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Lilo & Stitch: recensione del film Disney live action
Alessio Zuccari

Lilo & Stitch: recensione del film Disney live action

Tags: disney, Lilo & Stitch
Lilo & Stitch: recensione del film Disney live action
Lilo & Stitch: recensione del film Disney live action

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Alessio Zuccari
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Il film diretto da Dean Fleischer Camp riporta al cinema l’impertinente alieno blu. Nelle sale dal 21 maggio con The Walt Disney Company.

Cosa fare davvero con i remake Disney in live action è questione ancora non del tutto risolta. Quelli che arrivano in sala talvolta performano benissimo (Mufasa – Il re leone, comunque un prequel originale), talvolta sono tonfi disastrosi (Biancaneve). Di certo, al di là di meriti e demeriti realizzativi, nuova e imperitura vita la trovano nello sfruttamento casalingo una volta accolti tra le braccia di Disney+. E a quel tipo di linguaggio da domenica pomeriggio sul divano alcuni di questi film sembrano già del tutto votati, come nel caso del nuovo Lilo & Stitch.

Lilo & Stitch, la trama del film

Lilo & Stitch: recensione del film Disney live action
Photo Credits: Disney

Un film che, in relazione allo scopo, riadatta comunque in maniera piuttosto efficace l’opera animata del 2002, allineando qui e lì diversi svicoli di trama ma mantenendo lo spirito di resilienza familiare al centro del racconto originario. Ovviamente c’è Lilo (Maia Kealoha), piccola furia incontenibile orfana di genitori e affidata alle cure della sorella Nani (Sydney Elizebeth Agudong), che si arrabatta come può tra il lavoro e l’improvvisa responsabilità di dover gestire ciò che rimane della famiglia.

Poi c’è lui, Stitch (doppiato in inglese da Chris Sanders, già voce e regista dell’originale), pericoloso esperimento alieno condannato all’esilio dalla Federazione Galattica Unita e scaraventato sulla Terra, più esattamente nelle Hawaii. Qui si finge un cane e riesce a farsi adottare da Lilo, dando il via a una serie di catastrofiche carambole che metteranno a dura prova il principio di ‘ohana, il termine hawaiano con il quale si intende una famiglia allargata, scelta anche al di fuori dei legami di sangue. Un concetto, declinato in differenti forme e maniere, sempre più ribadito nel cinema hollywoodiano contemporaneo: per citarne uno esemplare, Avatar – La via dell’acqua.

Buddy movie e un cuore emotivo

Lilo & Stitch: recensione del film Disney live action
Photo Credits: Disney

Lilo & Stitch, che è scritto da Chris Kekaniokalani Bright e Mike Van Waes e diretto da Dean Fleischer Camp (autore del piccolo fenomeno Marcell the Shell with Shoes On), butta poi in campo un duo lanciato sulle tracce dell’alieno, il suo creatore il Dr. Jumba Jookiba (Zach Galifianakis) e l’agente Pleakley (Billy Magnussen). A partire dal loro costeggiare l’ironia buffa del buddy movie, la pellicola cattura anche il piglio dell’umorismo slapstick e in alcuni frangenti beffardamente cinico tipico, ad esempio, di un Garfield.

Dopotutto vera star è la creatura, palla di pelo in apparenza docile che gioca – mai più di oggi, epoca di reels di gattini e ogni sorta di batuffolo animale – con la meschina cattiveria che cela sotto la pelliccia blu. Vincente la scelta di mantenere un design il più possibile fedele a quello della pellicola di inizio anni Duemila, il cui look fu concepito sempre da Sanders, con una realizzazione digitale tutto sommato adeguata. Soprattutto se la si concepisce all’interno dei quattro angoli di una TV, alla quale la confezione visiva si formatta con uno sguardo artisticamente innocuo – primi piani, piani americani, un dinamismo limitato o contenuto e una fotografia (Nigel Bluck) del tutto neutra.  

Sforbiciando qui e lì sui colpi di scena, Lilo & Stitch punta però ogni cosa, più di quanto già facesse la versione animata, a stimolare il cuore emotivo. In questo è aiutato dalla bravura della sua dirompente piccola protagonista, Kealoha, volto e impeto giusto tra la marachella e il malinconico, nei confronti della quale non si può reprimere un sincero moto di simpatia. Resta migliore l’originale? In questi casi sempre, soprattutto quando se ne fa una sostanziale copia carbone. Ma un pubblico lo troverà comunque, e come intrattenimento per i più piccoli non è da biasimare.

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