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The Conjuring - Per ordine del diavolo: il film funziona senza James Wan?
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The Conjuring - Per ordine del diavolo: il film funziona senza James Wan?

Tags: james wan, the conjuring, The Conjuring per ordine del diavolo
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Tags: james wan, the conjuring, The Conjuring per ordine del diavolo

James Wan passa la regia a Michael Chaves per The Conjuring – Per ordine del diavolo, horror dalla forte suggestione, ma enormi problemi di trama

Sinossi di The Conjuring – Per ordine del diavolo:

Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga) tornano per scagionare un giovane ragazzo che, dopo un brutale omicidio, dichiara di essere stato posseduto da forze demoniache. I due coniugi tentano cos? di provare la sua innocenza, il che li porter? ad affrontare riti satanici e antichi rituali.

Recensione di The Conjuring – Per ordine del diavolo:?

The Conjuring nel 2013 ha aperto a tutto un nuovo universo dedicato al cinema horror di tipo pi? commerciale legato per? a un autorialit? che, seppur velata visti gli intenti puramente intrattenitivi delle sue pellicole, si poneva come obiettivo predefinito. Merito soprattutto del nome dietro le storie di Ed e Lorraine Warren, un James Wan che anche quando non si trovava alla regia delle opere risultava tra i produttori dei film, il quale ha lasciato la direzione del terzo capitolo dei coniugi demonologi nelle mani di Michael Chaves. Alla sua seconda opera orrorifica dopo La llorona – Le lacrime del male, Chaves con The Conjuring – Per ordine del diavolo prende da un immaginario, quello instaurato con gli attori Patrick Wilson e Vera Farmiga, in cui va rispettando la dicotomia popolare e artistica delle opere di The Conjuring, riuscendo parzialmente nel risultato, arrestato da una narrativa interna altamente danneggiata.

Se L?evocazione – The Conjuring (2013) e The Conjuring – Il caso Enfield (2016) erano similari sia a livello di racconto riportato che di atmosfera instaurata, The Conjuring – Per ordine del diavolo cerca la novit? nella storia e, al contempo, si allontana altres? dall?impianto visivo delle pellicole che l?hanno preceduta. Se con i primi due capitoli i protagonisti si oppongono a delle forze maligne che invadono le loro case, nel film sceneggiato da David Leslie Johnson-McGoldrick – che torna dopo la scrittura a pi? mani de Il caso Enfield – ? su maledizioni lanciate a dei poveri cittadini che si basa lo sviluppo degli eventi della pellicola. Non pi?, solamente, anime che non vogliono traghettare da una realt? tangibile ad una ultraterrena, n? demoni che usano come pedine i viventi per poter terrorizzare sulla terra. Stregoneria e totem satinasti contaminano stavolta umano e non-umano, per un racconto che utilizza il noto processo ad Arne Johnson per possessione demoniaca del 1981.

Le grandi differenze tra James Wan e Michael Chaves

La storia, per?, viene sciorinata focalizzandosi enormemente sui rituali e il disvelamento del colpevole pi? che sulle motivazione per il compimento di tali atti impuri. Pur conquistando l?attenzione dello spettatore, il film non lo ricompensa con una spiegazione non tanto logica, quanto meno sensata, che possa fargli comprendere le ragioni per cui il male evocato viene indirizzato verso delle vittime cos? precise e mirate. Il protagonista di The Conjuring – Per ordine del diavolo si ritrova infatti solamente in balia degli accadimenti che, a differenza dei lavori passati, vedono la mano umana dietro orrende pratiche diaboliche. Una mancanza ingente quella di un movente che rende monco l?assemblaggio del materiale narrativo, reso inesistente e messo cos? a vanificare l?intero contenuto proposto, che non pu? far altro che contare sul suo contrapposto visivo.

Altra grande differenza tra The Conjuring – Per ordine del diavolo e i lavori di Wan ? proprio nella scelta cromatica e d?ambiente che i due registi hanno voluto dare alle loro opere. La freddezza dei toni di James Wan, la sua tavolozza grigiastra che congelava i luoghi e gli scenari della possessione, recavano un effetto raggelante per la suggestione che il regista era intenzionato a dare. Una palette che, nonostante le sue differenze dovute anche al passaggio dall?America all?Inghilterra tra il primo e secondo film, rimaneva comunque ridotta a quelle tonalit? tese a rendere l?aria pressante e immobile, dentro a cui andava muovendosi spesso vorticosamente la camera di Wan. Chaves, al contrario, si allontana dalle scelte di tinteggiatura del suo collega, ponendosi all?esatto opposto con una gamma di colori caldi, spinti verso il rosso e l?aranciato.

Le suggestioni di The Conjuring – Per ordine del diavolo?

Michael Chaves lavora assieme al direttore della fotografia Michael Burgess per dei tagli di luce che vadano cos? trasudando della pittura caldeggiante richiamante le fiamme dell?inferno. Una radiosit? artificiosa che va creando figure stagliate contro l?oscurit? di un male perpetrato, di una meschinit? silenziosa la quale si insinua in questi giochi di contrasto, dove il buio non ? solamente l?impossibilit? di non vedere, ma il modo per lasciar risaltare ancora di pi? ci? che viene trasversalmente o limitatamente illuminato. Una maniera, quella di plasmare corpi e posti attraverso la luce, che rende pi? piantate le immagini del film rispetto alla velocit? con cui si susseguivano le sequenze dei film di James Wan. Un?opera che il regista Chaves ha voluto marchiare affondo con la propria visione, per un?intrigante svolta nella composizione espressionista di The Conjuring, che questa volta vive per? solamente della sua impalcatura.

Riportando il romance della coppia Lorraine e Ed Warren, alternando la mostruosit? del male alla fiducia nella fede, The Conjuring ?- Per ordine del diavolo manifesta il suo portato scenico credendo di poter omettere parti del racconto senza subire ritorsioni. Una maledizione, quella lanciata all?interno dell?opera, che si ritorce contro il film stesso, uscendone comunque grazie a delle magnetiche trovate nella messinscena e a quel senso di confezione horror funzionale per lo spavento circoscritto alla sala cinematografica.

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