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Alessio Zuccari
Napoli - New York di Salvatores: "Questo è il mio film pianerottolo"
Tags: gabriele salvatores, Napoli - New York, pierfrancesco favino
“Viviamo in un periodo pieno di diffidenza e rancore, persino odio. E io volevo fare un film pieno di solidarietà che guardasse a chi è diverso da noi. C’è un detto a Napoli che recita: ‘stiamo ruciuliando, ma adda veni’ il pianerottolo’. Ecco il mio film pianerottolo”. Esordisce così Gabriele Salvatores nella conferenza stampa di presentazione di Napoli – New York, il nuovo film da lui scritto e diretto a partire da un soggetto ritrovato di Federico Fellini e Tullio Pinelli. Un’opera che racconta della migrazione del secondo dopoguerra italiano, dove protagonisti sono i due piccoli Celestina (Dea Lanzaro) e Carmine (Antonio Guerra), che da Napoli si intrufolano su una nave diretta nella grande città statunitense. Dove, forse, troveranno una figura di riferimento nel capitano Domenico Garofolo di Pierfrancesco Favino.
Un percorso, quello di Napoli – New York, lungo oltre quindici anni. Questo il tempo che il manoscritto ha impiegato dal passare dal dimenticatoio al grande schermo. “Non può non emozionare il pensare che dal baule di casa Pinelli sia venuta fuori la fantasia di due persone che non erano mai state a New York e che all’Amerca guardavano come si guarda un sogno” commenta Favino. “E che dal guardarsi attorno, dalla storia dell’immigrazione, abbiano tratto un meccanismo di racconto che si fa poi slancio di immaginazione. Leggendo le pagine di quel soggetto è interessante capire come Fellini e Pinelli appartenessero a un altro periodo storico, che Gabriele ha preso e reinterpretato in un qualcosa che puntasse a essere una favola con uno sguardo alle generazioni future”.
Salvatores ha infatti rimaneggiato parte del materiale originale prima di portarlo davanti una macchina da presa. “Erano delle pagine scritte dai nostri veri maestri, quindi avevo molta paura quando me lo hanno proposto” ricorda il regista. “Nella prima parte del film sono rimasto molto fedele alle idee di partenza, ho addirittura mantenuto certi dialoghi abbozzati tra le pagine. Ho però cambiato la terza parte, quella americana. Per ammissione dello stesso Fellini, Napoli, la prima porzione della pellicola, è un qualcosa che sapevano come raccontare. L’America invece chissà, perché loro non c’erano mai stati. Il finale originale allora non era ben chiuso e risultava un po’ abbandonato, con una fiducia addirittura eccessiva nel sogno americano e nella capacità degli americani di capire le difficoltà del prossimo. Dopotutto erano gli anni successivi alla liberazione. E questa non è più l’America che io vedo oggi, dove il sogno americano può diventare anche un incubo”.
Tra gli interpreti principali di Napoli -New York c’è anche Omar Benson Miller, attore afroamericano che gli Stati Uniti li conosce molto bene da dentro. “Il film è molto più rilevante per me come americano ora, dopo queste elezioni [il riferimento è alla vittoria di Donald Trump come 47esimo presidente USA, ndr], rispetto a quanto non lo fosse già prima di questi risultati” riflette Benson Miller. “Quello che affrontavamo in america nel 1949 lo stiamo affrontando di nuovo. Il film l’ho guardato con mia madre, che è nata nel 1942, e l’ha molto apprezzato perché ci ha rivisito il clima in cui lei è cresciuta, in cui lei come altri venivano guardati dall’alto in basso”.
Napoli – New York sarà al cinema dal 21 novembre con 01 Distribution.