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Il canto del cigno: recensione del film sci-fi con Mahershala Ali su Apple TV
Tags: apple tv+, Il canto del cigno, Mahershala Ali
Sinossi del film Il canto del cigno:
Quando a Cameron Turner, marito e padre amorevole, viene diagnosticata una malattia allo stadio terminale, viene anche presentata una controversa soluzione alternativa per proteggere la sua famiglia dalla perdita.
Mahershala Ali ? alla sua prima vera prova da protagonista dall?inizio della sua carriera all?interno di un?opera cinematografica. ? assurdo dirlo di un attore dal talento tangibile e due Oscar nel cassetto, entrambi ricevuti per? proprio come Migliore attore non protagonista per le prove affrontate in Moonlight e Green Book. La serielit? ha accolto per la prima volta Ali come unico centro della propria narrazione per la terza stagione di True Detective ed ? ora Apple ad offrirgli l?opportunit? non solo di rivestire il ruolo di protagonista, ma di farlo per ben due volte.
Il canto del cigno ? il nuovo originale della piattaforma streaming che ci porta in un futuro all?apparenza non cos? lontano in cui ? possibile generare una perfetta copia di noi stessi, nella carne e nello spirito. Non clonazione, pur riprendendo il DNA del diretto interessato, ma ri-plasmamento di un?intera persona che parte dalla fisicit? per arrivare poi fino alla sua anima, quella che va formandosi a seconda dei ricordi vissuti e che vengono innestati in un corpo che presto non sar? pi? alieno al resto del circondario.
Premessa che si avvicina alla prima puntata della serie sci-fi antologica Solos, in cui Anthony Mackie si ritrovava a confronto con un?altra versione di se stesso da lui stessa finanziata e accettata. Ripresa del tema da parte de Il canto del cigno che assume la medesima intenzione narrativa e filosofica alla base dell?episodio del prodotto Amazon. Esperimento che se in un breve lasso di tempo ci mostrava solamente lo scontro che andava creandosi tra queste due persone uguali in tutto e per tutto – cosa che avviene anche all?interno del film Apple – in occasione della pellicola esplora dall?inizio questo percorso di convinzione, accettazione e conseguenze della sostituzione di un essere umano da parte di un altro essere altrettanto reale pur assemblato in laboratorio.
A scrivere e dirigere l?evoluzione della presa di coscienza del protagonista Cameron Turner, che agir? di nascosto all?insaputa della sua famiglia per permettere alla moglie e ai suoi figli di poter privarsi di un dolore che li distruggerebbe definitivamente, ? Benjamin Cleary al suo debutto dopo l?Oscar al Miglior cortometraggio nel 2016 per l?opera Stutterer. Un esordio che ha il sapore della riflessione, della fantascienza utilizzata come generatrice di domande pi? che di risposte definitive e che si problematizza e si mette in dubbio non necessariamente volendo sostituire di forza l?uomo, ma cercando di poterlo capire e sostenere in ogni modo.
? il turbamento emotivo che iniziano a provare anche le ?creazioni? – non macchine, ma la domanda ? proprio: umani? -, di una compassione di cui spesso non siamo capaci nemmeno noi che in questa vita siamo nati nella pi? classica delle maniere. Ed ? la comparazione tra qual ? la differenza tra esistere e non esistere, essere reale o non esserlo affatto di fronte a cui Il canto del cigno pone i suoi due personaggi che, in verit?, sono soltanto uno e che andando contro gli stilemi canonici del genere sci-fi non cercano la faida tra sangue e meccanica anche perch? di sangue finiscono per essere fatti entrambi.
Il canto del cigno ? ci? che di pi? umano possa esistere nel filone della fantascienza grazie a un?empatia che nel film non viene dall?uomo verso la sua copia ricreata, ma dalla ?macchina? – che macchina non ? o smetter? comunque di esserlo presto anche nello sci-fi – verso la persona di cui dovr? prendere il posto. ? la consapevolezza del peso della memoria, del rapportarsi con l?esterno, di cosa ci permette di dire a qualcosa, a qualcuno di non essere reale nel momento in cui inizia a percepire se stesso e il peso dei ricordi. Distendendosi in lunghe sequenze di quotidianit?, affrontando la transizione senza picchi drammatici o scene madri, l?opera di Cleary ? il flusso della vita che continua sotto qualsiasi aspetto, anche l? dove di vita una volta era solo difficile parlare.