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The Colour Room: recensione del film biopic con Phoebe Dynevor
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The Colour Room: recensione del film biopic con Phoebe Dynevor

Tags: biopic, film, Recensione, sky, the colour room
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The Colour Room: recensione del film biopic con Phoebe Dynevor

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Sinossi di The Colour Room:

La straordinaria vita e carriera dell?artista Clarice Cliff, ceramista e creatice che, in un mondo dominato dagli uomini come quello dell?Art Design negli anni ?20, ? riuscita a farsi strada divenendo una delle pi? importanti esponenti dell?Art Deco.

Recensione di The Colour Room:

The Colour Room, film britannico di Sky Original, in streaming su NOW e disponibile on demand, porta sullo schermo la vita di Clarice Cliff, artista leggendaria dell?Art Deco nota soprattutto per la sua linea esclusiva di ceramiche Bizarre. Una collezione di tazzine e oggetti vari dal riaggiornato senso estetico, nata dall?idea di recuperare i pezzi difettosi e dunque invendibili, resi unici attraverso pennellate spesse di colori saturi e sgargianti posti in linee geometriche ispirate alle forme del cubismo.

Pioniera della corrente novecentesca e icona femminile in un campo appannaggio esclusivo degli uomini, la Cliff, interpretata dall?ex Daphne di Bridgerton Phoebe Dynevor, ci viene restituita nell?et? della sua prima giovinezza, quando, vivace operaia nelle zone industriali britanniche degli anni Venti, si sposta da un lavoro all?altro alla ricerca di un luogo che possa accontentare e placare la sua ambizione creativa di una professione artistica a tutto tondo. Il suo infatti era un vero e proprio talento non ancora espresso, che poco aveva a che fare con la pittura meramente decorativa delle brocche e delle porcellane vendute all?epoca, per lo pi? fioriture ultra delicate e duplicate in serie dalle tante operaie del mestiere.

Clarice Cliff: artista e pioniera del design

Decisa ad impressionare sia i modellisti della fabbrica che l?eccentrico proprietario Colley Shorter (Mattew Goode) l?apprendista, grazie alla sua caparbiet?e alla sua tecnica acquisita nel corso degli anni, entra cos? a far parte di un ambiente esclusivamente maschile, subendo i pregiudizi e la scarsa fiducia dal resto dei colleghi. Eppure Clarice non si tira indietro, e pronta a far ricredere chi le storceva il naso, intuisce la possibilit? di creare e pubblicizzare degli articoli direttamente alle compratrici donne.

Un estro quasi innato quello della Cliff, ma che nel film diretto da Claire McCarthy sembra piuttosto lasciato da sottofondo, mai pienamente sbrigliato in una scoperta intima e caratteriale che l?avrebbe resa decisamente pi? accattivante. Scegliendo pennellate troppo tenui per raccontarla, come fossero idealmente acquerelli tendenti alla trasparenza, The Colour Room si accontenta di riportare in luce la biografia di una donna straordinariamente moderna in un ritratto che invece di acquisire forza ne perde nel suo decorso, adattandosi a una narrazione tutto sommato piacevole ma che non rivela, o rispecchia, l?indole e l?impatto del personaggio.

Un biopic dalle tinte spente

Si ha quasi l?impressione infatti che la regia e la scrittura non restituiscano appieno il fascino e la ?rivoluzione? artistica di un movimento detto ‘del gusto’, conosciuto e amato per la sua voglia di rompere con il classicismo, di osare inserire l?arte negli oggetti domestici, di impreziosire il quotidiano di citt? e di case con colori e forme vistose e irregolari.

Quello di The Colour Room ? una biografia che evita accuratamente di addentrarsi oltre la superficie dell?usuale; di capire nel profondo cosa sia il genio e quale sia la fiamma (anche pericolosa) che la tiene accesa; quale siano state le contraddizioni e gli impedimenti di una societ? restia al cambiamento. Rimane allora un film compilativo e stranamente lineare, un bozzetto che delinea a matita le forme primarie da un primo sguardo veloce, ma incapace di catturare e modellare l?anima e le tinte di una donna che, quasi sicuramente viste le sue opere, non ? stata poi cos? insipida e ordinaria come la ritrae questo film.

Per altri biopic artistici leggi anche:

 

IL VISIONARIO MONDO DI LOUIS WAIN: RECENSIONE DEL BIOPIC CON BENEDICT CUMBERBATCH E CLAIRE FOY

VENEZIA 75: AT ETERNITY?S GATE: SENSIBILE OMAGGIO A VAN GOGH ? LA RECENSIONE

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