nei confronti del prossimo, aiutato solamente per il raggiungimento dei propri scopi. 

È per questo che il personaggio interpretato da Max Tortora si ritroverà la notte dell’ultimo dell’anno in un centro della Caritas in cui mangerà insieme a una schiera di bisognosi. Anche loro arroganti e non troppo riconoscenti, per un racconto che vuole mettere a confronto l’ingratitudine delle persone, tanto di quelle che sprecano i beni di cui si avvalgono, quanto di quelle che vengono aiutate.

Nell’interessante testa a testa tra quanto poco si possa essere riconoscenti per ciò di cui ci viene fatto dono, che sia un tartufo da consumare o una fortuna lavorativa che permette di poter vivere nell’agio, la scintilla accesa da Bruno si scarica velocemente quando, poste tutte le pedine della storia, la bomba che vorrebbe far scoppiare in realtà implode su se stessa. 

Quando anche qui, come per l’episodio precedente di Natale, tutti i luoghi comuni vengono assegnati per vederli muovere poi sullo schermo senza assumere nessun altra conformazione, se non quella che già conosciamo. L’uomo ricco si rivela l’uomo ricco che immaginavamo, il “disturbatore” di Paolo Calabresi è il tipico personaggio che ha perso tutto, e la risoluzione non è altro che una dichiarazione falsa e vuota come questo scontro tra ceti, in cui la confessione finale non risolve nulla, anzi, è l’ammissione di non aver molto da far dire ai propri protagonisti, se non l’ovvio. 

I Migliori Giorni: San Valentino

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Credits: Vision Distribution

Forse arriviamo all’episodio meno disastroso del film, seppur anche questo più improntato su una presunta ricerca di originalità, che vuole gridare a tutti i costi quanto anche I Migliori Giorni sia una pellicola moderna che guarda ai tempi d’oggi. Il solito triangolo amoroso, tassa obbligatoria nel cinema italiano, si amplia in una quartetto in cui una coppia sposata trova in un altro duo disfunzionale dei reciproci partner. 

Il personaggio di Luca Argentero ha infatti da anni una relazione extra-coniugale con Clarissa, mentre la moglie interpretata da Valentina Lodovini si infatua della sua collega Daniela, che vede nel ruolo una Greta Scarano a propria volta innamorata proprio dell’amante impersonata da Maria Chiara Centorami. Se Edoardo Leo aveva già tirato fuori il suo lato malinconico-romantico con Lasciarsi un giorno a Roma, nell’episodio di I Migliori Giorni tenta di ragionare sulla differenza che può esserci tra persone che si amano e coloro che sono innamorate. 

Un cercare una distanza che contribuisce a delineare cosa e come sono i rapporti che possono instaurarsi tra persone, a prescindere dall’attrazione sessuale e le vie di fuga (anche con altre persone) che ci si vuole concedere. E come la gelosia sia un sentimento ancora attuale, benché adattabile a ogni coppia a seconda dei propri trascorsi, degli anni passati insieme, di una pigrizia che può subentrare per aspettare poi di essere scossa e di far esplodere o solidificare ancora di più un legame. 

Un’intuizione che l’episodio non riesce però a districare adeguatamente e i cui dialoghi non sono all’altezza di un’impostazione che avrebbe potuto funzionare. Anche in questo caso, poi, il sentore  è quello di un voler cedere a uno spunto meno convenzionale di quello della solita coppia che si tradisce e basta, ma su cui sembra esserci solo un’idea di partenza, che non riesce ad articolarsi risultando più intenzionata a voler essere moderna, che a credere sul serio alle azioni e alle parole dei suoi personaggi. 

I Migliori Giorni: 8 marzo

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Credits: Vision Distribution

La prima cosa da dover dire sull’episodio dedicato alla Festa della donna di I Migliori Giorni è che è scritto da tre uomini. Tre uomini che cercano di disquisire e di argomentare pro e contro dell’essere donna in un ambiente lavorativo come quello dello spettacolo, che si fa poi riflesso di come viene vista e come viene percepita tale figura in un contesto più largo e generale. 

Questo è già un punto di partenza per comprendere come molte delle affermazioni dello spezzone diretto da Massimiliano Bruno non facciano che depotenziare qualsiasi analisi si cerchi di porre sotto la lente d’ingrandimento di I Migliori Giorni. Uscendo con più cose sbagliate che giuste da dichiarare, soprattutto quando si vuole smascherare una falsità che è sia maschile, ma anche femminile. 

In un episodio in cui si vuole mettere in mostra come a prescindere dal sesso le persone tendono ad approfittarsi dei privilegi che hanno cercando di agire sempre a proprio favore, l’8 marzo della pellicola è più l’esempio su tutto ciò che non si dovrebbe dire e non si dovrebbe fare quando si vuole trattare dei ruoli che donne e uomini ricoprono nella società contemporanea

Messi continuamente sotto scacco, in realtà dall’episodio non si ricava nulla se non un’osservazione superficiale, come nei racconti precedenti, di uno dei temi più infuocati su cui discutere oggi e a cui I Migliori Giorni non aggiunge riflessioni corroboranti, mistificando anzi anni di lotta e di informazioni sulla parità di genere, totalmente ignorate e sfruttate nel più scoraggiante dei modi.

I Migliori Giorni: conclusioni

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Credits: Vision Distribution

In conclusione I Migliori Giorni, nel lavoro di disvelamento delle doppiezze che ogni ruolo e ogni persona ricopre ogni giorno, accentuate quando si tratta di doverli ricoprire durante le festività, è a sua volta il volto démodé di un’industria cinematografica italiana che cerca di parlare al presente con metodi e soluzioni del passato.

È l’appannaggio di un cast di grandi nomi e due autori noti alla scrittura e alla regia, che non possono fare da tappeto sotto cui nascondere la polvere, quella rappresentata dal contenuto di un film gracile. E forse in fondo anche ipocrita, proprio come le feste che vuole raccontare. 

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