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Cristiana Puntoriero
Il tuo Natale o il mio?: recensione della brit-com natalizia su Prime Video
Tags: film, prime video
Dopo essersi salutati in una stazione ferroviaria di Londra, entrambi prendono la stessa folle decisione di cambiare treno e sorprendersi a vicenda. Completamente ignari di essersi scambiati i Natali, Hayley si ritrova in una enorme villa in un piccolo villaggio nella campagna di Gloucester dove il Natale non esiste, mentre James si dirige a nord in una piccola casa bifamiliare nel Macclesfield ed entra nel caldo e caotico pandemonio che solo una grande famiglia può generare nel periodo natalizio. Quando l’intero Paese è ricoperto dalla più grande nevicata mai registrata, i nostri sfortunati amanti si ritrovano intrappolati nel periodo più maniacale dell’anno.
Pensandolo come una sorta di calendario dell’avvento digitale, da inizio mese e per orni giorno le piattaforme ci mettono a disposizione una nuova casella da aprire il cui contenuto è un film di Natale diverso, in avanti verso l’inarrestabile corsa alla fatidica data del 25 dicembre. Perché quelle delle produzioni natalizie è un’industria a parte, un meccanismo oliato alla perfezione per confezionare e distribuire nei cinema e in streaming per lo più commedie romantiche e familiari da guardare nei freddi pomeriggi d’inverno, costruite su storie leggere e sentimenti genuini che garantiscono allo spettatore il tanto agognato lieto fine, oltre che a qualche ora di svago.
A proseguire su Prime Video la lunga lista di film del filone, dopo l’italiano Improvvisamente Natale si vola a nord ovest facendo tappa stavolta in Inghilterra, dove ci attende una rom-com dai buoni presupposti, ma che finisce per rivelarsi l’ennesimo tentativo innocuo di dare nuova linfa a un genere così difficile da scardinare.
Il tuo Natale o il mio? ricorda a grandi linee il format del film ormai immancabile e citatissimo L’amore non va in Vacanza, dal quale prende in prestito il medesimo switch di case (e dunque di Natali e dunque di vite) che accomunava il destino di Kate Winslet e Cameron Diaz nell’opera firmata da Nancy Meyers nel 2007. Tuttavia, qui, nella sceneggiatura di Tom Parry, lo scambio domestico non è conseguenza del libero arbitrio ma piuttosto frutto improbabile del caso, avviato quando due neo fidanzati aspiranti attori salgono uno nel treno dell’altra e si recano a sorpresa verso le rispettive città natali nel sud-ovest del Paese, finendo così per passare l’anti vigilia, la vigilia e (metà) giorno di Natale con le famiglie opposte.
Non rispettando per sua volontà il noto proverbio “Natale con i tuoi…” il film diretto da Jim O’Hanlon gioca dunque per quanto può con il fato prima e l’equivoco poi, con gli opposti culturali e socioeconomici di due nuclei agli antipodi e col sentirsi un pesce fuori d’acqua all’interno di un modo di percepire le festività così diverso dal proprio.
Il tuo Natale o il mio? pare avere all’incirca tutti i presupposti per essere un buon Christmas movie, soprattutto nel grazioso incipit ambientato in una stazione ferroviaria dove la coppia in questione, interpretata da Asa Butterfield di Sex Education e da Cora Kirk di Newcomer, in procinto di salutarsi prima di salire sul rispettivo vagone, ci appaiono come un duo romantico senza essere smielato, dalle personalità interessanti e pronti forse a regalarci un racconto meno svenevole o classicheggiante di molte altre future coppie che abbiamo visto formarsi sullo schermo contornate da lucine e baci sotto al vischio.
Neanche il tempo di ambientarsi l’uno nella rumorosa famiglia birazziale di Hayley, e quest’ultima nell’enorme castello del padre Lord di James, che tutto il buon auspicio dei primi quindici minuti circa del film si sgonfia inesorabilmente verso una scrittura che fatica a decollare e parzialmente brillante, fiacco d’idee e dialoghi all’altezza, – seppur mantenendo quell’atmosfera bonaria con cui era partita -, proseguendo poi con soluzioni narrative che allungano il brodo per mantenere vivo l’equivoco: i vari tentativi mai andati a buon fine di lasciare le cittadine; la sottolineatura comica delle diversità degli ambienti; i segreti da mantenere per non rovinare la nostra immagine illusoria difronte a mamma e papà.
Pur essendo formalmente più sobrio e senza la smania della perfezione come tanti titoli di produzione statunitense hanno come marchio di riconoscibilità, ne Il tuo Natale o il mio? capita più o meno quello che può succedere talvolta aprendo un pacco regalo dalla carta accecante: l’amara delusione di un contenuto che poteva darci finalmente una gioia.