Recensioni, Streaming, Top News
0
Alessio Zuccari
Il ministero della guerra sporca: recensione del film di Guy Ritchie su Prime Video
Tags: Alan Ritchson, guy ritchie, henry cavill, Il ministero della guerra sporca, prime video
Guy Ritchie è un autore straordinariamente prolifico. Perlomeno nell’ultima manciata d’anni: dal 2017 ad oggi ha in sostanza messo mano a metà dei film che ha collezionato a partire dal 1998. Vien da sé che questa prolificità comporta ispirazioni più o meno riuscite, con forse anche un certo ammorbidimento di uno stile di fondo sempre ironico, frenetico, corale ma più conformato al gusto leggibile del pubblico da piattaforma. Non sembra allora un caso che dopo Aladdin (2019) i film del regista britannico siano finiti qui in Italia tutti distribuiti direttamente su Prime Video, con eccezione di Operation Fortune, accaparrato da Sky – nonostante altrove, è da far presente, siano usciti pure in sala. Nel 2024 anche una serie, la riuscitissima The Gentleman (su bozza dell’omonimo film del 2019), da Netflix. A confermare la regola ecco allora Il ministero della guerra sporca, ultima cavalcata di gruppo che mescola il film d’azione, lo spionaggio e la commedia.
La storia sembra una quelle di cucite apposta per far gola a Ritchie. È il 1942, la Seconda guerra mondiale imperversa e l’Inghilterra soffre l’affondamento delle sue navi a causa dei sottomarini nazisti. Winston Churchill (Rory Kinnear), dalle cui carte personali prende ispirazione il libro Churchill’s Secret Warriors: The Explosive True Story of the Special Forces Desperadoes of WWII di Damien Lewis e da qui la sceneggiatura del film di Ritchie, Paul Tamasy, Eric Johnson e Arash Amel, decide quindi di avviare un’operazione segreta sotto copertura. Assembla così la sua sporca mezza dozzina di brutti e cattivi, una sorta di controcampo degli Avengers che guarda molto ai Bastardi senza gloria tarantiniani. D’altronde, al cinema, ci sono davvero pochi tropi catartici come è catartico sparare e far saltare in aria i nazisti e i loro alleati.
Viene dunque ordita una doppia missione a tenaglia per tagliare i rifornimenti dei tristemente famigerati U-boat tedeschi affondando la nave d’appoggio italiana Duchessa d’Aosta. Da una parte si muovono per mare e a bordo di un barchino battente bandiera svedese i muscoli con il compito di intercettare la nave (Henry Cavill, un Alan Ritchson che fa sembrare piccolo persino Cavill, Henry Golding, Alex Pettyfer, Hero Fiennes Tiffin), dall’altra le spie che direzionano l’esito dell’operazione dall’isola di Fernando Po (Eiza González, Babs Olusanmokun).
Ed è innegabile che i film di Ritchie, anche quelli meno slanciati, mantengano comunque quell’esilarante e sexy carica tra l’ironia e il corteggiamento, nelle trame della storia e nell’ammiccare allo spettatore. Il ministero della guerra sporca fa parte di questa categoria di figli minori, ma sarebbe scorretto non riconoscergli la grande scioltezza con la quale danza tra proiettili e umorismi, tra i generi che aspira ad ibridare (ancora, con maggiore agilità di nomi più blasonati, si pensi al noiosissimo Argylle) e un incedere sempre camaleontico.
Ci si sposta molto, come lo spy movie richiede, e ci si traveste, cambia di abito e di pelle, una costante questa nella filmografia di un regista che lascia una traccia di sensuale pure tra la rozzezza (le t-shirt strizzate sui muscoli di Ritchson, i baffi arricciati di Cavill). Sconta scambi in dialogo e battuta magari meno spigliati che in altre occasioni, eppure Il ministero della guerra sporca non perde mai di ritmo o di humor nei forse più divertiti che divertenti personaggi. Il March-Phillips di Cavill si ferma un istante prima dell’aperta macchietta, giusto in tempo per gustarselo tutto in caricatura.
Il film si puntella poi a dovere nei momenti in cui c’è da dar fuoco alle polveri e concedersi a carambole pirotecniche, dove il regista passa dall’arma bianca al tritolo nell’arco di una transizione di montaggio. Richie, insomma, è sempre lì. E chi lo conosce non ne perde mai la consapevolezza, anche se deve scorgerlo dietro la cortina di un tocco estetico più addomesticato e un tono collettivo meno pungente che in passato.
Il ministero della guerra sporca è su Prime Video dal 25 luglio.