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Cristiana Puntoriero
Sento ancora la vertigine: recensione della docu-serie su Elodie
Tags: prime video, Recensione, serie tv
Dal 20 febbraio arriva su Prime Video la docu-serie in tre parti Sento ancora la vertigine, che vede Elodie nei mesi di preparazione a Sanremo 2023
Trama di Sento ancora la vertigine:
Il racconto della sfida di Elodie per trovare la canzone per Sanremo 2023. Dai successi discografici, al Pride di Roma, passando per la Mostra del Cinema di Venezia. Uno sguardo intimo nella vita dell’artista in bilico tra la continua voglia di migliorarsi e la paura di non essere abbastanza.
Forti di poter sfruttare ancora per poco quella inarrestabile corrente nazionalpopolare che è il Festival di Sanremo, la casa di produzione di Matteo Rovere Groenlandia in collaborazione con Prime Video rilascia sulla piattaforma la docu-serie in tre parti dedicata a Elodie Sento ancora la vertigine. Il racconto in countdown dei sei mesi di preparazione della cantante romana dell’ultimo Sanremo col brano Due, inframezzata da attimi di backstage dei suoi ultimi lavori: madrina al Pride di Roma 2022, ospite alla Notte della Taranta a Melpignano, attrice sul set del suo primo film Ti mangio il cuore, con conseguente presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia.
Un progetto che la esalta soprattutto come performer del momento, scegliendo di non intraprendere la strada emozionale della biografia agiografica o della narrazione dell’ “avercela fatta”, ma quella piuttosto di fotografare come fossero polaroid la Elodie nelle sale d’incisione, nei confronti col suo gruppo di management, nella scelta delle immagini promozionali, dell’inseguimento alle volte frustrante della nota giusta col produttore Dardust, col suo vocal coach, con Elisa (che Vertigine gliel’ha scritta), con l’amico e collega Mahmood.
Sonorità pop della cantante del momento
A parte qualche vhs del ’93 che la vede prima bambina e poi adolescente, ballare o mettersi goffamente il rossetto, o qualche sequenza in cui partecipa alla festa di laurea della sorella minore Fay, Sento ancora la vertigine non è una docu-serie che ci restituisce pienamente la trentenne Elodie nel suo percorso di urgenza e consapevolezza del mestiere canoro; del tragitto personale dal quartiere romano al palco dell’Ariston; delle radici matriarcali creole e quella paterne capitoline che la rendono così autentica e verace per come la conosciamo, o del perché sceglie di auto-rappresentarsi così female empowerment, padrona di un corpo diventato parte del modo in cui ha scelto di svelarsi e mostrarsi suscitando a volte scalpore.
L’aspetto più interessante di un prodotto di puro branding sulla scia del fervore sanremese, sembra tuttavia quello dell’aver portato lo spettatore, che sia un fan o meno, all’interno della creazione musicale dei brani più ascoltati degli ultimi anni; un resoconto dei meccanismi dietro la messa a punto del pop commerciale nostrano in cui al cantante viene il più delle volte consegnato un brano già scritto, arrangiato ed eseguito e il cui compito principale è quello di interpretarlo sulla propria voce, farlo suo trovando delle assonanze col proprio vissuto e restituirlo in formato videoclip/performance. Insomma, se volere capire come funziona la maggior parte della musica italiana oggi, questo è un documento aggiornato che offre ottimi spunti di riflessione.
Rimane il dubbio se Sento ancora la vertigine, quella vertigine che è paura del vuoto, l’abbia davvero colta o meno, oppure se ci abbia girato attorno senza aver almeno osato lanciarsi.