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Cristiana Puntoriero
ll favoloso mondo di Amélie: 5 motivi per (ri)vedere il film con Audrey Tautou
Tags: film, prime video
Nel catalogo di febbraio di Prime Video arriva, a vent’anni dalla sua uscita, Il favoloso mondo di Amélie, capolavoro francese con Audrey Tautou. Vi diamo 5 motivi per (ri)vederlo
Considerato dalla critica come uno fra i migliori 100 film non in lingua inglese, il capolavoro scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet Il favoloso mondo di Amelie arriva direttamente su Prime Video dopo ben vent’anni dalla sua uscita italiana. Distribuito in Francia un anno prima, portando in sala 8 milioni di spettatori per un incasso totale superiore ai 40 milioni di euro, il film francese, cinque volte candidato agli Oscar del 2002, ci porta col suo originalissimo stile suggestivo e poetico nella vita di una giovane cameriera costretta a rifugiarsi un mondo favoloso, appunto, in risposta all’anaffettività dei genitori, la cui sorte la poterà casualmente alla scoperta di una piccola scatola appartenuta a un certo Dominique Bretodeau. Quel nome sarà l’inizio di un percorso interiore: mentre proverà a cercare il proprietario di quell’oggetto, deciderà di dedicarsi agli altri in attesa della sua grande svolta, ovvero quella di riuscire ad affrontare la vita.
Se ancora non l’avete visto, vi suggeriamo 5 motivi per farlo o per rivederlo di nuovo.
Bastano le primissime note di “La valse d’Amélie” per riconoscere le inconfondibili sonorità contenute nella colonna sonora del film, tutte composte dal maestro Yann Tiersen, poi assembrate in un disco che in paesi quali Germania, Paesi Bassi e Regno Unito sono state vendute in oltre 100.000 copie. Venti canzoni che esaltano l’atmosfera fiabesca, malinconica ma con la testa sulle nuvole che avvolgono dolcemente tutto il racconto, e che valsero al polistrumentista la candidatura ai BAFTA e la vittoria del César per la stessa categoria “miglior colonna sonora”.
La regia di Jean-Pierre Jeunet
Noto soprattutto per i film Delicatessen e La città perduta, entrambi co-diretti con Marc Caro, il regista di Roanne, classe ’53, si guadagna la sua prima candidatura agli Oscar proprio con Il favoloso mondo di Amélie, nella categoria però della miglior sceneggiatura originale, scritta assieme a Guillaume Laurant. Nonostante le innumerevoli ingiustizie dei premi mancati, il film deve il suo enorme successo anche, soprattutto grazie alla direzione così stralunata e personalissima di Jeunet, il quale elabora un modo tutto suo, appeso fra sogno e realtà, pittura e proiezione intima, per immergere lo spettatore nell’universo solitario ma gioioso della protagonista.
La Parigi che più amiamo
Città dell’amore, città della luce, città degli innamorati. La Parigi da cartolina che vive scorre nel film non è semplice ambientazione ma diventa co-protagonista assoluta, vibrando ed emanando arte, storia e cultura su più livelli. Girato quasi interamente fra Germania e Francia, alcune scene dell’opera mostrano luoghi e monumenti celebri parigini come la Stazione della Metropolitana di Lamarck, alcune strade di Montmartre come Rue Saint Vincent alle spalle della Basilica del Sacro Cuore, la fermata della Metro Abbesses e il famoso bar-ristorante Les Deux Moulins in Rue Lepic, a due passi dal Moulin Rouge.
Il significato del film
Il favoloso mondo di Amelie è senza dubbio un film a cui preme principalmente lasciare un segno nella mente e nel cuore di chi guarda. Attraverso la strettissima vicinanza di Amélie, – la quale guarda spesso in macchina rompendo la quarta parete, come a volersi rivolgere senza intermezzi a noi dall’altra parte dello schermo – , le sue pagine di esistenza che scorrono davanti ai nostri occhi suggeriscono come la vita sia l’alternarsi a mosaico di mattoncini di felicità e di vulnerabilità; uno alla volta, gioia dopo dolore, la nostra esperienza su questa terra prende forma da azioni e reazioni dettate più o meno dal destino, nel quale si prova a volte a darsi il coraggio sufficiente di fare un passo in più verso gli altri e mettere in moto l’arma infallibile dell’empatia.
La recitazione di Audrey Tautou
Non tutti sanno che il ruolo che rese celebre l’attrice ed ex modella di Beaumont, fu in realtà pensato dal regista per l’attrice inglese Emily Watson, la quale ebbe non poche difficoltà a recitare in francese tanto da subire un re-casting verso appunto la Tautou. Quello di Amélie Poulin rimane ad oggi uno dei suoi ruoli di maggior successo; un‘interpretazione di grande sensibilità, ironia e capacità di adattarsi alle varie gradazioni emotive del racconto. E poi quei suoi look parigini, dal taglio di capelli agli abiti, che l’hanno resa iconica.