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Modern Love stagione 2: recensione della serie antologica su Amazon Prime
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Modern Love stagione 2: recensione della serie antologica su Amazon Prime

Tags: Amazon Prime, modern love, modern love 2, serie tv
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Modern Love stagione 2: recensione della serie antologica su Amazon Prime

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Da oltre diciassette anni sul New York Times viene pubblicata settimanalmente una rubrica (column, in gergo d?oltreoceano) di piccole storie realmente vissute riguardo il tema dell?amore e delle relazioni a due. Desideri, tradimenti, rivelazioni e quotidianit? rielaborate in scrittura per sviscerare il sentimento romantico per eccellenza in tutta la sua complessit?, regalando ai lettori brevi paragrafi con i quali confrontarsi, sorridere o emozionarsi, sempre attraverso la lente della leggerezza e della normalit?.

Un successo diventato poi un podcast, un libro e in ultimo una serie antologica per Amazon Prime, la quale, gi? nel 2019, vedeva John Carney nelle vesti di produttore e regista della maggior parte degli episodi, resi attraenti per il pubblico del piccolo schermo grazie ad un cast altisonante come Anne Hathaway, Tina Fey, Dev Patel, Catherine Keener, Cristin Milioti, Olivia Cooke, Sofia Boutella e John Gallagher Jr, ognuno protagonista di una singola storia ambientata nell?odierna Grande Mela.

John Carney cura regia e produzione di Modern Love 2

L?accoglienza della prima stagione aveva diviso abbonati in piattaforma e addetti ai lavori: taluni conquistati dall?aria tutta personale del film-maker di Once e Sing Street emersa dal taglio indie scelto, altri quasi mai pienamente convinti del reale peso emerso da quelle stesse modalit? di racconto, volutamente anticonformiste al limite del fiabesco e forse disattente alla restituzione emotiva e coinvolgente della gamma dei sentimenti opzionati.

Modern Love stagione due dunque, mescola le carte dal mazzo della precedente, ripescando regia, (sempre di Carney ma stavolta accanto a John Crowley, Marta Cunningham, Jesse Peretz e l?attore Andrew Rannells al suo debutto dietro la macchina da presa con l?episodio basato su un suo saggio personale firmato per la rubrica di Daniel Jones); cura della colonna sonora a puntellare momenti e atmosfere (dai The Doors a Santigold, da Neil Young a Frank Ocean); la selezione policromatica di tematiche, etnie e orientamenti sessuali, seppur l?ambientazione viene divisa fra l?America e l?Irlanda, paese di nascita del cineasta e showrunner dublinese.

Classico (teen) vs. contemporaneo (pandemico)

Dalle carte per?, Modern Love 2 ritrova anche la fatuit? della scrittura ad inglobare le otto storie nella loro bolla di compiutezza gradevole fine a s? stessa, distinta e volatile ma costantemente sull?orlo di scoppiare nel suo viaggiare in aria, tant’? che nelle mani dello spettatore non rimane che una narrazione incapace di trattenere il fiato. Ironicamente le puntate pi? riuscite sono proprio le pi? insospettabili, con il cast meno fragoroso e la storyline pi? teen-centrica. L?episodio dal titolo Un progetto di vita a due, seguito da uno solo ad esempio, ? una minuscola rom-com liceale sul limite impercettibile fra amore e amicizia trascinato nel corso degli anni tra un ragazzo e una ragazza, con toni black e metropolitani, pieno di quel un romanticismo avvolgente da racconto (inter)generazionale capace di funzionare anche agli over 18.

? quando invece viene messo da parte lo storytelling e si aspira piuttosto alla contemporaneit? che la freccia di Cupido lanciata da Modern Love non centra il bersaglio e alcuni degli episodi che su carta avrebbero dovuto rendere di pi? in termini di successo e affezione, si rivelano scarni e incolore. Tra questi spicca la puntata con Kit Harington e Lucy Boynton, sconosciuti di un viaggio in treno a Dublino in epoca pre-covid nel fatidico marzo 2020, quando ci si iniziava a salutare col gomito e dai media trapelavano le prime notizie sul lockdown. I due forse non si rincontreranno mai, rei di aver pensato che ?tutto questo? sarebbe finito nel giro di due settimane, ma sappiamo tutti come ? andata a finire.

Con Modern Love 2 l’amore ? passeggero

Di certo la colpa – da intendersi come torto prettamente audiovisivo – non ? di certo l?aver inglobato la pandemia con esiti discutibili, ma quella di aver neutralizzato l?entusiasmo duraturo, sfumando nel tentivo di ricercatezza la passione da restituire; di aver scelto una qualsiasi declinazione dell?amore (mancanza, affinit?, scoperta identitaria) e averne limato la consistenza sullo spessore affettivo, slegando troppo preso lo spettatore dal suo maldestro tentativo d?innamoramento.

Non sar? neanche Tom Burke, Zo? Chao, Minnie Driver, Anna Paquin o Garrett Hedlund a scombinare le nostre aspettative o a farci prendere una cotta: quella con Modern Love ? una relazione troppo passeggera per riuscire a rubarci il cuore, rimanendo pur sempre una storia di vite vissute ma che difficilmente ricorderemo in futuro.

Per altre serie antologiche su Amazon Prime leggi anche:

SOLOS: MONOLOGHI IN SOLITARIA NELLA SERIE ANTOLOGICA DI AMAZON

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