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The Decameron
Federica Marcucci

The Decameron: recensione della serie Netflix

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Federica Marcucci

The Decameron: recensione della serie Netflix

Tra ostentazione e black humor, una serie con un’idea che non riesce a sviluppare appieno.

Sfatiamo un mito: non è vero che i classici non si possono toccare, tuttavia possono risultare assai complessi da maneggiare. Questo il problema alla base di The Decameron, serie Netflix creata da Kathleen Jordan (Teenage Bounty Hunters), che nel corso dei suoi otto episodi imbastisce una narrazione debole, in cui la ricerca di comicità nera ed erotismo non bastano per rendere interessante l’operazione. No, Boccaccio non c’entra.

The Decameron è disponibile in streaming su Netflix.

the decameron

La difficoltà del libero adattamento

In questa operazione americana del Decameron di Boccaccio non c’è rimasto molto – anzi, è stato aggiunto un “The” quasi a sottolineare il senso dell’opera stessa. Ma nessun’opera è intoccabile quindi dimentichiamoci i Re, le Regine e le novelle: quel che rimane è la cornice della peste e l’idea di alcuni giovani nobili, con servitù a seguito, di rifugiarsi in campagna per evitare il contagio.

Quest’ultimo dettaglio è interessante perché è palese che negli intenti dei creatori ci fosse anche la volontà di portare avanti una sorta di critica sociale. Una tematica che nell’opera del Boccaccio, in cui peraltro i protagonisti sono tutti nobili, manca del tutto, e che in linea teorica si sposa bene con la volontà di creare un intreccio basato sugli eccessi. Qualcosa che, se vogliamo, può anche riconnettersi con l’idea boccaccesca di Natura vs Fortuna (intesa alla greca, come sorte) ma che si perde dentro se stessa avviluppandosi in una confusione sempre più dilagante. Come abbiamo detto infatti il problema di The Decameron non è l’idea di partenza e la volontà di rileggere un classico, ma un’esecuzione traballante che ci fa domandare quale fosse il senso ultimo dell’operazione.

the decameron 1

Messa in scena degli istinti

Il rifugio nel cuore della campagna toscana diventa infatti per i protagonisti una sorta di mondo fuori dal mondo in cui dar libero sfogo tanto agli eccessi tanto agli istinti più bestiali pur di aver salva la vita. Non si fanno sconti a nessuno e l’epidemia di peste (riferimento al COVID-19, stando alle dichiarazioni dei creatori) pare diventare una sorta di giustificazione per mettere in atto comportamenti lascivi e violenti in un ritorno a uno stato di natura che lascia intravedere la vera essenza dei protagonisti, i nobili in particolare.

Puntando su una messa in scena eccessiva e su una comicità a tratti greve, The Decameron vuole sicuramente essere respingente ma lo scarso mordente della narrazione impedisce allo spettatore di cogliere appieno il senso di una storia che punta il dito contro il lato peggiore dell’umanità in modo tutt’altro che originale. Il tutto con un black humor ostentato e dinamiche che sembrano ripetitive già al secondo episodio. Peccato perché la rilettura dei classici è sempre uno spunto per fare riflessioni interessanti ma purtroppo The Decameron non riesce a sviluppare in modo coerente l’idea alla base della narrazione.

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