Si inizia luned? 27 aprile, in prima serata, con Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell?Anello, a cui seguiranno con cadenza settimanale Le Due Torri e Il Ritorno del Re.
Dopo la maratona dei film di Harry Potter e gli appuntamenti dedicati al primo e al secondo capitolo della saga di Animali Fantastici?, Canale 5 continua a stuzzicare la fantasia degli spettatori con i tre film tratti dai romanzi di J.R.R. Tolkien. Si inizia luned? 27 aprile, in prima serata, con La Compagnia dell?Anello, a cui seguiranno con cadenza settimanale Le Due Torri e Il Ritorno del Re.
Hobbiville, Nuova Zelanda
A quasi vent?anni dall?uscita nei cinema, la trilogia diretta da Peter Jackson resta un?opera dei record, con diciassette Premi Oscar complessivi portati a casa (nello specifico, quattro sono stati vinti da La Compagnia dell?Anello, due da Le Due Torri e ben undici su undici nomination da Il Ritorno del Re), un successo di pubblico e critica e una monumentale messa in scena della pi? grande storia della storia del fantasy. Ricreando la Terra di Mezzo in Nuova Zelanda, Jackson ? riuscito a dare nuova vita al capolavoro di Tolkien, anche se le critiche dalla famiglia dello scrittore non sono mancate: infatti, nonostante i film siano riusciti a conquistare una buona parte dello zoccolo duro dei fan dell?opera originale del professore di Oxford, il recentemente scomparso Christopher Tolkien – figlio di John Ronald Reuel e curatore delle sue opere postume – aveva lamentato nel corso di un?intervista al quotidiano francese Le Monde un?eccessiva commercializzazione delle opere paterne, eviscerate per realizzare un film d?azione che ne nullificava l?impatto estetico e filosofico.
Eppure, nonostante molto si sia perso nel passaggio dalle 1137 pagine del romanzo alle nove ore e diciassette minuti (undici ore e ventidue minuti per i temerari che prediligono la extended version) dei film, le vicende di Frodo Baggins e della sua missione verso il Monte Fato restano una storia che affonda le sue radici nella tradizione, fedele a Tolkien nel messaggio e nella messa in scena dei personaggi, diventati ormai iconici. L?Aragorn interpretato da Viggo Mortensen, l?elfo Legolas di Orlando Bloom e lo stregone Gandalf di Ian McKellen, ma anche Liv Tyler nei panni della Stella del vespro, l?elfa Arwen, e Andy Serkis che ha prestato il suo corpo, la sua voce e il suo sterminato talento a Gollum, lo sfortunato hobbit corrotto dall?anello: tutto il cast della trilogia ha reso possibile far vivere di nuovo, in un altro medium, i personaggi complessi e tridimensionali immaginati da Tolkien.
Un anello come simbolo
La trilogia dell?Anello ha una forte valenza simbolica e, negli anni, la storia di Frodo, Sam, Pipino e Merry ? stata riletta in molte chiavi: il viaggio dei quattro Hobbit attraverso la Terra di Mezzo, dalle verdi colline della Contea all?oscuro e infernale Monte Fato, ? una metafora dell?industrializzazione, che con le sue macchine produttive inquina il mondo agreste e bucolico; ma nell?identificare Mordor e Sauron come il male, Il Signore degli Anelli critica anche i totalitarismi: il pericolo rappresentato dall?Unico Anello, il solo in grado di sottomettere gli altri portatori degli anelli, riecheggia in ogni dittatura che sia esista o che ancora esista. Il potere ? uno dei grandi temi della trilogia: il potere dell?anello corrompe chi lo ottiene e spinge chi lo ha a desiderarne ancora di pi?. Cate Blanchett, nei panni della Dama di L?rien Galadriel, viene tentata dall?offerta di Frodo di entrare in possesso dell?Unico Anello e la sua rinuncia, cos? come quella di Gandalf messo di fronte alla stessa offerta, denota una forza di volont? e un desiderio di servire il bene che supera qualsiasi aspirazione personale.
Nel mondo de Il Signore degli Anelli il bene e il male sono entit? distinte e separate, e il desiderio corrompe come una malattia dello spirito: solo un atto eroico di altruismo e sacrificio, come quello compiuto da Boromir (Sean Bean), pu? redimere un?anima corrotta dal potere. Frodo stesso, considerato in molte analisi una figura cristologica, arriva a sacrificare tutto se stesso per portare a compimento, con l?aiuto del fedele Samwise Gamgee, la sua missione. Nonostante questa forte dicotomia tra bene e male, Il Signore degli Anelli non manca di sfumature: Gollum, per esempio, incarna la corruzione, ma anche la follia e sar? solo grazie alla piet? provata da Frodo nei suoi confronti che l?Anello verr? distrutto.
I tempi che corrono
Con la sua trilogia, Peter Jackson ha fissato nell?immaginario di molti un mondo fantastico, una mitologia dei nostri tempi in cui gli uomini, anche i re e i guerrieri, rinunciano ad alcuni comportamenti tossici in favore di un?amicizia maschile affettuosa e mai irrispettosa, uomini che piangono per amore e abbracciano i loro compagni di avventura, relazioni amorose in cui nessuna principessa deve essere salvata dal proprio cavaliere, perch? perfettamente in grado di salvarsi da sola. Arwen, ?owyn, Galadriel: se ? vero che le protagoniste di Tolkien sono poche, a una limitata quantit? non si accompagna una scarsa qualit? e l?autorevole compostezza di Galadriel, la passione e la generosit? di ?owyn e la saggezza di Arwen sono una parte integrante e imprescindibile delle storie della Terra di Mezzo.
Ma perch? riguardare, oggi, Il Signore degli Anelli? Perch? come tutte le storie che raccontano un mondo intero, anche nella trilogia riproposta a partire da questa sera su Canale 5 si possono trovare spunti di riflessione sulla nostra contemporaneit? (oltre a passare tre serate in compagnia di vecchi amici e una storia sempre appassionante): ? il saggio Gandalf a ricordarci che ci sono tempi in cui nessuno vorrebbe vivere, ma che non spetta a noi decidere; noi possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso. E stare in casa a guardare la trilogia de Il Signore degli Anelli ci sembra un?ottima decisione.