Top News, Recensioni, Streaming
0
Martina Barone
Odio il Natale, recensione: pro e contro della serie con Pilar Fogliati su Netflix
Tags: netflix, odio il natale, Pilar Fogliati
Da una parte la leggerezza festiva della serie, dall’altra la sua poca modernità: cosa aspettarsi da Odio il Natale dal 7 dicembre su Netflix
Un’infermiera single mente alla famiglia sostenendo di avere un fidanzato e ora deve riuscire a trovare un partner prima di Natale, cioè entro 24 giorni.
Nel cast: Pilar Fogliati, Beatrice Arnera, Fiorenza Pieri, Marco Rossetti, Nicolas Maupas
Questa recensione di Odio il Natale sarà strutturata in maniera un po’ diversa rispetto al solito. Il motivo è che la serie disponibile dal 7 dicembre su Netflix ha dimostrato sia di avere un animo ben più predisposto verso le feste di quanto la sua protagonista voglia far credere col titolo, sia perché non sempre le cose all’interno del prodotto della piattaforma sono andate secondo i piani. Perciò, nella più classica delle trovate delle commedie romantiche, quella che in fondo è Odio il Natale seppur divisa in sei puntate, ecco i nostri pro e contro all’operazione di riadattamento del progetto nostrano basato sulla norvegese Natale con uno sconosciuto.
Tra le cose da apprezzare della serie Netflix c’è in prima istanza la sua protagonista Pilar Fogliati. La giovane interprete, alla soglia dei trent’anni, quelli già compiuti dalla sua Gianna e che sembrano costantemente tormentarla nel corso degli episodi, è un raggio di sole che riscalda nelle fredde giornate pre-natalizie della serie.
Un’interprete frizzante, dolce, ironica, talmente in gamba da essersi ritagliata un proprio spazio frontale alla camera da presa, dove parla direttamente con lo spettatore. Una rottura della quarta parete che non era prevista dalla sceneggiatura, ma che è nata proprio in virtù della spigliatezza di Fogliati, che ci conduce in questa sua ricerca di un fidanzato in meno di ventiquattro giorni, giusto il tempo di poterlo poi portare al pranzo di Natale.
Come lei anche il resto del cast si è dimostrato di essere in parte con Odio il Natale, ricoprendo alcuni dei ruoli più stilizzati come l’amica mangia-uomini di Beatrice Arnena e altri cercando diverse sfumature come la sorella della protagonista impersonata da Fiorenza Pieri. Una leggerezza che si percepisce dagli attori e che arriva poi ai toni della serie, la quale cerca di far trovare a Gianna l’amore sotto i giorni della Vigilia.
È questo spirito un altro punto a favore del progetto seriale, il quale si pone con spensieratezza privandosi di qualsiasi malumore, quello che se anche qualche volta prende alla protagonista a causa dei suoi problemi di cuore, si riaccende proprio grazie alla sua positività. Una serie che si mangia come un candito a Natale, velocemente e gustandoselo magari volentieri, pur sapendo che la tavolata ha cose più sostanziose e meritevoli da poter offrire, ma volendo giusto distrarsi un attimo con una storia semplice e senza impegno.
Tra i contro, però, c’è un po’ l’altra medaglia della frivolezza che potrebbe conquistare di Odio il Natale. Purtroppo la sospensione dell’incredulità diventa difficile da applicare se andiamo a mettere a confronto i tempi con cui Gianna tenta di trovare un uomo ideale e l’intero concetto di innamoramento alla base. La serie rende l’argomento in maniera troppo volatile, troppo semplicistico.
Un modo di guardare ai rapporti che non esiste più nell’attuale contemporaneità e che il prodotto, al massimo, non riesce a rendere talmente convincente da poter far chiudere un occhio anche ai meno romantici. Un’esasperazione di questo amore romantico che non riesce a risultare tale durante la serie perché non dà mai l’impressione di poter essere vero, nemmeno nell’illusione della finzione.
Da qui la natura eccessivamente macchiettistica di alcuni dei caratteri di Odio il Natale, che seppur vedono molto impegno da parte dei loro interpreti non sempre riescono a superare una personalità scritta con l’accetta. Priva di una profondità che manca comunque all’intera serie, ma che se si può tollerare a livello generale, diventa complicato con alcuni personaggi insopportabili del racconto.
A fare da contenitore di questi “contro” sono i dialoghi che la sceneggiatura va a offrire e che si uniscono a quel distaccamento dalla modernità da cui Gianna, le sue amiche e la sua famiglia sono afflitti. Così lontana a sentire alcuni degli scambi che Odio il Natale propone e che sembrano giungere da esempi delle rom-com del passato, non considerando che sono trascorsi quasi vent’anni dall’uscita di Love Actually. Discorsi non ben riusciti e che inficiano con pesantezza sul risultato, che può anche cercare di essere sentimentale quanto vuole, ma che al massimo può riuscire a sciogliere giusto i cuori eccessivamente teneri.