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Strappare lungo i bordi: caro Zero
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Strappare lungo i bordi: caro Zero, grazie perché non ci fai sentire soli

Tags: netflix, Strappare lungo i bordi, zerocalcare
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Strappare lungo i bordi: caro Zero, grazie perché non ci fai sentire soli

Tags: netflix, Strappare lungo i bordi, zerocalcare

Caro Zero,

hai visto? Non ho scritto Zeno, ho scritto Zero. Questo perch? io ti vedo, come tantissimi altri che ti seguono da tempo e che hanno sempre apprezzato l?onest? dei tuoi lavori. Zero e non Zeno perch? per me, come per molti altri, non sei quel bambino delle elementari che la maestra scambiava con un ragazzino di un?altra classe, ma sei il pi? talentoso e comunicativo dei fumettisti che la nostra scena italiana ha mai avuto l?onore di poter accogliere. E sei anche Zero perch? unendoti a Netflix – forma di capitalismo che, possiamo assicurarti, non implicher? mai la nostra convinzione che ormai hai ceduto ai suddetti poteri forti – hai permesso a un pubblico ancora pi? largo di dimostrargli che non ? solo, come solo non lo sei nemmeno tu.

Dai disegni della carta stampata all?animazione di una tua storia che ricalca molto del personale che hai sempre inserito nelle tue storie, Strappare lungo i bordi non ? che il proseguimento di un percorso che il tuo lavoro ha intrapreso da tempo e di cui la serie tv sulla piattaforma ? una dovuta maturazione. Un salto se non necessario, sicuramente inerente e comprensibile di un percorso che ti ha portato sempre ad aprirti verso gli altri, facendolo mettendo in mostra i tuoi gusti, le tue conoscenze e la voglia di condividere le tue passioni con chiunque fosse in vena di ascoltarle.

Fin dove ci pu? portare Strappare lungo i bordi

Un?evoluzione che sicuramente spaventa, mette in soggezione. La paura di fallire che l?Armadillo ti ricorda sempre poter essere dietro l?angolo, ma che non ti ha impedito di riuscire a rendere un piacere come quello del disegnare il tuo mestiere ogni giorno. Ma Strappare lungo i bordi ? in verit? il progetto che, forse proprio come quella famosa ?profezia?, permette un ulteriore passo verso un lettore che si tramuta in questa occasione anche in spettatore. Che pu? accogliere coloro che da sempre ti hanno seguito trovando nelle tue vignette qualcosa di loro stessi e aprirsi a tanti altri che si sentono spesso boccheggiare, ma potranno capire che ci sar? sempre il modo di ritrovare un po? di aria da poter respirare.

Se ti preoccupavi infatti che il linguaggio, la tua romanit?, potevano porsi come limiti nella comprensione universale delle tue ansie, dei tuoi timori, ma anche di un?ironia usata come difesa eppure consapevole della propria irriverenza, puoi stare pi? che tranquillo. Pur divertendo come poche altre cose possibili da trovare su Netflix, il cuore che pulsa di Strappare lungo i bordi ? di un?autenticit? che ? difficile non sentir trafiggere quando ci riveli con i tuoi personaggi degli abissi che vai sovrastando con il tratto e con il colore.

Siamo solo fili d’erba

? impensabile non riuscire a cogliere i traumi che ti porti dentro e che cerchi di alleggerire non scaricandoli sullo spettatore, ma quasi volendolo rassicurare che ? del tutto normale nascondere dentro di s? un mostro che sembra divorarti. E che magari quella finestra di espressione, sui fumetti e ora in digitale, ? anche un modo per stare bene con te stesso, anche se ? poi il timore di dover lasciare ad altri quello che hai realizzato a terrorizzarti.

Caro Zero, hai creato un universo che ti appartiene totalmente costruito a modello di te stesso. Lo hai fatto non per egocentrismo – o almeno non solo -, ma per proteggerti, amarti, coccolarti. E noi, come pubblico, quando vediamo prendere vita risultati come Strappare lungo i bordi non possiamo fare altro che proteggerti, amarti, coccolarti. Perch? in quel momento ci sentiamo protetti, amati e coccolati noi stessi. Sentiamo che la nostra coscienza pu? essere pi? leggera. Che siamo solo fili d?erba di un grande prato in cui a volte ? bello sapere di essere irrilevanti. E che soprattutto ci sarai sempre tu a farci ridere anche dei nostri pensieri pi? brutti, quelli che non vorremmo neanche confessare, ma che da quando ti abbiamo conosciuto possiamo almeno confidare al nostro personale Armadillo.

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