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Inventing Anna, recensione: la serie su Netflix di Shonda Rhimes

Tags: inventing anna, julia garner, shonda rhimes
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Inventing Anna, recensione: la serie su Netflix di Shonda Rhimes

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Quella di Anna Delvey ? una storia che vale la pena essere raccontata. Il (quasi) successo di una giovane donna di venticinque anni, il sogno americano di un?immigrata in cerca della propria fortuna, il sistema classista e finanziario di un Paese in cui i soldi circolano solo in un ambiente chiuso di cui risulta impossibile far parte. Eppure la giovane, nata Sorokin di cognome, ? riuscita a entrare nelle grazie di imprenditori, avvocati e bancari tanto da arrivare pericolosamente vicina alla realizzazione di una fondazione che avrebbe richiesto quaranta milioni di dollari di investimento. Cifra che Delvey non possedeva affatto, ma che era riuscita a raggiungere solamente grazie alla sua rete di contatti, all?arte camaleontica di sapersi adattare al mondo dell?alta borghesia newyorkese, alla determinazione di una giovane che ha voluto far sapere al mondo che il suo piano non riguardava semplicemente la truffa o i soldi, ma l?opportunit? di poter diventare qualcuno.

La fama ? ci? che pi? viene bramata in Inventing Anna, serie Netflix che tenta di ricostruire – romanzando molte sue parti – la storia della ragazza spacciatasi per ereditiera tedesca con un infinito fondo fiduciario. L?assemblaggio di un puzzle in cui ognuno poteva riportare la propria versione di Anna Delvey compresa Anna Delvey stessa, creata dalla Shonda Rhimes di Grey?s Anatomy che continua a espandere il suo dominio anche sulla piattaforma. Ruolo affidato alla Julia Garner di Ozark, involucro per quella figura vista da ogni personaggio in maniera diversa, destinata a un processo che la porter? alla notoriet? sempre sperata, seppur auspicata in modo diverso.

L’era dei social media, dei millenials, di Anna Delvey

Certamente il fulcro della ricerca di Inventing Anna ? la spinta maggiore per un pubblico che, a conoscenza o meno della vicenda reale, si interessa fin dal primo momento a una frode che ha simboleggiato un po? il paradigma dell?era dominata dai social media e dell?influenza che una vetrina come quella illusoria di internet ? in grado di suscitare. Peccato che presto la narrazione si sfaldi al punto da non stuzzicare pi? alcuna curiosit? attorno ad una serie che appiattisce enormemente il proprio potenziale, riempiendo le nove puntate di tutti i raggiri messi in atto dalla donna, ma esercitando sempre meno presa sul pubblico.

L?evanescente acchiappo di cui Inventing Anna si era inizialmente servita va sgretolandosi a causa della diluizione degli eventi che sono andati a comporre l?arrivo al processo della giovane, attirando pi? per quello che Delvey avrebbe potuto di volta in volta compiere invece che per l?attuazione a livello seriale. I colpi, le bugie, gli inganni e i sotterfugi perdono di richiamo nella confezione anonima del prodotto Netflix, che si dimostra impreparato a saper gestire l?immenso patrimonio che la protagonista millantava di possedere, sottraendogli il valore necessario e intaccando un racconto virtualmente esplosivo.

Inventing Anna: un successo mancato, un’altra volta

Qualsiasi aspetto narrativo la serie va a sfiorare finisce per sbrindellarsi rimanendo solamente come promemoria dell?avvenuto, ma non affondando mai bene i suoi artigli nella complessit? del racconto. Inventing Anna, partendo dalla sua protagonista, ? una storia che comprende la voglia di successo, la dimostrazione del proprio valore, il saper sfruttare le occasioni che si presentano anche a costo di dover usare le persone. La conquista del proprio obiettivo superiore a qualsiasi altra cosa. Ma il proprio scopo, Inventing Anna, non riesce a portarlo a termine, facendo dell?approfittarsi degli altri e del desiderio di notoriet? uno specchio per le allodole troppo grande, infattibile da raggiungere anche per la serie stessa.

Pur con una Julia Garner bravissima, la quale soffre per? di una gabbia che non le permette di mostrare tutte le facce di Anna Delvey finendo per restituirne solamente qualche sfumatura, la serie Netflix dilata il suo racconto che, a questo punto, sarebbe molto pi? stimolante recuperare dalle pagine dei giornali e da quelle pubblicazioni tra siti, articoli e libri che danno ogni volta un nuovo punto di vista sull?accaduto. Una storia che affidata a David Fincher, Adam McKay o Steven Sodenbergh avrebbe saputo riempire di fascino la protagonista e riportare da una parte il lato ?giocoso? dell?invenzione di un personaggio, dall?altra un?analisi su una societ? che si piega a club milionari. Se Inventing Anna voleva mostrare le molteplici personalit? che hanno formato Anna Delvey alla fine a uscirne fuori ? una soltanto: quella di una ragazza a cui mancava poco per ambire alla sua personale vittoria, a differenza di quanto avviene alla serie che la vede ritratta.

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