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Sei nell'anima
Federica Marcucci

Sei nell'anima: recensione del biopic su Gianna Nannini

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Federica Marcucci

Sei nell'anima: recensione del biopic su Gianna Nannini

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Arriva su Netflix un film che ripercorre la vita dell’icona del rock italiano.

Non è mai facile raccontare attraverso il cinema la vita di persone reali ma, in un periodo in cui il genere biopic sembra non avere poi così tanto da dire, Sei nell’anima spicca per avere una personalità propria rispecchiando la complessità della donna che desidera mettere al centro: Gianna Nannini.

Diretto da Cinzia TH Torrini e adattato dalla biografia della stessa Nannini, Cazzi miei, il film porta sullo schermo la vita, personale e artistica, della rocker toscana tra successi e fallimenti, ossessioni e gioie. Un film coraggioso che rende la parabola della cantante ancora oggi attualissima, sia sul fronte musicale sia su quello emotivo.

Ossessioni e musica

Sei nell'anima

Sei nell’anima si concentra molto sulle prime fasi della carriera di Gianna Nannini, fino alla grande crisi esistenziale da lei attraversata che successivamente la porterà alla consacrazione artistica. Un viaggio intramezzato da scorci nel passato della cantante che, figlia di una famiglia borghese di Siena, ha il coraggio di essere se stessa andando contro tutto ciò che gli altri vorrebbero per lei.

Sotto questo punto di vista il film individua un bell’equilibrio tra il vissuto di Gianna Nannini e la sua necessità, quasi vitale, di esprimersi in musica. Il rapporto complesso con il padre, la sua indole libera e la sua ipersensibilità diventano perciò benzina per dare vita alla musica, vero e proprio sfogo emotivo che le permette di esprimersi senza filtri liberandosi da tutto ciò che la opprime. Interessante, riguardo questo, che si sia scelto di dare molto spazio al lungo momento di crisi attraversato dalla cantante: fratturata emotivamente a causa delle dipendenze e delle continue pressioni da parte di un’industria discografica in cui l’unico barlume di umanità sembra essere rappresentato da una giovane Mara Maionchi (interpretata da Andrea Delogu).

Puntando su una ricostruzione accurata che restituisce al pubblico le atmosfere degli anni Settanta e Ottanta, il film ruota attorno alla straordinaria interpretazione di Letizia Toni che porta sullo schermo una Gianna Nannini estremamente somigliante senza tuttavia cadere nel macchiettistico. Con un ottimo lavoro sulla vocalità – molte delle canzoni che ascoltiamo sono interpretate dalla stessa Toni, l’attrice individua un punto d’incontro tra la propria sensibilità e quella della cantante risultando credibile e rendendo ancor più attuale il percorso di vita di una donna iconica.

Nasce così un film bilanciato sul fronte narrativo e fedele alle vicende reali – Gianna Nannini stessa ha collaborato al progetto, che ha l’obiettivo di omaggiare una grande artista ma anche quello di raccontare una storia universale, che parla di sogni e paure, in cui tante persone possono rispecchiarsi. Un film che farà emozionare i fan della cantante e che permetterà a un nuovo pubblico di scoprire la sua musica.

Il trailer della serie

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