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Interceptor: recensione del film Netflix con Elsa Pataky
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Interceptor: recensione del film Netflix con Elsa Pataky

Tags: film, netflix, Recensione, thriller
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Sinossi ufficiale di Interceptor:

Un’ufficiale dell’esercito deve fare appello ad anni di addestramento tattico e alla propria esperienza in campo militare quando un attacco coordinato minaccia la remota stazione di intercettazione missilistica di cui ? al comando.

Recensione di Interceptor:

Se mai un giorno la Russia volesse lanciare un missile nucleare dritto verso gli Stati Uniti, questo ci impiegherebbe esattamente 24 minuti per raggiungere il proprio obiettivo. Di conseguenza, i minuti rimasti agli Stati Uniti per abbattere quello stesso missile in arrivo sarebbero 12, la met?. In quei fatidici 720 secondi le sole basi militari americane addestrate per la difesa del paese sarebbero due: una in Alaska, a Fort Greely; l?altra in una piattaforma galleggiante nel bel mezzo del Pacifico chiamata SBX-1, pi? vicina nella traiettoria rispetto alla prima.

Ce lo spiega con tanto di didascalie e grafici il preambolo di Interceptor, il thriller/disaster movie diretto per la prima volta da Matthew Reilly e scritto assieme a Stuart Beattie, sceneggiatore di titoli di tutto rispetto come Collateral di Michael Mann, la miniserie Obi-Wan Kenobi e la saga de I Pirati dei Caraibi da La maledizione della prima luna fino a La vendetta di Salazar. Un nome, quello dell?australiano Beattie, teoricamente preparato a trattare il genere dell?avventura, ma qui inspiegabilmente inefficace a farci sentire anche solo un brivido dell?apocalisse che sta, ipoteticamente, per distruggere il pianeta terra.

La nuova Guerra Fredda

Si rimane infatti totalmente impassibili difronte alle peripezie adrenaliniche a cui la protagonista JJ Collins, interpretata da una arrabbiatissima e atleticissima Elsa Pataky, (moglie dal 2010 di Chris Hemsworth, forse qui camuffato in un rapidissimo cameo) ? chiamata ad affrontare appena sfiora il piede sulla SBX-1, retrocessa dal Pentagono dopo uno scandalo di molestie sessuali ai piani alti, da lei stessa subiti e denunciati a fatica contro il fallocentrico establishment dell?US Army. Un atto di coraggio che l?ha messa in cattiva luce agli occhi del resto dell?esercito, e dunque, a fini del film, eroina woke con puntuale strizzata d?occhio al movimento #MeToo.

Una tough girl tutta cazzotti e canotta bianca, un po’ Lara Croft e un po’ Soldato Jane come vuole tradizione: JJ deve salvare il proprio paese da un ex agente dei servizi segreti (Luke Bracey), il quale minaccia la fine della ?balla nazionale? che ? diventata oggi l?America. L?intero futuro del paese ? nelle sue mani e cos? il film intero, che fa di tutto per sembrare aggiornato al presente e invece sembra sia uscito da un blockbuster di seconda categoria sul finire degli anni novanta.

L’upgrade insufficiente di Interceptor

Femminismo, (anti) patriottismo, l’affronto al capitalismo, la prima Presidente(ssa) donna, l?eterna minaccia Fredda dalla Russia: Interceptor si sforza a inserire quanti pi? riferimenti ai discorsi sul nuovo Millennio possibili, ma l?anima ? irrimediabilmente stantia a quelli stilistici e registici del passato. Ancora stazionata a un cinema muscolare, di posa con pistola in mano, di volti segnati dal combattimento appena coreografato, di schermi giganti sui quali monitorare il missile, la bomba, l?asteroide di turno, la sceneggiatura del duo Reilly-Beattie segue senza personalit? copioni gi? assimilati, riscuotendo da parte dello spettatore insoddisfazione e noia in un action che dovrebbe invece suscitare tutt?altro.

Interceptor somma allora elementi gi? visti e sorpassati, restituiti qui in chiave femminile e tuttavia ancora inadatti a sorreggere la credibilit? non tanto della storia, possibile visto gli inquietanti tempi guerrafondai che corrono, ma del trattamento debole e artificioso delle caratteristiche della protagonista: incarnazione della forza imbattibile del soldato e al contempo fragile vittima del machismo armato. Magari bastasse un giubbotto antiproiettile o una base missilistica: certe produzioni Netflix a volte sono il vero nemico.

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