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Il Diario di Bridget Jones: questa sera su La 5 l'imperfetta commedia romantica con Reneé Zellweger
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Il Diario di Bridget Jones: questa sera su La 5 l'imperfetta commedia romantica con Reneé Zellweger

Tags: colin firth, hugh grant, il diario di bridget jones, Renée Zellweger
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Il Diario di Bridget Jones: questa sera su La 5 l'imperfetta commedia romantica con Reneé Zellweger

Tags: colin firth, hugh grant, il diario di bridget jones, Renée Zellweger

???inutile negarlo. Per quante volte lo si sia gi? visto, ogni volta che in tv viene mandato in onda Il Diario di Bridget Jones sappiamo gi? che noi saremo li a guardarlo pronte ancora una volta a ritrovarci nei difetti della sua protagonista e? a commuoverci di fronte? il suo finale.

Sembra impossibile pensare che il film, adattamento cinematografico dell’omonimo bestseller di Helen Fielding del 1996, diretto dall’amica Sharon Maguire abbia gi? compiuto vent’anni. Eppure dalla sua uscita nelle sale avvenuta il 4 aprile 2001 Il Diario di Bridget Jones ha saputo conquistare il grande pubblico con il suo umorismo e la sua freschezza, diventando una delle pellicole d?intrattenimento pi? celebri degli ultimi decenni. Con la sua semplicit? e verit?, ha sedotto pubblico femminile e maschile, ammaliato e divertito dalle disavventure della ragazza pi? imbranata del cinema contemporaneo, forse sentendosi finalmente parte di una pellicola in grado di mostrare la realt? cos? com??, mettendo in scena le difficolt? pi? comuni della vita di ogni trentenne.

Di questi personaggi estremamente moderni, antieroine che devono combattere contro i problemi pi? reali, Bridget Jones, portata sullo scherma da Ren?e Zellweger ? certamente la regina e la pioniera. Lo sappiamo, le pi? giovani di voi leggendo questa descrizione non avranno potuta fare a meno di pensare alla meravigliosa Fleabag di Phoebe Waller-Bridge, alla sua sfontatezza e alle sue pessime scelte in fatto di uomini, eppure prima di Fleabag c’era Bridget con le sue imprecazioni, i sui outfit sbagliati e le sue sigarette. Innamorata del capo Daniel Cleaver (Hugh Grant), fumatrice e bevitrice incallita, una frana tanto al lavoro quando in cucina, trascorre le sue giornate tra un impaccio e l?altro, in modo tanto comune da risultare tremendamente veritiero e divertente.

A distanza di 20 anni, non possiamo fare a meno di chiederci:la storia di Bridget ? invecchiata bene? Questa sera sul La 5 potete recuperare il film comodamente seduti sul divano, magari indossando un pigiama con dei pinguini, e potete fare insieme a noi una riflessione su quanto fosse cos? rivoluzionario e quasi avveniristico il messaggio della pellicola: Il diario di Bridget Jones ? un manifesto del movimento sociale del Body Positive?

Tra i vari temi di Bridget Jones quello del Body Positivity ? sicuramente uno dei pi? interessanti. In un momento in cui il cinema non era ancora cos? interessato a sostenere il concetto di “bellezza vera” Bridget Jones si fa portavoce di un messaggio forte e prepotente. Anche se lontana da una piena consapevolezza della propria bellezza e del suo potenziale inespresso la nostra impacciata eroina compie un viaggio di trasformazione, non fisica ma interiore, che la porta a comprendere il suo valore e la porta verso un percorso di self-love.

Bridget vorrebbe cambiare la sua vita, vorrebbe trovare il principe azzurro. Ma questo desiderio si presenta non solo per compiacere se stessa e porre fine alla solitudine, ma soprattutto per essere ?normale? agli occhi degli altri. ?Allora, come va la vita amorosa?? ? la domanda che Bridget si vede rivolgere in ogni occasione in cui delle ?coppie felicemente sposate? si riuniscono, sottolineando cos? il suo status di donna perennemente single e facendola sentire diversa.
Trovare l?amore ? quindi un modo per accontentare soprattutto una societ? secondo cui la vita deve seguire un percorso, un pacchetto preconfezionato con semplici ?regole?: nasci, cresci, trova un compagno, riproduciti e muori. Ma Bridget ? imperfetta e goffa e il percorso ?naturale? della vita ? per lei una lunga salita tra cibo spazzatura (Ren?e Zellweger fu costretta a mettere su 12 chili per interpretare questo ruolo), sigarette consolatorie, bicchieri (o bottiglie) di vodka, mutandoni della nonna e zuppe blu. E il successo della pellicola ? tutto qui: la brillante e sincera scrittura di un personaggio con cui il pubblico pu? finalmente empatizzare, dimenticando le donne perfette che letteratura e cinema propinano in ogni momento, donne ideali che riescono a essere inspiegabilmente ottime in tutto.

Bridget Jones ci insegna a non arrendersi agli stereotipi, ai modelli estetici di una societ? omologata, nella quale ogni guizzo individuale vuole essere soffocato. ? la sublimazione di quel che siamo e la prova (mediatica, ma pur sempre esistente) di come non ci sia potere pi? forte della spontaneit? e della consapevolezza di se stessi.

 

 

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