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Martina Barone
Il robot selvaggio: intervista a Esther Elisha e Alessandro Roia
Tags: Alessandro Roia, Esther Elisha, Il robot selvaggio
Dal 10 ottobre arriva in sala un film che farà uscire il vostro “Auuuuu” interiore. Basato sul romanzo illustrato di Peter Brown pubblicato nel 2016, Il robot selvaggio è la nuova opera del regista Chris Sanders, già famoso nel mondo dell’animazione grazie a Lilo e Stitch, I Croods e Dragon Trainer. La storia ha come protagonista Roz, automa che si ritrova da sola su di un’isola isolata, dove gli animali regnano sovrani e in cui è inevitabile che viga la legge del più forte.
Cercando di adattarsi ad un ambiente assolutamente distante dalla sua programmazione del dover “aiutare” e “servire” gli altri, il robot affronterà un compito del tutto inaspettato: prendersi cura di una piccola anatra, Becco Lustro. Farlo mangiare, insegnargli a nuotare e prepararlo ad migrare usando le sue ali. Sono questi i doveri su cui si dovrà applicare un robot non certo adatto a fare il genitore, ma che si ritroverà a ricoprire un ruolo che metterà in discussione la sua natura e ciò per cui è programmato.
È di chi siamo e che crediamo di (non) poter diventare che abbiamo parlato insieme ai doppiatori Esther Elisha (Neve, Il padre d’Italia) e Alessandro Roia (The End? L’inferno fuori, Romanzo criminale) – nella versione originale del film animato Lupita Nyong’o e Pedro Pascal – i quali prestano la voce alla tecnologica protagonista e alla sua inattesa amica volpe, Fink, furbo e egoista, anche lui pronto a un grande cambiamento, apprendendo cosa vuol dire avere degli amici e una famiglia.
Mentre Il robot selvaggio ci insegna che è possibile spingerci oltre le nostre possibilità, e di lasciarsi sorprendere dalle infinte abilità di cui non sapevamo nemmeno di essere capaci, i doppiatori italiani ci raccontano come hanno affrontato gli aspetti più imprevedibili di fronte a cui li ha messi la vita. Dal diventare genitori al fare il lavoro che si è sempre sognato, trovando finalmente il proprio habitat.