
Top News
Roberta Panetta
The White Lotus 3 recensione: la satira sociale sbarca in Thailandia
Nel panorama dell?industria d?intrattenimento italiana, Il primo re ? stato uno di quei casi cinematografici che ha certamente ricevuto un adeguato richiamo dal punto di vista del settore e dall?ammirazione del lavoro fatto, ma che al netto dei nove milioni di euro spesi per ricreare le atmosfere e gli ambienti dell?epoca pre-romana, ha visto nei propri introiti solamente due milioni e mezzo di entrate da parte del pubblico pagante. Una copertura che Groelandia, casa di produzione tra le pi? innovative e audaci degli ultimi anni, ha avuto assicurata con l?intenzione di Sky di voler investire in un progetto seriale che richiamasse i medesimi toni della pellicola del regista Matteo Rovere, rendendo episodico il racconto di Romulus e facendo di dieci puntate il prequel di quell?opera che ha dato un briciolo di speranza al coraggio inventivo e produttivo italiano.
Riconoscimento che non ? certo venuto, come ? notabile, da un ritorno di visibilit? espanso e condiviso – sbaglio anche di una campagna di marketing quasi totalmente assente, dove l?incapacit? di sottolineare, tra le tante cose, la presenza di un divo come Alessandro Borghi rimane alquanto imperdonabile -, n? tanto meno sostenuto da un settore che ha scelto di premiare la canonicit?, per quanto impostata e sontuosa, de Il traditore di Marco Bellocchio ai David di Donatello dello stesso anno, invece che sottolineare la sfida intrapresa da Groelandia e portata con tenacia sul grande schermo.
Quella di Romulus, dunque, potrebbe essere contemporaneamente sia una rivalsa che una nuova e ulteriore apertura verso quel pubblico che, forse, ? rimasto anche intimorito dalla scelta di utilizzare il protolatino come lingua recitabile all?interno dell?opera filmica e della serie, che a ben vedere ha per? tutta l?aria di una decisione coerente con la ricostruzione di un periodo che Rovere e i suoi collaboratori hanno voluto fare, e che si reitera con la medesima attenzione e musicalit? nella serie televisiva.
Un protolatino che, in verit?, non ? mai stato ostacolo per la presa di una visione che, con Il primo re, mostrava le capacit? mai messe in atto e finalmente tentate di una cinematografia incapace, troppe volte, di pensare in grande, ma che Romulus riaffronta dimostrandosi pi? universale di quello che si potrebbe immaginare, pur declinando il proprio linguaggio a quell?idioma ormai morto e inevitabilmente sepolto. Lingua che d? per? una stoccata ingente alla recitazione e interazione dei personaggi della serie di Matteo Rovere, una fluidit? e convinzione che si adattano con facilit? alla messinscena ricostruita e selvaggia di una terra ancora non domata e che contribuisce al realismo di un genere che sarebbe ben difficile pensare all?interno delle solite dinamiche italiche, ma che aiutate proprio da quella armonia e profondit? rendono Romulus un universo completo e assolutamente (in)credibile.
L?autenticit? delle interpretazioni degli attori sottolinea il gran lavoro attuato ai fini di una veridicit? delle performance e delle interazioni che i personaggi devono trovarsi a ricoprire, non lasciando mai spaesato l?intrattenimento dello spettatore, n? facendogli mettere mai in dubbio l?importanza e la solennit?, anche quotidiana, dei loro dialoghi. Ci? prescinde, dunque, un calarsi totale nei ruoli degli antichi abitanti di Alba, che il cast di Romulus riveste – o, meglio ancora, sveste – completamente nel contatto con l?altro e con la natura che li avvolge e che si rivela, come ne Il primo re, materia prima di sacrifici e religione, alla base di credenze magiche e superstizioni puramente nate dall?anima e dalle paure umane.
Non ricercando trame o messinscene poi cos? differenti da quanto in passato ? gi? stato proposto da narrazioni di tale tipologia, adeguandosi a stilemi di racconto che ricercano nella successione al trono, nel timore degli Dei e nel rapporto di sangue e fuoco suggestioni viste e affrontate, ma non per questo non applicabili all?attenzione e alla cura messa nel prodotto italiano, Romulus ha le potenzialit? per un pubblico appassionato alle atmosfere antiche e storiche rimaneggiate sotto l?occhio delle volont? di conquista legate al potere e alla carne. Riti della terra e riti degli uomini che delineano la successione alla civilt? e alla reggenza di un popolo che dovr? trovare il proprio re, mentre la finestra d?intrattenimento italiano pu? dire di aver incoronato il suo peplum moderno.