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Summertime 3, recensione: su Netflix sta arrivando l'autunno, finalmente
Tags: ludovico tersigni, netflix, summertime
La maledizione delle terze stagioni delle serie italiane su Netflix sembra compiersi un?altra volta. ? pur vero che per Suburra ? andata meglio delle sue colleghe, ma esattamente come capitato a Baby anche per Summertime ? arrivato il momento di chiudere il cerchio della propria storiella estiva concludendosi dopo il suo terzo anno. Proprio come in precedenza per il lavoro dei Grams, anche l?operazione inizialmente ispirata a Tre metri sopra al cielo giunge al suo finire nel silenzio pi? totale, non soltanto per ci? che riguarda l?attesa del pubblico, ma quasi venendo dimenticata dalla stessa casa produttrice che aveva inizialmente investito con trascinante fiducia nel progetto.
Il calo dell?entusiasmo ? prevedibile visto che, proprio parlando di quest?ultimo, non ce n’? poi mai stato cos? tanto. Vero anche che Ludovico Tersigni era riuscito a portarsi dietro un discreto seguito dopo il successo avuto con Skam, il quale sicuramente manterr? alta la bandirai del proprio beniamino, di ritorno sullo schermo dall?esperienza sul palco come presentatore per le telecamere di X-Factor. E c?? anche da dire che, a prescindere dal suo contenuto e avvicinabile in questo alla formula simile per? in versione cinematografica di Sotto il sole di Riccione, Summertime aveva – e a tutt?ora ha – un?estetica tra le pi? curate e accattivanti. Una di quelle con cui vorresti effettivamente veder colorata la tua estate, peccato che il racconto dei protagonisti Summer e Alessandro va poi sfocandola.
La narrazione della terza stagione continua su di una ripetitivit? che fa degli amori del periodo pi? caldo dell?anno tanto quelli che non verranno mai dimenticati quanto gli stessi da dover mettere in dubbio ad ogni singolo nuovo arrivo sulla spiaggia. Dalle grandi storie della propria vita alle cottarelle da consumarsi solamente nei mesi di luglio e agosto senza farsi magiare troppo dai rimpianti. Una sceneggiatura che pu? rispecchiare la verit? di quel periodo legato alla giovinezza (ma non solo), che in scrittura continua vacuamente a non fornire spunti di interesse per seguire il racconto. Molto meglio scendere sulla battigia e vivere noi stessi quelle avventure, magari rivalutando il continuo cambio di volto dei propri partner e mostrando una superficialit? in meno rispetto alla serie.
Un ritorno di cui anche i protagonisti di Summertime sembrano stavolta stanchi, provati dal ripresentarsi delle medesime situazioni, che sono costretti a vivere e rivivere e rivivere ancora pur non apprendendo chiss? poi quali insegnamenti per la loro vita, nonostante il mostrare un effettivo cambiamento dal principio della storia, ma non per questo in positivo se riferito al contenuto. Una stagione sottotono come, in fondo, il prodotto ? sempre stato, ma ancor pi? provato e trascinato pur mostrando una compostezza di cui poter riconoscere il merito, destinata a rimanere infruttuosa per ci? che riguarda il risultato complessivo del racconto.
Gli attori si impegnano al massimo nel mostrare una naturalezza che, effettivamente, migliora la recitazioni di molti, ma che li presenta comunque estremamente moderati come la loro nuova storia. Un portare avanti una serie in cui, forse, anche loro non possono e non riescono pi? a credere abbastanza, che sentono gravare su delle spalle bruciate dal sole e che pur avendo visto eventi e accadimenti mutare il loro percorso dal punto di inizio, li ha resi in realt? soltanto pi? immobili e indifferenti.
Modellandosi sopra ad un pattern che non funzionava gi? adeguatamente nella prima stagione e che si ? cercato di rivedere e sistemare con inefficienti risultati, Summertime ? forse l?ultima estate prima di diventare davvero grandi, ma non quella in cui finalmente si riesce a sbocciare. Un costume, un ultimo bagno, nulla di pi?. Un addio che sa dire: s?, ? meglio cos?.