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l'ultima notte d'amore
Martina Barone

L'ultima notte d'amore: recensione del film con Piefrancesco Favino

Tags: Andrea Di Stefano, L'ultima notte d'amore, Piefrancesco Favino
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L'ultima notte d'amore: recensione del film con Piefrancesco Favino

Tags: Andrea Di Stefano, L'ultima notte d'amore, Piefrancesco Favino

Pierfrancesco Favino è il protagonista nel film poliziesco L’ultima notte d’amore di Andrea Di Stefano al cinema dal 9 marzo

La trama ufficiale di L’ultima notte d’amore

Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà all’indomani della sua ultima di notte in servizio.

Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.

Nel cast di L’ultima notte d’amore: Piefrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva

Recensione di L’ultima notte d’amore

L’ultima notte d’amore è un film che costruisce la propria storia e il proprio umore completamente attorno al personaggio principale. Franco Amore (Pierfrancesco Favino) è un poliziotto che dopo onorevoli anni di servizio sta per andare in pensione e non vuole assolutamente commettere stupidaggini arrivato alla fine del traguardo. Una carriera encomiabile, un uomo tutto d’un pezzo. Un agente incorruttibile che non ha mai sbagliato nemmeno un giorno della sua vita, soprattutto nel mantenere fede all’arma, rimanendo ligio verso i propri valori.

È inevitabile, perciò, che proprio la sera prima del suo ultimo saluto al distintivo, Franco si ritroverà coinvolto in una sparatoria con tanto di morti. Lui che si vantava di non aver mai sparato a persona alcuna, costretto a dissimulare per lasciare incolume la scena del crimine. Un incidente dovuto a un giro di diamanti in cui si era ritrovato immerso, venendo designato solamente come accompagnatore e ritrovatosi invece a dover salvaguardare il proprio nome e la propria vita. Un errore che stravolge tutto, seppur Franco Amore mantiene i nervi saldi.

L’ultima notte d’amore: tra feste e sparatorie

l'ultima notte d'amore
Credits: Vision Distribution

Scritto e diretto da Andrea Di Stefano, L’ultima notte d’amore parte da subito dall’universale al particolare cominciando in apertura con una lunga panoramica sulla città di Milano, che piano piano si stringe andando a immettersi nella finestra della casa del protagonista, invadendone la sua intimità. È su un momento di festa che si apre il film e sarà sempre a quella festa che circolarmente la sceneggiatura ci farà tornare, per raccontare cosa è accaduto di sconvolgente e vedere come lo ha affrontato Franco Amore.

Tornando indietro nel tempo, di poche ore e giorni rispetto al fattaccio che ne macchierà la fedina, l’opera ci mostra l’accordo preso dal protagonista nel dedicarsi dopo la pensione a un lavoro di massima sicurezza per un gruppo di imprenditori cinesi, il cui commercio si percepisce essere tra l’illecito e meno, mettendo in forte dubbio il da farsi del protagonista. Il quale sceglierà comunque di accettare il lavoro mettendo bene in chiaro le sue condizioni e ripetendo che non avrebbe fatto nulla di anche solo vagamente illegale, vedendo accettate le sue clausole. 

Un film costruito sul suo protagonista

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Credits: Vision Distribution

Stabilite perciò le premesse, la pellicola fonda il suo tono sulla solidità di Franco Amore e su un’intransigenza che verrà inevitabilmente compromessa. Una rigidità d’animo attorno a cui Di Stefano costruisce l’atmosfera di quell’incidente in cui l’uomo rimane coinvolto, ma ancor più ne descrive le sue azioni proprio mantenendo una certa coerenza in relazione a come viene tratteggiato a livello caratteriale il personaggio.

Nel film il protagonista cerca di non fare nulla che ne possa inficiare la correttezza morale, almeno a livello ideale. Non c’è niente, pur nella drammaticità e la violenza dell’evento in cui rimane immischiato, che lo spinge a muoversi in maniera differente rispetto a quanto avrebbe fatto in una situazione normale.

Il genere poliziesco tutto personale di L’ultima notte d’amore

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Credits: Vision Distribution

Il contorno narrativo di L’ultima notte d’amore si innalza tutto partendo dal proprio centro rappresentato dal personaggio di Favino e ne ritaglia una storia in cui l’uomo si ritrova in mezzo e che viene ragionata ponendosi esattamente la domanda: come avrebbe agito Franco Amore se si fosse trovato in questa situazione? Cosa avrebbe fatto?

Con un presupposto così semplice, con uno spunto all’apparenza quasi scontato (e che invece le storie, soprattutto quelle scritte male, ci dimostrano che non lo è affatto), Andrea Di Stefano stende e dirige un’opera che è il suo protagonista e un protagonista che è congruente con la realtà del film che gli costruisce attorno. Una compattezza che viene seguita nella scrittura di L’ultima notte d’amore e si rispecchia nel genere poliziesco a cui si rifà. Anche questo declinato a immagine e somiglianza del protagonista. È per questo che l’opera risulta tanto convincente e peculiare. Specifica in quanto individuale, riportabile per indole e clima al suo personaggio principale.  

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