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Martina Barone

Magic Mike - The Last Dance: recensione del film con Channing Tatum e Salma Hayek

Tags: channing tatum, Magic Mike 3, magic mike the last dance
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Magic Mike - The Last Dance: recensione del film con Channing Tatum e Salma Hayek

Tags: channing tatum, Magic Mike 3, magic mike the last dance

Magic Mike – The Last Dance è il terzo capitolo della saga che vede il ritorno di Channing Tatum per una svolta insolita e…romantica

La trama di Magic Mike – The Last Dance:

Dopo una lunga pausa e in seguito ad un affare fallito che lo ha lasciato al verde, costringendolo a lavorare come bar tender nei locali della Florida, per “Magic” Mike Lane (Tatum) è giunta l’ora di tornare sul palco. Con la speranza di partecipare a quello che considera l’ultimo show della sua carriera, Mike si dirige a Londra con una donna ricca e altolocata (Salma Hayek Pinault) che lo attira con un’offerta che non può rifiutare… e un’agenda già pianificata.

La posta in gioco è altissima quando Mike scopre cosa ha veramente in mente la donna: riuscirà, insieme ad un nuovo gruppo di ballerini da rimettere in carreggiata, ad essere in grado di farcela?

Nel cast di Magic Mike – The Last Dance: Channing Tatum, Salma Hayek

Recensione di Magic Mike – The Last Dance:

Salma Hayek lo dice all’interno di Magic Mike – The Last Dance: l’obiettivo è quello di sconvolgere il pubblico. Di sbalordirlo, di stravolgerlo. Di ribaltarlo come Channing Tatum sa fare bene con le sue clienti e i suoi balletti. Deve essere uno scoppio, un brivido, un senso di adrenalina. Scombussolare le certezze di coloro che sono a guardare e che si sono nascosti per anni dietro a una finta apparenza e pudicizia. Osservare come la gente riesce a scandalizzarsi così facilmente, contribuendo a quel loro rossore attraverso uno spettacolo che sia uno shock, una scarica elettrica, che scuota l’establishment il cui il contegno ci ha insegnato a sopprimere invece di penetrare e scoppiare.

Il riferimento del personaggio Maxandra dell’attrice messicana è rivolto ad una Londra per bene, a un ceto alto borghese, a un circolo che va da quello del libro a quello degli amici dell’ex marito che vuole imbarazzare mettendoli di fronte a una libertà potente e sessuale venutale in mente dopo l’incorno col barista Mike (Tatum). Ex spogliarellista che per l’occasione la ricca annoiata, confusa e avvilita trasformerà (o meglio assumerà, o meglio obbligherà, o meglio ancora nominerà senza che faccia poi molto) in regista teatrale. Mettendogli in mano le redini di una pièce datata, classico della letteratura mondiale, rivisitata per esprimere lo spirito famelico e femminista della sua protagonista.

Dal Magic Mike del 2012 al Magic Mike – The Last Dance

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Credits: Warner Bros.

Tutto questo, il fuoco da dover accendere e il torpore da cui svegliare il pubblico, era esattamente ciò che circa dieci anni fa desiderava fare Steven Soderbergh e che era riuscito a ottenere con uno dei film indipendenti forse meno compresi della storia cinematografica, proprio a causa di quell’alone, di quella vendita e di quella pubblicità che facevano di Magic Mike un film “scandaloso” e scandalistico. Tanti pregiudizi, tante rimostranze, difficili da poter scalfire o da rimuovere quando vengono così ben radicati nel pensiero comune.

Per un’opera il cui pubblico si è diviso tra una quota rosa sostanziosa, che rimaneva comunque interdetta per l’anima impegnata e per nulla febbricitante – almeno non per la sua intera durata – della pellicola e coloro che, invece, proprio per questi preconcetti ne hanno da sempre escluso a priori la visione. 

Magic Mike – The Last Dance: la prima rom-com di Steven Soderbergh

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Credits: Warner Bros.

Eppure questo non ha impedito a Soderbergh di lavorare a un secondo film seppur da montatore e direttore della fotografia – deludente effettivamente rispetto al primo e la cui direzione è stata affidata al suo aiuto regia Gregory Jacobs -, ma soprattutto di completare una trilogia così da inscatolare un’altra saga all’interno della sua filmografia, la quale dopo Ocean’s vede una terza parte delle avventure del suo Magic Mike, probabilmente anche le ultime. Come è solito inoltre fare l’autore americano, la pelle addosso al terzo capitolo legato al personaggio di Channing Tatum, nato assieme a lui e delineato anche dal carattere e dalle esperienze di vita dell’attore, assume un connotato che i precedenti film non avevano avuto.

E che portano Magic Mike – The Last Dance in territori di un genere inaspettato per questo proseguimento a otto anni dal secondo, in cui lo spirito drammatico e pregnante di una certa gravitas del suo capostipite viene abbandonato per quella che è a tutti gli effetti la prima rom-comedy di Soderbergh.

Magic Mike – The Last Dance e un improvviso cambio di rotta

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Credits: Warner Bros.

Un cambio di rotta che si potrebbe anche accettare, pur stando ai limiti della coerenza che le tre pellicole instaurano l’una con l’altra, ma completamente inspiegabile vista la spiccata ironia e l’incongruenza con ciò che c’è stato in precedenza e che non contribuisce però a generare un cortocircuito che sia stuzzicante per lo spettatore. La comicità che in fondo è possibile riscontrare in Magic Mike – The Last Dance arriva graduale e imprevista, quasi cambiando e modificandosi in corsa portando solo alla fine a rivelare il film come un racconto romantico di cui Channing Tatum diventa protagonista.

E seppur alcune trovate possono effettivamente suscitare una qualche ironia e le dinamiche diventano tali da poter generare simpatia proprio per quel cercare l’equilibrio sul filo dell’assurdo, è comunque una scrittura insicura ciò che danneggia la pellicola, incerta sul da farsi dall’inizio alla fine e giungendo con titubanza alla sua conclusione. 

Cosa aspettarsi da Magic Mike – The Last Dance?

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Credits: Warner Bros.

Un tono che risulta quasi accidentale, il quale si accentua e prosegue per l’intero svolgimento di Magic Mike – The Last Dance. E che si spiega solamente nel volere di Steven Soderbergh di scioccare sul serio un’altra volta, non che il risultato debba poi essere necessariamente in positivo, e porre così il pubblico di fronte a qualcosa che non avrebbe mai potuto aspettarsi. Esattamente come il personaggio di Hayek aspira col proprio show.

Ma se il riverberare di intenti autoriali si percepisce dal tessuto narrativo dell’opera, la sua fattura non è di conseguenza decisa o efficace tanto da poter risultare adeguata o soddisfacente. Sembrando al più incoerente e scollegata, come lo spettacolo che alla fine l’impresaria e il suo raffazzonato regista hanno composto. Totalmente insensato nella ricerca e nell’espressione di una rivolta femminile e sessuale, ma che arrivati a quel punto del film ce lo si poteva immaginare solamente come si è poi in effetti presentato: illogico e insensato. 

Sa essere “magic” questo Magic Mike – The Last Dance?

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Credits: Warner Bros.

Un’idea di base alla sceneggiatura che avrebbe potuto rappresentare sul serio la svolta di cui aveva bisogno il destino di Mike Lane, che quel “magic” non lo è più stato e non torna certo ad esserlo con la terza pellicola. Ma che, seppur pronto a rivoluzionare il proprio passato – come, ancora una volta, per lo spettacolo messo in scena -, non trova un appropriato criterio per esistere e a cui aggrapparsi in questo suo inedito, bislacco, timido e impacciato romanticismo trovato nel presente. 

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