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Valentina Fiorino
Shrek: 5 motivi per rivedere il capolavoro della DreamWorks
Tags: dreamworks, gatto con gli stivali, shrek
Siamo tutti cresciuti con le favole. La principessa viene salvata dal principe (meglio se azzurro) e i due, bellissimi e felici, si avviano verso il lieto fine.
Nel 2001 però arriva una nuova fiaba. Il protagonista è un orco. Si chiama Shrek, fa le puzzette e vive felicemente in solitudine nella sua palude.
Diretto da Andrew Adamson e Vicky Jenson, Shrek è il primo capitolo della serie cinematografica Shrek, nonché quinto lungometraggio prodotto dalla DreamWorks Animation. La pellicola, basata sul libro omonimo del 1990 di William Steig è la prima ad aggiudicarsi l’Oscar nella neonata categoria del Miglior Film di animazione proprio nel 2001.
Fin dal suo arrivo nelle sale, Shrek colpisce per il suo umorismo ma soprattutto per il suo protagonista. Un orco verde e misantropo il cui mondo viene rivoluzionato dall’invasione delle creature delle favole cacciate da Lord Farquaad. Per riavere la sua quiete si lancia nella missione di salvataggio della principessa Fiona.
Assistiamo fin da subito alla rottura della narrazione tradizionale con la messa in scena del viaggio dell’eroe – che in questo caso è un anti-eroe per definizione. L’orco, uno dei cattivi delle favole diviene il protagonista chiamato a salvare la principessa in pericolo. Ed è qui che assistiamo al secondo ribaltamento dei ruoli delle favole, perché la principessa Fiona si mostra fin da subito tutt’altro che in pericolo, maestra delle arti marziali e perfettamente in grado di badare a sé stessa.
A 21 anni di distanza e con 5 film all’attivo, Shrek resta ad oggi uno dei migliori film di animazione di tutti i tempi. In attesa di vedere al cinema il nuovo episodio della saga con protagonista l’irresistibile felino spadaccino in Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio ecco i 5 motivi per rivedere, ancora una volta, questa pellicola e i suoi protagonisti.
Uno degli aspetti che amiamo di più di Shrek è indubbiamente la storia d’amore tra l’orco e la principessa Fiona. Un amore tutt’altro che convenzionale, spogliato dell’alone mitologico dell’amore a prima vista per rendere più vero e reale il sentimento che unisce i due protagonisti. Shrek e Fiona, attraverso la comunicazione e la comprensione, si conoscono e si innamorano di ciò che hanno dentro e non del loro aspetto fisico. Accanto al concetto di amore romantico Shrek si fa bandiera del concetto di self love. Fiona, nelle vesti notturne di orchessa, respinge l’idea che qualcuno possa innamorarsi di lei una volta scoperta la sua maledizione. Non è difficile per Shrek pensare che le dure parole che la principessa rivolge a sé stessa siano in realtà indirizzate a lui, un orco temuto da tutti. Con il suo finale Shrek rompe la dicotomia bellezza uguale bontà mostrando al mondo che la vera meraviglia è quella che abbiamo dentro. L’amore trionfa finalmente quando i due accettano la loro vera natura e il diritto ad essere amati in qualsiasi loro forma.
Agli inizi degli anni 2000 con l’egemonia della Disney a fare da padrone nell’animazione la DreamWorks fa una grande scommessa. Porta sullo schermo un orco, lo rende protagonista e gli dona umorismo ed ironia. Shrek è diretto, ironico, unico nel suo genere, perché racconta le favole da un nuovo punto di vista con un tocco politicamente scorretto diremmo oggi. Le principesse conoscono le marziali, mangiano topi arrosto e digeriscono rumorosamente. Lord Farquaad viene deriso per la sua statura e le sue manie di grandezza/ compensazione. Insomma, se Shrek fosse stato prodotto oggi sarebbe protagonista di almeno una decina di polemiche per la rappresentazione di alcuni temi, ma l’uscita nelle sale agli inizi del nuovo secolo lo ha salvato, lasciandoci una serie di battute memorabili per cui ridere ancora e ancora.
Uno degli elementi di successo di Shrek è la sua colonna sonora. Impossibile non pensare al verde protagonista senza sentire nelle orecchie le note di “I’m a believer” degli Smash Mouth o il celebre e malinconico “Hallelujah” di Rufus Wainwright.
DreamWorks decide di creare un mix di canzoni pop assieme alla colonna sonora originale, composta dal duo Harry Gregson-Williams e John Powell. Potrebbe sembrare che i motivi più pop siano un semplice accompagnamento alle avventure di Shrek ma ad una più attenta analisi possiamo notare che i brani vengono utilizzati nelle scene in cui l’Orco rispetta i canoni delle favole dando un tocco moderno ad elementi più classici.
È chiaro a tutti che Shrek sia nato come designato rivale di casa Disney, canzonando i classici della casa di Topolino e stravolgendo i canoni della narrazione favolistica. Prova ulteriore è la creazione di Lord Farquaad, antagonista del primo film di Shrek. A differenza di una Strega cattiva o una Malefica, Farquaad non ha nessuno charme, zero carisma. È gretto, egoriferito e maniaco del controllo. È pronto a sacrificare il suo popolo e la sua fresca sposina pur di diventare re di un regno perfetto e immacolato. La cattiveria di Farquaad è talmente ridicola da togliergli anche il potere del terrore. Insomma Farquaad fa quello che deve e lo fa perfettamente. Ci fa ridere delle sue manie perché è impossibile prenderlo sul serio.
Parliamo ora dei personaggi secondari di Shrek. Ciuchino, il gatto con gli stivali, Pinocchio, Zenzy, aiutano l’orco a compiere la sua missione o contribuiscono a tirarlo fuori dai guai. Ciuchino è un mulo parlante invadente e petulante . Non coglie l’ironia di Shrek perché la sua natura è diretta e sincera. Ciuchino non giudica il mondo ma guarda oltre le apparenze trovando in Shrek un riparo e un’amico. Passiamo infine al nostro amato gatto con gli stivali.
Il felino compare la prima volta nel secondo capitolo della saga. Inizialmente antagonista di Shrek, diventa rapidamente un suo fido compagno, felice di aver trovato nell’ orco e in Ciuchino una nuova famiglia. Spadaccino formidabile, il gatto ha un’ arma segreta: possiede lo sguardo più tenero del mondo. La sua simpatia ha convinto così tanto da spingere la DreamWorks a dedicargli un film stand alone nel 2011 sulla sua origin story. Il secondo capitolo dedicato all’affascinante gattino sta per arrivare al cinema, a distanza di 11 anni, con un nuovo capitolo. Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio è al cinema dal 7 dicembre.
Noi siamo pronti a conoscere le sue nuove avventure, e voi siete curiosi di vederlo?