Film
aftersun
Federica Marcucci

Aftersun: la recensione del film con protagonista Paul Mescal

Tags: aftersun, Mubi, paul mescal
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Aftersun: la recensione del film con protagonista Paul Mescal

Aftersun: la recensione del film con protagonista Paul Mescal

Film
Federica Marcucci
Tags: aftersun, Mubi, paul mescal

Un film delicato e doloroso che riflette sulla necessità di tornare a guardare i nostri ricordi con altri occhi.

Aftersun è un’opera prima che riflette sul senso della memoria, setacciando i ricordi dell’ultima vacanza di un padre e di una figlia. Presentato a Cannes nel 2022, nell’ambito della rassegna della settimana della critica, e distribuito in Italia l’anno successivo su MUBI, il film è scritto e diretto da Charlotte Wells e interpretato da Paul Mescal e l’esordiente Frankie Corio nei ruoli di Calum e Sophie, padre e figlia. La regista ha dichiarato che la vicenda è parzialmente basata su vicende personali.

Il film segue le vicende dell’undicenne Sophie e suo padre, Calum, i quali si trovano in vacanza in una località balneare turca alla fine degli anni Novanta. Nuotano, giocano a biliardo e si godono la compagnia l’uno dell’altra. Calum è la versione migliore di se stesso quando è con Sophie. Sophie sente che tutto è possibile quando c’è Calum. Quando Sophie è da sola, affronta nuove amicizie ed esperienze. Mentre si godono il tempo trascorso insieme, Calum cerca di nasconderle un senso di malinconia che lo pervade. Vent’anni dopo, i teneri ricordi dell’ultima vacanza di padre e figlia diventano un ritratto potente e straziante del loro rapporto, mentre Sophie cerca di riconciliare il padre che conosceva con l’uomo che non ha mai conosciuto.

Riavvolgere la pellicola dei ricordi

Aftersun è un film che cristallizza il ricordo attraverso il cinema stesso. L’intero viaggio di Calum e Sophie diventa un found footage che, anni dopo, permette alla protagonista di riflettere sui silenzi dietro alle parole e sulla tristezza dietro ai sorrisi di un padre amorevole, quanto emotivamente spezzato. Ne deriva una narrazione, di pochi dialoghi e tanti dettagli, che procede in modo sconnesso ma comunque logico; in perenne bilico tra sogno e realtà.

Il resort, che richiama alla mente una sorta di memoria collettiva, è un non luogo in cui padre e figlia si avvicinano e si perdono immortalando con una fotocamera i momenti più spensierati della loro vacanza. Lo sguardo assente di Calum e lo smarrimento di Sophie restano fuori dal sogno su pellicola ma non dai ricordi della ragazzina che, diventata adulta, si trova a riguardarsi sul piccolo schermo del dispositivo; probabilmente ormai conscia del dolore che attanagliava il padre in quella che, come ci lascia intuire la regista, è stata la loro ultima vacanza insieme.

Diventare grandi

Oltre a essere una storia incentrata sul senso ricordo, tutto ciò che resta della caducità di un presente che si chiama vita, Aftersun è anche un film che ci parla d’amore e incomunicabilità: in particolare in riferimento a quel momento dell’esistenza in cui tutti si rendono conto che i propri genitori non sono né perfetti né infallibili.

È grazie ai momenti passati con il padre, ai silenzi di quest’ultimo e al costante gesto d’amore di lui che la aiuta a mettersi la crema solare che Sophie intraprenderà quel cammino doloroso che la condurrà fuori dall’infanzia. Coi suoi occhi da undicenne la ragazzina non riesce infatti a percepire e comprendere la natura del malessere del padre, eppure ogni sua azione lascia intuire una sensazione di malinconia. L’infanzia sta finendo ed ecco che il “Perché non possiamo fermarci di più?” di Sophie è l’ultimo tentativo per aggrapparsi a un sogno che resterà tale solo sui filmati impressi dalla fotocamera.

Rinconcilarsi con il passato

Ne deriva quindi che il recupero della memoria e il passaggio all’età adulta sono necessari per riconciliarsi con un passato doloroso e complesso. L’atto di guardare la propria vita da spettatore fatto dalla protagonista lenisce le scottature di quel sole che illuminava lei il padre, vicini o lontani che fossero, come la crema doposole a cui fa riferimento il titolo. Diventata adulta e alle soglie degli anni che aveva suo padre al tempo di quella vacanza, Sophie esplora la perdita e l’attaccamento guardando il genitore, e anche se stessa bambina, con occhi nuovi; e sebbene contatto fisico venga meno per sempre in una danza frenetica tra passato e presente, tra sogno e realtà, l’amore – anche più forte del sole che illuminava i loro cieli, resta.

Dolceamaro e potente, Aftersun è una piccola perla che riflette sul ricordo, sul dolore, sulla necessità che ognuno di noi ha di fare i conti con il proprio passato. Un film d’esordio delicato, che lascia presagire un futuro luminoso per Charlotte Wells, e la conferma di Paul Mescal – qui accompagnato dalla meravigliosa Frankie Corio al suo primo film, come uno degli interpreti più raffinati degli ultimi anni.

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